Snorki sarai tu!

Dialogo tra sordi sul Danubio


L'obbligo di esprimersi in lingua slovacca appena imposto da Bratislava nei locali pubblici è stato accolto a Budapest come un grave attacco alla minoranza ungherese. mentre i due vicini si scambiano accuse di imperialismo, il settimanale magiaro Heti Világgazdaság si appella all'Unione europea perché freni la deriva nazionalista slovacca.Il metodo ricorda la politica delle minoranze di Ceausescu: d'ora in poi qualunque medico ungherese dovrà parlare in slovacco con il suo paziente ungherese, anche se nessuno dei due lo vuole. In modo altrettanto surrealista, la guida culturale dovrà fare il suo discorso in slovacco anche se il pubblico è al cento per cento ungherese.La legge, apertamente contraria alla lingua ungherese, ha provocato la protesta di tutti i partiti ungheresi. Sull'esempio della polizia religiosa di Khomeini o dei talebani, le autorità di Bratislava hanno ormai assunto una funzione di "polizia linguistica". Ironia della storia, i "fondamentalisti etnici" della coscienza nazionale slovacca, in ritardo di una guerra, copiano i peggiori esempi del nazionalismo magiaro del passato.