Snorki sarai tu!

Ma sul video fa più audience il centrosinistra


Il teorema fondante la video-fobia ulivista doc, con l'efficace ultima esternazione antitelevisiva di Prodi («più guardano la tv, più votano Berlusconi»), sarà sicuramente valido in sede storica di analisi elettorali. Ma se si parla dell'oggi della tv cosiddetta generalista, dei grandi numeri di audience e delle tendenze in atto, a ben vedere sono molti i segnali che vanno in un'altra direzione: a dire il vero, di notevole ora c'è una sorta di pre-sentimento ulivista della televisione.Dopo i risultati irripetibili dello show antiberlusconiano di Adriano Celentano, con quel 50 e rotti per cento, il successo di stagione, come si è detto più volte, è «Che tempo che fa» di Fabio Fazio, che è capace di raggiungere punte del 20 per cento di spettatori su Raitre, e cinque milioni cinque d'italiani, con Umberto Eco come ospite, non con Albano. Su Canale 5 impazza «Zelig», il varietà di Gino&Michele che ha dato i natali anche all'ormai celeberrimo Cornacchione, mentre è stato un mezzo flop l'ultimo show del Bagaglino, con l'immagine di Aida Yespica in mutande sulle note di «I will survive» pescata da Giuliano Ferrara addirittura come simbolo di fine regime. Ancora esempi: conquista la prima pagina dei giornali di mezzo mondo Rainews dell'incrollabile Morrione, con i cronisti scatenati alla conquista di scoop anti-americani, prima le bombe al fosforo a Falluja, ora il presunto contractor-torturatore italiano ad Abu Graib. Ma poi, nientemeno che la domenica pomeriggio, come è successo pochi giorni fa, si vede Pippo Baudo abbracciare in diretta Gino Strada su Raiuno, e omaggiarlo come l'eroe nazionale di oggi. Nel mentre Claudio Lippi, alla «Buona domenica» su Canale 5, rimprovera a Pier Renato del Grande fratello 6: «Invece di tentare con la tv, non faresti meglio a continuare con la medicina e la cooperazione umanitaria, che hai studiato?».Ecco, per confutare un po' il teorema Prodi, basterebbe studiare il Grande fratello 6. La trasmissione che in Italia è nata lanciando come nuove figure giovanili di riferimento Pietro il Guerriero o Marina la Gatta Morta, quest'anno ha lanciato come primo personaggio Lucio, un post-proletario verace e addirittura nemico dichiarato dei «reality show», e poi Franco il Poeta, che vuole spiegare ai ragazzi la cultura intera da Platone alla Scuola di Francoforte. Per non parlare del trionfo incredibile di Man-Lò Zhang da Choncping, che vale come risposta vivente, e irridente, a tutta la Cinofobia leghista e tremontiana. Multiculturalismo militante, autocritica, letture di Adorno e non di Adornato: qualcosa è cambiato nella Casa più osservata dagli italiani. Ma il colpo più duro, stile Istat, viene involontariamente dalla stessa ambientazione separata in due case. Di qua i Nababbi, con tanto di piscina in salotto, e di là i Tapini, che mangiano solo fagioli e vivono in un'anticamera del tugurio.Come se il Grande fratello, sempre assetato di un'audience maggioritaria, e quindi alla ricerca dei comuni denominatori, volesse perfettamente rispecchiare la società italiana che si sta riscoprendo di nuovo troppo divisa in classi. Per dirla alla Prodi, ci sarà un'Italia: perché le due che ci sono vanno di traverso a troppi tapini. di Paolo Martini da La stampa del 3/03/06