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14 crisi nel quinquennio Cdl


Uno dei cavalli di battaglia della Cdl è che nel quinquennio che sta volgendo a termine ha governato dovendo cambiare sono due governi (un presidente); invece il centrosinistra nel 96/01 ha cambiato ben quattro governi (3 presidenti).La Cdl non tiene, però conto, che mentre nel centrosinistra i cambi in corsa sono stati rarissimi e hanno perlopiù costituito la necessità di un cambio di governo, nel loro quinquennio pur di restare arroccati alle poltrone sono riusaciti a fare ben 14 crisi in soli due governi. Un record.Per misurare la produttività di una coalizione non si deve guardare tanto al numero di governi che forma in una legislatura, ma alle riforme che approva.Ecco tutti i cambi della Cdl in questi cinque tragicissimi anni.Quello dell’ex presidente della Regione Lazio è solo l’ultimo caso di un lungo elenco di crisi e abbandoni che hanno segnato la vita dei due governi Berlusconi dal 2001 ad oggi. Quattordici ministri in uscita, per l'esattezza. E ben due, pesantissime, in questa campagna elettorale. È ancora fresco, infatti, il caso del leghista Roberto Calderoli, costretto a lasciare la poltrona di ministro delle Riforme che gli aveva consegnato Umberto Bossi, dopo le polemiche sulle vignette anti islamiche esibite al Dopo Tg1 e i dieci morti nell’assalto al consolato italiano a Bengasi, in Libia.La storia dei cambi di guida nei ministeri durante i governi del centrodestra comincia alla Farnesina. È lì che si consuma la prima lacerazione, quando a gennaio 2002, ovvero a pochi mesi dall’insediamento del governo, gli attacchi del fronte antieuropeista costringono Renato Ruggiero a rinunciare al suo incarico. Di lì una tormentata trafila che porterà a guidare la politica estera italiana prima Berlusconi con un interim lungo 10 mesi, poi Franco Frattini, infine, dopo il passaggio di quest’ultimo alla Commissione europea. Gianfranco Fini. Proprio la nomina di Frattini agli Esteri porta alla sua sostituzione alla Funzione Pubblica con Luigi Mazzella, a sua volta sostituito dall’Udc Mario Baccini al varo del Berlusconi-bis, maggio 2005.Ma i casi più fragorosi devono ancora venire. Uno di questi, nel luglio 2002, quando esce di scena il ministro dell'Interno Claudio Scajola per le polemiche scatenate da una sua pesantissima frase su Marco Biagi, il consulente del ministero del Welfare ucciso dalle Br. Al Viminale va Beppe Pisanu. Scajola si consola un anno dopo sedendosi sulla poltrona di ministro per l’attuazione del programma che proprio Pisanu aveva lasciato libera.Altra Estate, altra crisi. Nel luglio del 2004 l’offensiva di An e Udc costringe alle dimissioni il superministro dell’economia Giulio Tremonti. Al suo posto il più morbido Domenico Siniscalco, già direttore generale del Tesoro. Una controversa parentesi conclusa con il suo sostanziale licenziamento alla fine dell’estate 2005 per le polemiche su Bankitalia e il gran ritorno a via XX Settembre di Tremonti, già promosso a vicepremier dopo la sconfitta delle Regionali. E sempre nell’autunno 2005 Berlusconi risolve la grana Follini, spinto a lasciare non solo la poltrona di vicepresidente del consiglio, ma anche quella di segretario Udc. E finalmente libero di giocare la parte del nemico interno del premier.Storace's story