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Verdi, lite su tessere e linea del partito


Scoppia la guerra delle tessere nei Verdi. E non si tratta solo di potere fine a se stesso, ma di un vero e proprio scontro politico fra chi vuole schierare il partito a sinistra e chi invece vuole una svolta riformista. La vicenda rischia di finire in tribunale, «u partito ha respinto l'iscrizione di quasi 400 persone con una lettera di poche righe senza nemmeno spiegare il perché. Hanno buttato fuori gente con vent'anni di militanza ambientalista dicendogli solo che "non sussistono i requisiti". E guarda caso sono tutte persone che abbiamo portato noi dell'opposizione interna Ma sono iscritti veri, gente che vuole partecipare attivamente alla vita di partito», denuncia Angelo Bonelli, ex capogruppo dei Verdi alla Camera, contrario alla linea del presidente Grazia Francescato che vuole l'alleanza degli ambientalisti con Sinistra e Libertà di Nichi Vendola. «Non mi interesso delle tessere, ma so che i garanti, su richiesta mia, hanno solo applicato le regole che ci siamo dati. Chi è stato escluso, evidentemente non aveva i requisiti», replica Grazia Francescato, presidente dei Verdi. Il partito ambientalista in autunno va a congresso, il tesseramento si è chiuso a fine gennaio. Da una parte c'è appunto la Francescato, sostenuta fra gli altri dagli ex parlamentari Paolo Cento e Loredana De Pétris: insieme vogliono tenere i Verdi a sinistra. Bonelli guida invece l'opposizione, in cui si riconoscono fra gli altri Marco Boato e Gianfranco Bettin: «Noi vogliamo un partito riformista e ambientalista. Confluire in Sinistra e Libertà vorrebbe dire la morte dei Verdi. Noi vogliamo sganciarci da questa idea superata e perdente. Vogliamo un partito che punti a recuperare le tematiche ambientaliste, senza pregiudizi politici». Una posizione che Bonelli vuole portare al congresso. Ma l'ex deputato rischia di andare con la squadra di delegati ridotta ai minimi termini: «Le persone respinte dal partito, da quanto mi risulta, sono solo gli iscritti nostri», dice Bonelli. Le lettere, con sette mesi di ritardo, in questi giorni stanno arrivando. Dal partito spiegano che «si tratta di iscrizioni raccolte in maniera irregolare, nessun attacco a Bonelli, ma solo controlli di routine per verificare il rispetto delle regole». Bonelli però insiste: «Nelle lettere non c'è scritto di quali irregolarità si tratta. Da quello che abbiamo saputo, si sono attaccati a un cavillo formale. Allora potevano svegliarsi prima e chiedere di sanare l'irregolarità, come sarebbe normale, anziché fare passare tutto questo tempo per poi dire che l'iscrizione era irregolare. È un comportamento sospetto. L'impressione è che vogliano togliere la voce all'opposizione, anche perché da quanto ci risulta le nostre domande di iscrizione sono state controllate a una a una, le altre no». «Polemiche assurde — risponde secca la Francescato —, io mi sottraggo ai giochi delle tessere che sono assurdi in qualsiasi partito e diventano addirittura ridicoli in una realtà piccola come la nostra. In ogni caso mi hanno assicurato che non c'è stata alcuna discriminazione né accanimento nei confronti di nessuno». La questione però potrebbe avere strascichi legali. Alcuni degli aspiranti iscritti hanno preso carta e penna e hanno chiesto chiarimenti al partito e a Grazia Francescato. Altri, invece, si preparano a ricorrere al Tar.