Snorki sarai tu!

Europee 2009 - Italia dei Valori


Ci sono a volte particolari che raccontano la realtà meglio di qualunque discorso. E dunque è il colpo d’occhio quello che colpisce: terrazza romana tra le più prestigiose, ospiti dell’hotel Majestic, in via Veneto, accolti da portieri e camerieri in livrea. Buffet sontuoso. Sale affrescate per vedere la tv e per ospitare i giornalisti. Bella gente, donne magre ed eleganti, vestiti di sartoria per gli uomini. Il partito di Antonio Di Pietro ne ha fatta di strada dagli oscuri palazzoni del quartiere Esquilino dove il tenace Tonino ha cominciato a fare politica. Il balzo in avanti dell’8%, che significa quasi un raddoppio di voti in dodici mesi, è già interiorizzato. E già non basta.Si guarda avanti. Di Pietro ha assunto un tono presidenziale. Medita le parole. E alla fine, quando è quasi mezzanotte, e finalmente le proiezioni si stabilizzano, decide di commentare: «Se i numeri restano questi, da domani non siamo più un parte dell’opposizione. Siamo parte dell’alternativa. Sentiamo il dovere di non perdere un solo minuto per proporre, e proporci, come co-fondatori di una nuova coalizione. Siamo l’alternativa a un regime fascista, razzista e piduista come quello di Berlusconi». Bisogna attarezzarsi: «Voglio la spersonalizzazione del partito. Via il mio nome dal simbolo».Sulla terrazza dell’hotel Majestic, si attendono i risultati del voto con un bicchiere di vino in mano. Sembra una festa. In realtà è una festa. La festa che Di Pietro e i suoi candidati vogliono fare innanzitutto al Pd. Aspettano gli alleati al varco, sapendo di vedere scorrere il sangue. Dice ad esempio un candidato illustre come Luigi De Magistris, il magistrato prestato alla politica (che pare aver fatto un pieno di voti): «Anche il Pd deve fare i conti con la questione morale. E deve decidersi di non inseguire Berlusconi sul terreno del berlusconismo... quella cultura che ti calcola sulal base di quanti soldi hai».Il leader è in giro e gongola. «Lo volete capire - dice ai giornalisti - che questo non è più il partito di Di Pietro? Abbiamo messo su una squadra giovane e capace. E adesso vogliamo essere chiamati Italia dei Valori». Ci tiene molto alla storia dei co-fondatori della prossima alleanza antiberlusconiana. Lo fa con il piglio di chi intende comandare. «Dobbiamo vedere con quali partiti e soprattutto con quali uomini». Il passato, di quando al Pd si predicava l’autosufficienza, e Veltroni ammise Di Pietro per un pelo, èarchiviato. Ora c’è il futuro. Che parte dal Majestic. E dal suo ingresso sulla terrazza accompagnato dalla figlia, Anna, 21 anni, bella ragazza, appariscente, con miniabito e sandali. In molti s’interrogano. E lui: «E’ mia figlia, chi credete che sia?». Nessun riferimento al gossip di maggio sembra casuale.