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Caso Enel, l'attacco di Prodi. "Colpa del governo Berlusconi"


"Certo se questo governo, invece di spingere per la nomina di Buttiglione a commissario, avesse difeso la poltrona di Mario Monti dalla concorrenza europea contro i veti interessati di Francia e Germania, probabilmente oggi non saremmo ridotti così". E' durissimo Romano Prodi nell'esaminare gli effetti del grande Risiko che i nazionalismi economici stanno giocando sul tavolo europeo e il cui ultimo episodio è lo stop del governo francese alla scalata di Suez da parte di Enel. "La situazione è drammatica - dice - siamo ancora una volta il ventre molle dell'Europa. Questo governo ci ha regalato un sistema economico nazionale a sovranità limitata". Va bene, professore, ma che c'entra Monti? "C'entra, c'entra. Perché la mia Commissione, con Monti alla concorrenza, è stata l'unico argine alla rinazionalizzazione strisciante dell'economia europea, fatta da francesi e tedeschi in nome dei loro campioni nazionali. Non è un caso se per cinque anni a Bruxelles fummo il bersaglio fisso dei media di Parigi e Berlino. Siamo stati noi a smantellare il sistema tedesco delle Landesbank, a porre limiti severi all'espansione asimmetrica all'estero di Electricité de France, a bloccare gli aiuti di stato a France Telecom, a imporre regole per il salvataggio della francese Alstom. Intanto Buttiglione faceva lobbying a favore dei tedeschi per indebolire la nostra direttiva sull'Opa europea e consentire ai governi di organizzare le difese nazionali. Che però il nostro governo si è ben guardato dall'organizzare".