Snorki sarai tu!

I bamboccioni italiani visti dal resto d'Europa


Da quando il ministro Brunetta ha sollevato l'ennesimo polverone con la sua proposta di una legge per costringere gli italiani a lasciare la casa dei genitori prima della mezza età, i "bamboccioni" di Padoa-Schioppana memoria hanno sostituito l'assonante Berlusconi come parola chiave degli sfottò all'Italia. Soprattutto sui media britannici: Guardian, Daily Telegraph, Times e Bbc hanno tutti sguinzagliato i loro
corrispondenti da Roma alla ricerca del pittoresco mammone da esibire insieme al consueto campionario di cliché e a qualche spunto di autocritica sulla "boomerang generation" d'oltremanica, i venti-trentenni risospinti al paterno ostello dai venti della crisi.Del resto, come Público e Repubblica hanno recentemente sottolineato, più che folkloristico il fenomeno è preoccupante, e ha radici strutturali che trascendono la proverbiale scarsa intraprendenza domiciliare degli italiani.Ma c'è anche chi vede il lato positivo: sull'Independent, Carola Long ripensa a quando tornò a vivere con i genitori, scoprendo che "non erano solo due vecchi barbogi che avrebbero distrutto il mio stile, ma persone interessanti e piene di utili consigli" su come riparare una caldaia o pagare i contributi. "I britannici se la ridono dei quasi trentenni italiani che non vogliono andarsene da casa, ma sono anche invidiosi dei loro stretti legami familiari, che sopravvivono anche perché c'è meno vergogna di vivere in famiglia e meno pressione a perpetuare il mito che i più vecchi non sanno capire i giovani". Tutto molto vero. Ma chissà se l'amore per la famiglia di Long, che se n'è andata da casa alla tenera età di 26 anni, sarebbe sopravvissuto alla convivenza infinita che minaccia i disoccupati italiani e non solo.