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Nobel a Edwards: bimbi in provetta, schiaffo alla Chiesa


È il padre di 4 milioni di bambini, non perché li abbia fatti materialmente, ma perché con le sue ricerche ha permesso loro di venire al mondo. Robert Edwards è il Nobel per la Medicina 2010 per studi sulla fecondazione in vitro, che a partire dal ’78 hanno permesso di far nascere bambini concepiti fuori dal grembo materno. Come era prevedibile, ambienti cattolici hanno già espresso perplessità: “Il progresso delle biotecnologie non significa sempre progresso etico”, ha commentato Lucio Romano presidente dell'Associazione Scienza & Vita; mentre monsignor Colombo, membro della Pontificia Accademia della Vita e del Comitato nazionale di bioetica, ha detto che “la fecondazione in vitro suscita gravi interrogativi morali quanto al rispetto della vita umana nascente e alla dignità della procreazione umana''. Il difetto di questi commenti – in verità finora misurati – non è nei toni ma nell’anacronismo. Il tema della vita e della procreazione è delicato e coinvolge questioni importanti come l’eugenetica, ma non possiamo far finta di essere all’alba del fenomeno. Dalla nascita della prima bambina concepita in laboratorio sono ormai passati 32 anni, durante i quali, come dicevamo, sono nati oltre 4 milioni di bambini, mentre moltissime coppie hanno potuto provare la gioia di un figlio, proprio grazie a Edwards.Qualunque discussione non può far finta che non siano passati 30 anni, durante i quali per altro non è accaduto quanto solitamente paventato dal “bio-terrorismo psicologico”: non sono nati né mostri né androidi, ma solo bambini.Certo, tutto può accadere. Ma finora è solo successo che coppie impossibilitate ad avere figli ne hanno avuti. Mi sembra una buona ragione per dare il Nobel a chi lo ha reso possibile.