Snorki sarai tu!

Festival di Cannes: i premi della 63esima edizione


Un borghese piccolo piccolo, alle prese con gli affari sporchi dell’Italia di oggi, divisa tra razzismo strisciante e manie consumistiche. Elio Germano, protagonista della Nostra vita di Daniele Luchetti, vince il premio per la miglior interpretazione a metà con Javier Bardem, malato terminale nella periferia degradata della Barcellona di Biutiful, regia di Alejandro Gonzalez Inarritu. La Palma, secondo le previsioni, va alla fiaba animista del thailandese Apichatpong Weerasethakul, il film più simile ai gusti del presidente di giuria Tim Burton, lontano mille miglia dagli scenari di cruda attualità che hanno dominato l’intera rassegna. La miglior attrice è Juliette Binoche per Copia conforme, film in cui il maestro iraniano Abbas Kiarostami indaga l’universo sempre uguale e sempre diverso delle relazioni uomo donna. Sul palcoscenico l’attrice appare stringendo tra le mani un cartello con il nome di Jafar Panahi, giurato assente perché detenuto in Iran: «C’è un uomo in Iran che sta pagando la colpa di essere un artista. Penso a lui in questo momento e spero che l’anno prossimo potrà essere qui con noi. La sua è una lotta difficile, ma ogni Paese ha bisogno di artisti».Sulla dichiarazione di Germano è subito giallo: «Siccome i nostri governanti rimproverano sempre i cineasti perché parlano male di questo Paese - dice l’attore - dedico questo premio all’Italia e agli italiani che fanno di tutto per rendere l’Italia migliore, nonostante la loro classe dirigente». Nel collegamento del Tg1 l’audio viene meno proprio sulle parole del vincitore, passa un altro servizio, e poi il conduttore Attilio Romita legge la dichiarazioni che non si era sentita. Censura? Da Cannes l’inviato del Tg1 Vincenzo Mollica smentisce con decisione, spiegando che l’incidente è dovuto a un problema assolutamente tecnico, legato all’uso del satellite. Da Roma, intanto, arriva subito la replica del sottosegretario ai Beni Culturali Giro: «La battuta di Germano, moralistica e un po’ snob, riprende un luogo comune su una presunta contrapposizione tra italiani e classe dirigente, come se non fossero i primi a scegliere la seconda». In ogni caso il premio a Germano (gli ultimi predecessori erano stati Marcello Mastroianni nell’87 e Gian Maria Volontè nell’83) è la grande rivincita del cinema italiano, messo in ginocchio dai tagli al Fus e da sempre accusato di vivere grazie ai sostegni statali. Soprattutto per questo, anche se dimezzato, il riconoscimento acquista un sapore importante. Come dire che all’estero, per i cineasti italiani, c’è ancora vita e speranza.Palma d’oro: Uncle Boonmee who can recall his past lives del regista tailandese Apichatpong Weerasethakul. Gran premio della giuria: Des Dieux et des hommes di Xavier Beauvois Miglior regia: Mathieu Amalric (Tournée) Premio della giuria: Un homme qui crie di Mahamat-Saleh Haroun Miglior attore: ex aequeo tra Elio Germano per La nostra vita di Daniele Luchetti e Javier Bardem per Biutiful di Alejandro Gonzalez Inarritu Miglior attrice: Juliette Binoche Copia conforme di Abbas Kiarostami Miglior sceneggiatura: Lee Chang-dong per Poetry Camera d’oro: Anno bisestile di Michael RoweCortometraggi: Palma d’oro: Chienne d’histoire di Serge Avédikian   Premio della Giuria: Micky Bader di Frida Kempff.