Snorki sarai tu!

Berlusconi minaccia l'Unità


 Non bastandogli le trasmissioni tv, il padrone di Mediaset e presidente del Consiglio pro-tempore, Silvio Berlusconi, si è pagato il palazzetto dello sport di Firenze pieno della sua claque per poter parlare sicuro che nessuno lo possa contraddire.  L’esibizione è quella di sempre, con una piccola variante al copione: si inizia con l’inno nazionale anziché con quello di Forza Italia, in tempi difficili meglio chiamare a raccolta i patrioti e i fedelissimi. Come un inedito Maurizio Agliana, il mercenario italiano sequestrato in Iraq, e adesso a capo del servizio d’ordine forzista alla kermesse berlusconiana.D’altronde il Berlusca non ama le Procure. Parole sue, dette in un’intervista ad un’emittente regionale toscana. «Io che non ho nessuna simpatia per la Procura ho dovuto farmi violenza ed andare dai magistrati» per deporre sul caso Unipol, ha spiegato, aggiungendo anche che i magistrato non gli hanno neppure fatto un sorriso. Dunque, che volete che ne sappia di inchieste e indagini sulla gente che gli gira attorno.È invece bravissimo ad invocare gli strali della legge sugli altri, visto che i suoi avversari – dice senza rendersi conto dell’umorismo - si sono fatti leggi ad personam per sfuggirne i rigori. Come Prodi, che avrebbe dovuto rispondere ai magistrati per i soldi dati alla Dc dal sistema delle partecipazioni statali, e invece si è depenalizzato. Giusto in tempo, spiega il berlusca. Un’accusa che Romano Prodi rimanda al mittente senza troppi giri di parole: «Berlusconi la smetta: si è visto già che le sue bugie hanno le gambe corte e non hanno neanche la possibilità di mettersi i rialzi nei tacchi».Soldi che, ai comunisti («più pericolosi adesso che non c’è più il comunismo», ma non ha spiegato perché, anche se è sicuro, dice nell'intervista tv, hanno preso macchiati di sangue dall'Urss) li danno invece le coop. Rosse, naturalmente. Un ritornello che sta ripetendo da mesi, anzi da anni: da quando ha dovuto rinunciare alla Standa che stava per fallire e ne diede la responsabilità, anche quella volta, alle cooperative che non pagavano le tasse.Ma, al solito, l’attacco più virulento è all’Unità. «Spero che l'Avvocatura dello Stato intervenga e faccia ciò che le compete fare», ha ingiunto il premier dal palco della manifestazione. La ragione? L’intervista al senatore diessino Guido Calvi che denuncia un’aria pesante, da dossier dei servizi. «C’è un cd che gira con 2000 intercettazioni di telefonate taroccate da usare contro i Ds» denuncia Calvi sulla prima pagina de l’Unità del 21 gennaio. E il premier agita il quotidiano gridando: «Questi signori pensano che noi ci comportiamo al governo come pensano di andare a comportarsi loro. Dobbiamo reagire a questo sacrilegio dobbiamo reagire a questa bestemmia della democrazia».