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Italia: dallo stato senza nucleare a quello col nucleare arretrato


Puntuale torna il dibattito sul nucleare. Dato che sono ambientalista di lungo corso e mi interesso dell'argomento, darò qui il mio modesto parere, citando solo fatti a mio parere incontrovertibili, dettati da  buonsenso.In Italia si dice che tornando all'atomo si affrancherebbe il paese dalla dipendenza energetica da petrolio: va detto che per generare una tale quantità di energia che renda superfluò il petrolio, occorrerebbero circa una ventina di centrali nucleari o più, una per ogni regione, quindi 24, da costruire in un sito geologicamente sicuro e stabile in un paese notoriamente soggetto a fenomeni sismici frequenti e rilevanti, e questo è un fatto.
La costruzione di una centrale nucleare viene sempre spacciata come conveniente dai sostenitori: l'energia prodotta costerebbe meno di quella generata da altre fonti, ma ciò è vero solo se si conteggia nella creazione di energia solo i costi del processo di creazione tramite il reattore, se invece si aggiungono i costi stratosferici di costruzione (miliardi di euro risultano solo per la nuovissima centrale di 3° generazione in costruzione in Finlandia) e quelli per le misure di sicurezza, l'atomo non è redditizzio, neanche per il privato che perciò si rivolge allo Stato, come in Francia, la cui filiera nucleare civile è poi strettamente legata a  quella militare chesupplisce con denaro e strutture allo smaltimento delle scorie, pericolosissime, e alla gestione degli impianti, altro fatto incontrovertibile.Per concludere in Italia si parla di rischi minori derivanti dalle nuove centrali nucleari, ma quelle di seconda generazione che verrebbero installate non sono poi così sicure (50% di danno o incidenti più o meno gravi come fuga di radiazioni o contaminazione di acqua earia), inoltre necessitano di tempo per essere costruite, nel migliore dei casi 10 anni prima dell'attivazione, i costi poi sarebbero coperti dallo Stato, quindi dalla tassazione sulla collettività, necessitano poi di enormi quantità d'acqua per il raffreddamento, in un paese in perenne crisi idrica, l'acqua di mare non può essere utilizzata perche appunto salata. L'uranio necessario per la funzione di qualsiasi centrale intanto si sta esaurendo, si calcolache nel 2040 sarà terminato, quindi avremmo uranio nel migliore dei casi per il funzionamento di centrali nucleari durante una ventina d'anni, passati questi si presenterebbe il problema  dello smaltimento delle scorie... In Italia vi è un deposito mal tenuto e costoso, che presenta già problemi di stoccaggio e tenuta, con riversamento di acqua radioattiva nell'intercapedine di protezione, e questo è un fatto.I nostri attuali governanti parlano di Centrali nuclari come se fossero acqua fresca, ma dimenticano di non saperne poi assolutamente nulla, per contro dimenticano i 250 giorni di insolazione di cui dispone il nostro paese, come del vento e del  moto ondoso (l'Italia è circondata dal mare...) che potrebbero tranquillamente supplire al bisogno energetico, con centrali eoliche, pannelli fotovoltaici ecc, le sparate della politica insomma evidenziano un evidente pressione lobbistica che come l'inceneritore di Acerra porterà a realizzare per il privato opere costose e "inutili" tramite soldi della collettività, che poi neanche saranno terminate o attivate tra dieci anni, ma avranno permesso di soddisfare un pò di commesse per  gli industrialotti del nostro paese, utili a rimpinguare le loro tasche ... e a svuotare un pò di più le nostre: questi non sono altro che fatti.