Snorki sarai tu!

Loredana Bertè "Il martirio di essere donna"


Non parla, ma grida. Ride e piange, al telefono. Loredana Bertè è come le sue canzoni: un urlo disperato e iconoclasta. Ma è dal presente che la cantante vuole cominciare a parlare. Dell’album con Spagna, Music Lola e Angelina Project, fresco di stampa. "Il mio passato lo conoscono tutti, chi se ne frega". Ok, allora parliamo del cd. "In Italia noi donne abbiamo il bollino di scadenza, come lo yogurt. Se hai i capelli grigi, sei pronta per la bara. Gli uomini no. Il sale e pepe a loro sta bene. Guardi Pino Daniele o Claudio Baglioni. Mi sono detta: è l’ora di dimostrare che sono anche un’a utrice. Che so scrivere canzoni della madonna, e la presenza di un’a mica accanto a me, che canta con me, forse può dimostrare questa mia dote. Spagna è simpatica. E’ dotata di un’ironia pungente". Cancella concerti all’ultimo momento, fa le bizze. Ingestibile è l’aggettivo che viene accostato a Loredana Bertè dagli addetti ai lavori. "E io rispondo vaffanculo. Il palco è la mia casa, è la mia valvola di sfogo. Lì sono davvero me stessa. Ci rido e ci piango. Come posso rinunciare a salirci? Anzi, quando sono lì sopra, devono buttarmi giù per farmi smettere. Io ho una Treccani di canzoni fare dal vivo. Le vorrei cantare tutte. Non sono stata io a far saltare le tourné, sono i promoter che annunciano concerti che non ho mai fissato". Altra accusa: è sempre rancorosa. "Io sono incazzata con la vita. Già è difficile essere donna. Per me è stato un martirio". "Un pettirosso da combattimento". Così la definì De Andrè, che le suggerì il titolo del suo primo album dopo la morte di Mia Martini. "Fabrizio è stato uno dei primi a credere in me come autrice. Loredana, scarnifica, vai dritta al nocciolo, e vedrai che il pezzo vola. Fu lui a consigliarmi di leggere i Vangeli apocrifi, Gesù è stata un uomo radicale, uno estremo, un pazzo mi diceva. E io ho letto tutto, anche la Bibbia".E’ credente?"No. Penso che il diavolo sia l’ultimo umanista, e che il secolo appena trascorso sia stato tutto nelle mani di Lucifero. L’a ltro dove stava? In vacanza? Faceva l’assenteista? Dopo il pastore tedesco, aspetto il papa nero. Quello annunciato da Nostradamus, non Milingo". Cosa le manca di sua sorella? "Le litigate: quello è mio, questo è tuo. Mi mancano le sue risate, la sua voce. I compleanni.
Siamo nate nello stesso giorno: una candela infilata in una merendina, e lei che diceva Loredà, ma che festeggiamo a fare? Questa volta è l’ultima...Non è vero che il tempo cancella tutto, anzi: la sua morte è come se fosse avvenuta cinque minuti fa. Io la vivo come colpa. Se solo avessi viaggiato di meno e l’avessi ascoltata di più". Cos’è l’amicizia?"E’ una questione di pelle. Di lealtà. E’ più importante dell’a more, che tanto prima o poi finisce. L’amicizia, invece, dura per sempre. Quella vera, disinteressata". Loredana Bertè oggi? "Vivo una vita normale. Da sola, a Milano. Creo i miei abiti, faccio capellini, scrivo canzoni. Ho i miei amori, ma li tengo nascosti. Sto lontana dai giornali scandalistici: mi hanno ammazzata abbastanza". Il suo sogno? "Poter cantare le mie traduzioni delle canzoni di Bob Dylan. Ho saputo leggere quello che scrisse tra le righe, dico quello che lui non riuscì a dire. E poi vorrei che qualcuno scrivesse la mia biografia". Chi? "Uno bravo. Tipo Michele Serra. Mica è facile, sa, raccontarmi? Perché io di vite non ne ho vissute solo una. Ma almeno quattro".