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Norvegia al voto, vince il centrosinistra


La Norvegia continuerà a essere governata dal centrosinistra. I socialdemocratici (primo partito del Paese) e i loro alleati socialisti e centristi hanno ottenuto 86 dei 169 seggi dello Storting, il Parlamento, contro gli 83 andati ai partiti di destra e l'unico assegnato alla formazione di estrema sinistra. La coalizione guidata dal primo Jens Stoltenberg, al potere dal 2005, ha quindi la maggioranza, seppur risicata. E il leader dello scheramento rosso-verde ha stabilito un primato: era dal 1993 che in Norvegia il
governo in carica veniva regolarmente battuto nelle elezioni. Nel 2005 il blocco di centrosinistra si era aggiudicato 87 seggi, il centrodestra ne aveva conquistati 82. La vittoria della coalizione composta da Labour, partito Socialista e partito di Centro ribalta le previsioni delle settimane scorse, quando veniva data per vincente la compagine di centrodestra che puntava su un programma di riduzione delle tasse e liberalizzazioni nel Paese che può vantare il più ricco sistema di welfare del mondo. A far pendere gli elettori per la stabilità sarebbero stati i dubbi nei confronti di un centrodestra troppo frammentato tra il partito Conservatore guidato da Erna Solberg, la formazione populista Progress di Siv Jensen (che ha comunque confermato il ruolo di secondo maggior partito) e due altre formazioni di centro. Il loro programma puntava tra l'altro su un maggiore sfruttamento dei giacimenti del mare del Nord, aprendo alle trivellazioni i paradisi ecologici delle isole Lofoten, e non escludeva una nuova apertura all'ingresso nelle Ue, ipotesi già bocciata in due referendum (1972 e 1994). In gioco, al di là della leadership politica nel quinto maggior esportatore di petrolio al mondo, anche i destini del secondo maggior fondo sovrano del pianeta.