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La Grecia svolta a sinistra


Dopo una notte di festa, la Grecia si risveglia con un nuovo assetto politico, chiaro e ben definito. Le sue sfide, la lotta alla corruzione e la crisi economica, sono battaglie assai difficili: ma il Paese avrà una guida chiara e stabile per provare ad affrontarle. 
Il partito socialista (Pasok) di Giorgio Papandreu ha vinto nettamente le elezioni politiche di domenica: 160 seggi sui 300 dell'Assemblea nazionale, ovvero un 43,9 per cento dei voti che grazie al premio elettorale offrono una buona maggioranza parlamentare. La sconfitta per i conservatori del premier già dimissionario Costas Karamanlis è peggiore del previsto: Nuova Democrazia è caduta al 33,4 per cento, solo 91 seggi rispetto ai 151 del parlamento uscente. Karamanlis oltre a passare la mano nel controllo del governo ieri notte si è dimesso dalla guida del partito. Giorgio sarà il terzo primo ministro figlio della "dinastia" Papandreu dopo il padre Andreas che fondò il Pasok dopo la dittatura dei colonnelli e dopo il nonno Giorgio, primo premier del Paese dopo la liberazione dall'occupazione tedesca nel 1944. Con Karamanlis il nuovo premier si era confrontato già nel 2004 e nel 2007, quando aveva sempre vinto la destra. Anche Karamanlis è nipote e figlio di primi ministri e ministri della Grecia del dopoguerra: ma la caricatura divertente di un Paese governato da due dinastie in guerra come Orazi e Curiazi è appunto una caricatura.