Snorki sarai tu!

Barroso sarà il presidente della Commissione europea anche nei prossimi cinque anni.


Josè Manuel Barroso sarà il presidente della Commissione europea anche nei prossimi cinque anni. Dopo aver ottenuto la designazione unanime dei ventisette capi e di governo dell'Ue, oggi a mezzogiorno ha ricevuto una solida investitura del Parlamento europeo dopo una battaglia durante due mesi e animata da una suspense finta. L'esito non è mai stato in dubbio e l'unico che ha veramente temuto di non farcela è stato il portoghese. Visto da fuori era scritto nelle stelle. L'unico dato interessante è il numero dei voti. Col Trattato in vigore, ovvero Nizza, bastava la metà dei votanti. Lisbona chiedeva la metà più uno degli aventi diritto. Barroso ne ha presi 382 su 718. Quindi vale Lisbona. Contrari in 219 e astenuti a 117. Un successo per il portoghese. Neanche il segnale minacciato dai suoi oppositori. Entrando in aula alle 12.16 - a finaco del presidente Jerzy Buzek - è stato applaudito lungamente. Lui si toccava il petto e ringraziava. Gli hanno stretto la mano i leader dei gruppi. Un mazzo di fiori è apparso sul suo tavolo. Ha preso la parola: "Avete abbracciato la mia ambiziosa agenda per i prossimi cinque anni". Ringrazia il Ppe ma assicura che "il mio partito è l'Europa". Ringrazia governo portoghese e il premier Socrates "senza il quale non sarei stati rieletto". Ribadisce disposizione a collaborare per rafforzare la democrazia parlamentare. "Europa più forte pe rla liberà e la soliderietà. Grazie". Appluasi ancora. Perché ancora Barroso? Perché è il garante del minimo comune denominatore. Pragmatico, disposto a molto, bella presenza, sette lingue ben parlate, è l'uomo dei compromessi per eccellenza. Il che non piace in teoria ma nel condominio europeo è un look che non tradisce. Ha delle visioni ma le tiene per se. E' ben disposto alla tecnica dei due passi in vanti e del passo indietro. E' insomma il presidente perfetto per l'Europa che vogliono i governi in questo momento. Non è un merito da poco. Certo il mio modello resta Delors, il modello di un presidente che si caricava l'Europa sulle spalle e la porta con forza, anche lui, al compromesso inevitabile. Ma non smise mai di far sognare che crede nell'Europa. La prova? Lo hanno votato anche i suoi rivali politici, i premier della famiglia socialista di Portogallo, Spagna e Regno Unito. Barroso è una delle poche entità sulla quale destra e sinistra sono in perfetta sintonia. Lo sconfitto è Martin Schulz. Da maggio ha cercato di legittimare la sua azione contro Barroso, anche quando era chiaro che non ce l'avrebbe fatta mai. Ed era anche chiaro, lo ha ricordato ieri sera Daniel Cohn Bendit, "che stava facendo tutto questo per i suoi interessi personali". Il tedesco, miracolato dal suo nemico Silvio Berlusconi, punta ad essere presidente del parlamento europeo nella seconda metà della legislatura europea. La sua politica moscia contro Barroso dovrebbe aiutarlo ad avere il consenso del Ppe per il rispetto del patto tecnico fra i due gruppi. Per il suo obiettivo ultimo è disposto a fare tutto. Ma, almeno a quanto si sentiva dire ieri, pare che fra i suoi si stia immaginando la possibilità di fargli un po' di fronda. Io non ci credo, ma sarebbe una buona notizia. Tuttavia Schulz resta il candidato Spd per la commissione europea quindi potremmo ritrovarcelo a Bruxelles. Bad news! Il vincitore è Guy Verhofstadt. Quando ha capito che non c'era niente da fare il leader liberlademocratico ha cercato di inchiodare Barroso su alcuni punti chiave. In questo modo ha limitato i danni. E' uno dei cervello più lucidi e interessanti dell'Ep, in questa fase. Gli italiani. Pdl a favore. Lega contro. Pd astenuto.