Snorki sarai tu!

Leda Bertè parla delle sorelle e dell'ultimo Sanremo


Questa volta a parlare tocca a Leda, la sorella più riservata tra le Bertè, quella che nell’ombra ha seguito ed amato la carriera di Loredana e della compianta Mia Martini. Prende la parola per uno sfogo, per una critica accorata al Festival di Sanremo che, secondo lei, tante volte avrebbe penalizzato e mortificato lo slancio artistico delle due sorelle. Sanremo quest’anno, inoltre, avrebbe “beffato” il ricordo di Mimì consegnando il premio “Mia Martini” al gruppo degli Afetrhours.“Questo Festival non mi è andato giù per lo "schiaffo" a mia sorella Mimì - ha confessato infatti Leda in un’intervista al settimanale “Vero” - Le qualità di Paolo Bonolis non si discutono, ma aver dato il premio della critica dedicato a Mia Martini a un gruppo come gli Afterhours, già eliminati dalla giuria nella prima
 serata, è una mancanza di rispetto. Soprattutto nei confronti di un'artista come Mimì che ha pagato in prima persona le sue scelte professionali, poco commerciali ma coerenti con il suo modo di interpretare la musica. Questo premio non è un contentino per far felici un po' tutti. Sarebbe stato meglio assegnarlo a Nicky Nicolai, o a Mario Lavezzi e ad Alexia per Biancaneve, una canzone innovativa, diversa dalle solite ballate. Provo fastidio per questo riconoscimento, assegnato quasi di nascosto. Il direttore artistico ha in mano tutto. Paolo Bonolis ha "toppato”. A Sanremo c’è poca riconoscenza e non solo quest’anno, Pippo Baudo e colleghi nascondono qualche rimorso nei loro curriculum sanremesi. Non mi dimentico che canzoni stupende come “Almeno tu nell’universo” e “La nevicata del 56” con testi mai banali ed un successo post festival stratosferico non hanno mai vinto nella città dei fiori. Mia è sempre arrivata seconda”. LA VITTORIA DI BARBAROSSA FU UN FURTO “Nulla togliendo a Luca Barbarossa, la sua “Portami a ballare” che nessuno più ricorda ha scippato la vittoria a mia sorella e a “Gli uomini non cambiano”. Mia è sempre stata penalizzata, per sette anni l’hanno accusata di portar sfortuna, cantava solo in piazza ed il successo era strepitoso. Però non riusciva ad andare in tv e a trovare quella notorietà meritata che poi tutti le hanno riconosciuto”. LOREDANA DOVREBBE STAR ZITTA “Loredana rimane la più grande rock star italiana, ancora ineguagliata. Purtroppo le capita dia gire il più delle volte attraverso quelle che definisco una lucida follia e una buona dose di egoismo. Nessuno però le può togliere i suoi
successi. A volte la supervalutazione di se stessi porta a compiere degli errori. I fan di Loredana la ameranno sempre senza riserve, anche se cantasse l’elenco del telefono. Dovrebbe però essere un po’ più umile, vivere un’esistenza adeguata alla sua grandezza artistica, con a fianco le persone giuste, cosa non sempre avvenuta. Dovrebbe evitare di conciarsi in certi modi e rilasciare dichiarazioni giusto per il gusto di parlare. Se non si ha nulla da dire meglio stare zitti”.. UN’INFANZIA DOLOROSA “Nostro padre è stato sempre un padrone che avrebbe dovuto mostrarsi più paterno e meno maschilista. Ha fatto tali cose alle donne Berte che non gli basterebbe una vita per farsi perdonare. Alle medie ero costretta col frustino a studiare fino alle due di notte. Con mia madre che piangeva. Lei, l'artista di casa che ha trasmesso il talento a Mimi e a Loredana». “Siamo venute a Roma da Ancona nel 1965, quando mia mamma si è separata da mio padre. Costretta da vessazioni e violenze. A lei e alle figlie. Loredana era splendida, di una bellezza folgorante. A Mimi bastava sentire delle note uscire dalla radio perché cantasse. Un talento innato. Quando lei ha avuto un certo successo, Loredana si è imposta con Renato (Zero, ndr) di sfondare”.