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No a prof religione a scrutini


Sta suscitando un coro di polemiche la sentenza del Tar del Lazio che impedisce agli insegnanti di religione di partecipare agli scrutini, con la Cei in prima linea contro quella che definisce una "assurdità".Il Tar del Lazio ha ieri accolto un ricorso per l'annullamento di un'ordinanza per gli esami di stato 2007/2008 adottata dall'ex ministro dell'Istruzione Giuseppe Fioroni sotto il governo Prodi, che prevedeva che a determinare il credito scolastico per gli esami di maturità potesse concorrere anche la valutazione dell'insegnante di religione.Con questa sentenza, la frequenza dell'ora di religione cattolica non concorrerà all'attribuzione del credito e i docenti di religione non potranno partecipare alle deliberazioni del consiglio di classe.Secondo il Tar, infatti, "sul piano giuridico un insegnamento di carattere etico-religioso, strettamente attinente alla fede individuale, non può assolutamente essere oggetto di una valutazione sul piano del profitto scolastico".aggiornamento: Il ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini ha annunciato che ricorrerà al consiglio di Stato contro la sentenza del Tar del Lazio sull'illegitimità della presenza degli insegnanti di religione negli scrutini . Anche il sindacato autonomo degli insegnanti di religione si appellerà contro la sentenza, che ha già scatenato la reazione dei vescovi italiani. I presuli, nella persona di mons. Diego Coletti, hanno di fatti parlato di provvedimento, che rischia di aumentare la diffidenza verso la magistratura, e che, al contempo, assurge a "esempio di bieco illuminismo".