Snorki sarai tu!

Nel nome de l'Unità


Non passa giorno senza che l'attuale (speriamo ancora per poco) presidente del consiglio attacchi furiosamente l'Unità. E' uno dei fatti più rilevanti di questa campagna elettorale e sollecita almeno tre considerazioni. La prima - forse è la più fatua e più cinica - si compendia in un interrogativo: perché Berlusconi sta facendo tanta propaganda all'Unità? Si rende conto che non gli conviene proprio, che in questo modo crea attorno all'Unità una mobilitazione di compagni come da qualche decennio non si registrava?La seconda considerazione si determina in un secondo interrogativo: perché Berlusconi concentra la sua polemica contro l'Unità? Quale obiettivo si pone? Una risposta possibile, ma non sicura, è che attaccando l'Unità Berlusconi voglia ridurre tutta l'opposizione a comunismo e così fare dell'anticomunismo la sua arma vincente. Poche chiacchiere - dice Berlusconi - tutti voi che vi opponete a me siete comunisti o succubi dei comunisti e avendo come mio obiettivo principale l'Unità vi faccio tutti comunisti sanguinari, pericolosi e sconfitti dalla storia.La terza considerazione è che la campagna di Berlusconi contro l'Unità è inaccettabile e fondamentalmente anticostituzionale. Quando accusa l'Unità di promuovere e sollecitare attentati contro la sua vita, dice anche che se ne avesse il potere chiuderebbe l'Unità, colpevole di organizzare attentati mortali contro il presidente del consiglio in carica. Tutto ciò è contro la Costituzione, contro la libertà di stampa ed è inaccettabile da parte dei cittadini e da parte di tutti i giornali, compresi quelli appartenenti alla famiglia Berlusconi. La polemica politica è costituzionale e legittima, ma la natura delle accuse e la loro fonte (il presidente del consiglio) non sta nell'ordine delle polemiche: è un attacco inaccettabile alla libertà di stampa. Pertanto obbligatoria, certamente opportuna, una iniziativa della Federazione della stampa e di tutta la stampa italiana, contro l'agire di Silvio Berlusconi: la libertà di stampa non si tocca e Berlusconi metta giù le mani dall'Unità. Questo nostro è un appello a tutti i colleghi e agli editori: un loro far finta di niente, un loro silenzio sarebbero assai preoccupanti. Aspettiamo notizie.(valentino parlato)