Snorki sarai tu!

Nuove accuse allo staff di Storace: spiata anche la Melandri


 Si dice «sconcertata» Giovanna Melandri di fronte alle notizie che includono anche il suo nome fra quelli dei politici spiati alle ultime elezioni regionali del Lazio. «Sconcertata come cittadina, prima ancora che come esponente politico». I detective privati che preparavano dossier per screditare i rivali di Francesco Storace, avevano preso di mira anche lei. Almeno per tutta l’Estate 2005, periodo nel quale l’ex ministro della Cultura era considerata la principale aspirante alla candidatura dell’Unione.  A ricostruire i dettagli della «Operazione Melandri» è un articolo pubblicato su «la Repubblica», dal quale emerge un coinvolgimento pesante e diretto dello staff di Storace, a cominciare dal suo braccio destro Niccolò Accame. Prima sondaggi, commissionati al fidato Cur di Pierluigi Sassi, per capire la consistenza della possibile avversaria. Poi un’intensa fase di “dossieraggio”: Giovanna Melandri viene seguita e analizzata durante le iniziative pubbliche, ma gli spioni si sarebbero anche infiltrati nella sua mailing list. Il tutto, per l’appunto, sotto la supervisione di Accame.«Sotto il profilo giuridico, come parte offesa di possibile rilevanza penale, sto riservandomi le mosse opportune consultandomi con i miei legali – afferma Melandri - Dal punto di vista politico -continua Giovanna Melandri- noto che il Paese sta ripiombando nel clima buio e pesante di trenta, quaranta anni fa, che non avremmo voluto rivedere. L'Italia si merita ben altro: un confronto politico leale, con regole condivise e non notizie fatte di spie e di spionaggio».«Sconcertato sono io», replica Storace. Che, mentre presenta una nuova querela contro il quotidiano La Stampa, replica a la Repubblica eludendo parte delle accuse: «Ora si stabilisce che i sondaggi sono esercizio di spionaggio». E poi «ci vuole un poliziotto privato per mandare a vedere quanta gente c'è al comizio di un avversario? Sono sciocchezze che feriscono quando vanno a finire in prima pagina. credo che la prima riforma da fare sia la separazione di carriere tra giornalisti e magistrati».Ma la polemica si allarga a Montecitorio, dove il vicepresidente del gruppo Ds Renzo Innocenti torna a chiedere a Casini l'audizione del ministro Pisanu di fronte a «un vero e proprio sistema di alterazione delle regole e dei comportamenti elettorali che sostituisce al confronto democratico metodi inquietanti, nonchè illeciti ed eversivi». Ora che viene coinvolto anche un membro del Parlamento, «cosa intende fare il presidente della Camera che, in quanto garante dell'Assemblea, deve tutelare il libero esercizio dell'attività politica dei deputati?».Antefatto