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Grignani, inferno e paradiso in un libro "Io, molestato quando avevo 10 anni"


Ha fatto tutto in fretta, Gianluca Grignani: il successo a 23 anni, la droga, i viaggi, ha vissuto da rockstar «pensando di essere un panettiere», le donne. Oggi ha una bella moglie, Francesca, ed è padre di tre figli. Destinazione paradiso è il titolo di uno dei suoi successi (3 milioni di copie vendute), ma a 38 anni racconta anche l'inferno. Nell'autobiografia che esce mercoledì La mia storia tra le dita (Rizzoli), si mette a nudo: paure, frustrazioni, le molestie subite, la droga, i sogni da adolescente. «Avevo voglia di tirare fuori tutto per farmi conoscere» spiega«Non sono il personaggio costruito dai giornali, dai discografici: vivo per la musica. Come il panettiere fa il pane, io faccio dischi; il mio lavoro non è migliore di altri, sono un cantautore elettrico. I miei errori sono gli stessi dei miei coetanei. Credo che essere famosi diventerà fuori moda: voglio essere il capostipite». Quello che non ha mai raccontato è lì, nero su bianco, a pagina 120: le molestie subite da bambino: «Mi ricordo l'anno con precisione, il 1982, perché era l'estate dei Mondiali, facevo un corso di tennis con il Coni... Un ragazzine più grande mi aveva preso di mira, era omosessuale e pedofilo, ci provava con me e, dal momento che non ci stavo, mi picchiava. Ero pieno di lividi... A volte si sedeva sopra di me e mi insultava perché non avevo un'erezione... Quando i miei genitori sono venuti a prendermi questo orrendo giochetto era già durato per oltre due settimane». Perché parlarne 28 anni dopo? «Perché, ne sono sicuro, è capitato a tanti altri bambini: si sono tenuti lo stesso dolore, la rabbia, la vergogna. Sono sensazioni che ti porti dentro. Non dimentichi mai. L'ho scritto per liberarmi, ma oggi che sono adulto dico: denunciate gli abusi. Per anni ho avuto grandi problemi personali per colpa di questo malato che ha cercato di farmi violenza... Non ho scritto il nome, all'epocamio padre decise di non fare denuncia, ma lo avviso: mi ricordo chi sei, stai attento. Quello che hai fatto è in un libro». Grignani è bello, ha la faccia da attore—il libro è corredato da foto — e gli da un po' fastidio se lo sottolinei.«Mihaaiutatoavendere i dischi, le due cose sono andate insieme, ma sono timido. Bello? Non sono nessuno». Poi c'è il capitolo droga. «Sui giornali sono stato massacrato, non avevo fatto niente, dall'inchiesta sono uscito pulito. È vero, ho fatto uso di droga, ho iniziato perché lo facevano gli altri, volevo provare. L'80% dei ragazzi inizia per curiosità, anch'io. La droga non migliora la vita, non porta da nessuna parte; nonmihaaiutatoascriverelamusica. Nella droga cerchi la libertà invece ti condiziona». Il ragazzo da copertina che vuole essere il primo dei non famosi prepara un tour teatrale (il 12 ottobre uscirà una nuova edizione di Romantico rock show), e non ha dubbi: «Sono più attuale oggi, La fabbrica di plastica già diceva tutto». Un verso dice: "Sono fatto troppo a modo mio, prova a esser tu quel che non sei", Grignani è tutto lì.