Snorki sarai tu!

Prodi: se vincono taglieranno sanità e sicurezza.


Si è fatta sera sulla campagna pistoiese, Romano Prodi sta correndo sulla sua auto blu verso un comizio notturno in quel di Pisa e durante il viaggio il Professore ripassa i giorni che mancano alla fine: «Ancora due settimane di una brutta campagna elettorale, proprio brutta...».  «IO NON CI STO». Ma il centrodestra continua a martellare, continua a ripetere che voi siete lo schieramento delle tasse, dei prelievi forzosi dai conti correnti. Prodi, uomo che raramente si scompone, su questo tema si altera: «Ma davvero vogliamo giocare allo spavento? Io non ci sto, voglio continuare una campagna elettorale all’insegna della serietà, ma se leggo il programma della Casa delle libertà potrei chiedere: da dove li prendete i soldi per abbassare le tasse? Dalla sanità? Dalla sicurezza sociale?». Anche voi, come Giulio Tremonti, avete rifatto i conti del nemico? Dice il Professore: «Il centrodestra ha presentato un pacchetto di proposte che implicano una spesa di 35 miliardi di euro. Questo significherebbe un drastico taglio a sanità e sicurezza sociale e anche un taglio dell’acqua per bere a Comuni, province e regioni. «IL PAESE CHE VOGLIAMO»«Vogliamo distruggere la grande tradizione di solidarietà di questo Paese? La posta in gioco il 9 e 10 aprile è questo: quale Paese vogliamo?». E in queste parole, che sia pure in termini più edulcorati Prodi ha usato anche nei comizi di ieri in Toscana, compare per la prima volta l’idea di una contromossa, di un deterrente rispetto alle “armi emozionali” che sembra voler usare il Cavaliere. In altre parole: caro Berlusconi, se insisti nel processo alle intenzioni, anche noi abbiamo i nostri argomenti. Ma Prodi sembra prudente, anche perché si è convinto che la strategia della paura non porti voti neppure a Berlusconi. Allo staff del Professore risulta che una ricerca realizzata dalla Swg e mirata a quantificare gli effetti della campagna berlusconiana sulla tassazione dei Bot abbia dato un risultato inequivocabile: «Quella campagna non ha spostato un voto», dice il Professore. STOPPATO IL CAVALIERE.Certo, ieri nello staff del Professore prevaleva il compiacimento per essere riusciti a stoppare la debordante capacità di Berlusconi di “imporre l’agenda elettorale” e l’altolà sul Welfare potrebbe preludere ad una vera e propria campagna su questo terreno sensibile. Dice Enrico Letta, responsabile economico della Margherita: «Dal combinato disposto tra l’ultima Finanziaria e il programma della Casa delle libertà la riduzione delle tasse da loro promessa si realizzerebbe con l’azzeramento del fondo malattia, con la fine della cassa integrazione e l’annullamento delle indennità per chi perde il lavoro». E anche Arturo Parisi prevede uno sviluppo dello spauracchio-Welfare: «In una campagna elettorale che è stata da noi impostata più sul futuro che sul consuntivo del governo uscente, sarà inevitabile occuparsi anche dei “costi” del programma avversario».