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Paola Turci: «Pubblicare più cd in pochi mesi è una pazzia. Ma io voglio provarci»


Per quattro anni è stata in silenzio (discografico) in attesa che le ferite di una vita segnata da un pauroso incidente stradale si rimarginassero. Poi, nel 2009, Paola Turci si è scoperta iperattiva: un romanzo, «Con te accanto», scritto a quattro mani con Eugenia Romanelli e ben tre album. «Attraversami il cuore», l’ha presentato in ottobre. «Giorni di rose», uscito ieri, nel quale Paola ha invitato le sue colleghe-amiche (Carmen Consoli, Nada, Marina Rei, Fiorella Mannoia) a scrivere per lei. Il terzo verrà pubblicato nei prossimi mesi. Intanto, domani, la cantautrice romana sarà al Blue Note.Le ferite si sono rimarginate? «Di recente, ho visto un film durissimo "Perdona e dimentica". Ecco, mi sento così: a 45 anni ho perdonato il mio passato, ma non dimentico».Una trilogia in tempi di crisi discografica. Una scommessa? «Di più: una pazzia. Io mi considero un’indipendente, mi appoggio solo ai miei dischi e ai concerti. Ma bisogna provarci ».Cantare al Blue Note, cosa rappresenta per lei? «Lo frequento fin da quando lo hanno aperto, credo di esser stata la prima artista italiana ad averci suonato. Mi piace perché non ha steccati di alcun genere».Per «Giorni di rose» ha invitato tutte le sue amiche. «Sono le artiste che per me rappresentano l’ideale di musica in Italia. Tante sfaccettature, c’è discontinuità. Ma non dissonanza ».Il romanzo, ci sarà un seguito? «Non mi considero un’attrice… ah no, una scrittrice. Il lapsus è freudiano, avrei voluto recitare e ho fatto scuole di teatro e provini con Monicelli e Scola. Non mi sono mai preclusa altre strade, ma rimango una cantautrice».Lei è laziale: per non far vincere lo scudetto alla Roma, domenica tiferà perché la Lazio perda contro l'Inter? «Ho fatto un patto con gli amici giallorossi. Se domenica vengono allo stadio, tifano Lazio, cantano l’inno, allora si può anche vincere. Ma la vedo dura…».