Snorki sarai tu!

Polverini rischia di pagare lo sgarbo pugliese dell’Udc


Gli uomini del premier guardano con sospetto e preoccupazione al modo in cui l’Udc, a nemmeno ventiquattr’ore dalla vittoria di Nichi Vendola alle primarie, ha deciso di chiudere la porta in faccia al candidato del Pdl alla presidenza della Puglia, Rocco Palese, per presentare, con l’evidente scopo di far perdere il centrodestra, una figura di peso come Adriana Poli Bortone.Sospetto e preoccupazione pari a quelli che hanno accompagnano fin dal principio la candidatura nel Lazio di Renata Polverini, giudicata dai berluscones “la candidata del presidente della Camera” e non di tutto il suo partito. L’annuncio giunto ieri dalla
Puglia ha rafforzato i dubbi di Palazzo Grazioli sulla pericolosità del rapporto tra Fini e Casini nel laboratorio laziale. Perché con la candidatura della Poli Bortone, restano due sole regioni dove l’Udc è alleata al centrodestra: la Calabria (e anche Scopelliti è vicino all'ex leader di An) e, appunto, il Lazio.Insomma, nel Pdl hanno dovuto constatare con un certo disappunto che Casini offre sponde al centrodestra solo per dare una mano ai candidati di Fini, cioè dell’unico leader del centrodestra che si oppone alla monarchia berlusconiana, mentre, per il resto, o va per conto suo o col Partito democratico.A fare le spese di questi sospetti e di questi veleni è Renata Polverini che, perduto non poco dell’iniziale smalto dopo la candidatura di Emma Bonino, è stata lasciata sola con Storace a fare campagna elettorale. Una compagnia abbastanza scomoda perché richiama la vecchia, e non entusiasmante, esperienza di governo regionale di centrodestra nel Lazio. Gli altri ex colonnelli di An si sono fino ad ora ben guardati dallo scendere pancia a terra a sostegno della candidata. E si teme che, una volta ufficializzate le liste, gli esclusi che tireranno i remi in barca saranno molti di più. Infatti, a giudicare dai manifesti elettorali sparsi per Roma, i faccioni appiccicati sui muri con il nome dell’aspirante candidato e quello di Polverini sono almeno il doppio dei posti disponibili nelle liste. Si teme, in sostanza, che nei prossimi giorni possa ulteriormente aumentare - verso la Polverini e verso il suo stratega Velardi - il malumore di una parte del ceto politico del centrodestra romano. “Aumentare” perché già la Polverini, presentandosi come estranea ai partiti e anzi dotata di un proprio “valore aggiunto”, aveva già suscitato una certa irritazione.