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Bertè: per i miei 60 anni festeggio con Renato Zero


Buon compleanno, Loredana Bertè. La Bertè di tutti noi, la ragazza che era rock senza saperlo quando il rock per le donne in Italia non esisteva, ieri ha fatto 60 anni in solitudine volontaria d'artista, ma solo per stanchezza: sabato era in concerto a Pescara, («Dovevi vedermi. Avevo una minigonna vertiginosa, ho ancora le gambe più belle della musica, diventavano matti. Sapevano tutte le mie canzoni ma io mi ero portata dietro solo sedici basi») e ha preferito poi prendere la via del ritorno nella notte. E' arrivata a casa ormai di pomeriggio, e il riposo diventava doveroso, anche per chi di anni ne avesse assai meno. «Mi hanno offerto interviste e copertine, e cofanetti-funerale. Ma io niente. Stasera ho la febbre, vado a dormire. Festeggerò il 29 settembre sul paleo a Roma con Renato Zero, che compirà pure lui 60 anni, quel giorno - annuncia al telefono -. Finalmente interpreterò, insieme con la voce di Mimi, la versione giusta di Siamo come siamo che cantavo con lei a Sanremo. Renato ha preparato una cosa megaga-lattica con i filmati Rai». Anche Mia Martini avrebbe compiuto i suoi 63 anni oggi; sono nate a un giorno di distanza. E il pensiero della sorella continua a perseguitare i suoi ricordi: «Ancora oggi non voglio il telefonino proprio per la notte in cui morì. Mi aveva regalato un cellulare, lei, e io quella sera sentivo che qualcosa andava storto e non sono andata a una serata di Rifondazione Comunista in piazza Duomo dove dovevo esibirmi. Il telefonino suonava e suonava, in casa. E 10 non rispondevo perché pensavo fossero quelli di Rifondazione; invece era lei che chiamava. Se avessi risposto...». È difficile far pace con memorie così tragiche, mentre è fra il fiero e 11 tosto il ricordo della caduta in casa che da marzo ad agosto l'ha imprigionata fra ospedali e terapie, per la rottura del bacino e del femore: «II chirurgo che mi ha operata, era un mio ex batterista, Pasca li. Mi ha rimessa al mondo. Poi, mi hanno fatto un trattamento speciale, di quelli che fanno per gli atleti: dopo l'ospedale, per 4 mesi son stata in una specie di convento, con sei ore al giorno, di riabilitazione. Ora faccio la ciclette e basta, ma se non ci fosse stata l'equipe del Milan, non sarei qui. Son passata dalla carrozzina alla palestra: fisioterapisti-mastini mi han fatto buttar via prima la carrozzella, poi il girello, poi le stampelle. Il tutto grazie a Berlusconi: ho fatto chiamare lui». Spuntano passioni televisive («Guardo sempre l'Eredità, mi voglio presentare come concorrente perché le so tutte») e qualche progetto televisivo ancora in discussione: «Magari mi sposto un paio di mesi a Roma, così cambio aria. Certo con lo schermo al plasma, i sedici/noni, bisogna ormai pesare 3 chili, perché allarga e abbassa. Ormai neanche in tv si può più andare. Però adesso mi muovo benissimo, mi hanno fatto un intervento che è una meraviglia, un cesello di femore tutto con la ceramica». E spuntano inevitabili giudizi su X-Factor: «Sono tutti stonati e squadrati, pensano solo ai vestiti e a fare i film. C'erano due brave e le hanno cacciate. Elio non capisce niente, e neanche Ruggeri. La Tatangelo è la raccomandata di tutti». Di dischi suoi, non vuoi parlare: «Mi son stufata di far la guerra contro i mulini a vento, per loro son già sotto terra. Fanno le compilation e non mi consultano nemmeno sui pezzi che preferisco». Ultimo rimpianto: «Björn Borg era l'uomo della mia vita. Io non ho avuto figli per colpa sua. Con lui sono ancora sposatissima, neanche separata, da 25 anni: e in 25 anni, nemmeno una telefonata. Meno male che prima di cadere gli ho fatto una denuncia internazionale per bigamia, a quella non può sfuggire. Pensa che pure per la pensione, m'han detto che ci vuole il 740 di Borg».