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Berlusconi cita per danni anche l'Unità: le reazioni


Silvio Berlusconi alza il livello dello scontro con i suoi critici, citando in giudizio il quotidiano l'Unità, legato all'opposizione parlamentare cioé al Pd. La nuova mossa del premier ha suscitato la reazione indignata dello stesso Pd che, con Dario Franceschini, parla di "intimidazione", nonché delle altre forze di opposizione. Mentre la Fnsi ha convocato per il 19 settembre la manifestazione nazionale per difendere la libertà d'informazione. Ad annunciare la citazione in giudizio per danni, in sede civile e non penale, è stato lo stesso quotidiano fondato da Antonio Gramsci, che oggi gode del sostegno economico dei gruppi parlamentari del Pd, partito al quale è legato direttamente. Berlusconi chiede due milioni all'Unità, nonché una pena pecuniaria di 200.000 euro ciascuna per il direttore responsabile Concita De Gregorio, le giornalista Natalia Lombardo e Federica Fantozzi, l'opinionista Maria Novella Oppo e la scrittrice Silvia Ballestra. Il tutto per articoli ed opinioni pubblicate tra il 13 luglio e il 6 agosto a proposito della vicende delle escort. L'intenzione del premier, fanno sapere ambienti di governo, é di devolvere l'eventuale ricavato della causa civile all'ospedale San Raffaele di Milano. "Introduce il reato di lesa maestà, vuolechiuderci", replicano invece dal giornale. Immediate le espressioni di solidarietà 
al quotidiano e alle sue giornaliste proprio dei due presidenti dei gruppi del Pd al Senato e alla Camera, Anna Finocchiaro e Antonello Soro. "Ancora una volta - ha detto Finocchiaro - la reazione di Berlusconi al dissenso nei confronti del suo operato è tanto violenta, quanto incapace di rispondere alle domande e alle critiche che i media nazionali e stranieri gli rivolgono. Eppure, un capo del governo che si rispetti dovrebbe sapere che il suo operato può essere oggetto di critiche da parte della stampa, dell'opposizione". "Solo l'indignazione supera lo sconcerto per l'arroganza del capo del governo", ha detto Soro, che ha chiesto agli esponenti di "tradizione democratica e liberale" del Pdl di "far sentirà in modo chiaro e forte una presa di distanza". E tutti gli esponenti del Pd parlano di "intimidazione" o di "aggressione" al quotidiano e alla libertà di informazione: dal segretario Dario Franceschini, a Paolo Gentiloni, da Piero Fassino a Massimo D'Alema. A difende l'Unità scende in campo anche l'Udc: "Il diritto di critica, anche dura, è il sale di una democrazia compiuta", ha detto Roberto Rao. Quanto ad Antonio Di Pietro, l'ex Pm evoca una sorta di impeachment, e chiede che il
Parlamento discuta se Silvio Berlusconi "possa rappresentare ancora il paese con la piena facoltà di intendere e volere". Il Pdl ha difeso l'iniziativa politico-giudiziaria del premier: non solo un folto numero di esponenti ex Fi (Fabrizio Cicchitto, Luigi Casero, Osvaldo Napoli, Daniele Capezzone, Enrico Costa) i quali affermano che la critica non può diventare diffamazione, ma anche ex An, come Ignazio La Russa: "Dopo tante volte - ha detto il ministro della Difesa - che hanno detto che Berlusconi non si fida della magistratura, mi aspettavo che lo applaudissero. Invece evidentemente hanno di che temere e quindi protestano". "C'é un netto salto di qualità - ha detto il direttore dell'Unità, Concita De Gregorio - nella 'campagna d'autunno del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Ormai il messaggio è: quello che non posso comprare lo riduco al silenzio e lo faccio chiudere". Intanto, la Federazione nazionale della Stampa e le associazione che si battono per la libertà di informazione hanno un motivo in più per indire la già preannunciata manifestazione, che infatti si terrà sabato 19 settembre. "Questa campagna non si fermerà a Repubblica e all'Unità, a Raitre e al Tg3 - ha detto Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo 21 - ma coinvolgerà numerose altre testate e anche quelle, magari anche di destra, che vorranno fare semplicemente il loro mestiere".