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Fortugno, spunta un nome


Ha fatto un nome, Bruno Piccolo, il pentito di Locri che ha svelato i misteri dell'esecuzione del vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria, Francesco Fortugno. Un nome a cui gli investigatori sarebbero arrivati anche attraverso i tabulati dei telefoni e dei cellulari in uso agli affiliati al gruppo Cordì, alla struttura militare che ha eliminato, il 16 ottobre scorso, il medico della Margherita. Ma non è l'unica novità dell'inchiesta bis sul movente e sui mandanti dell'omicidio Fortugno: questo personaggio chiamato in causa dal pentito potrebbe essere stato in passato un ex collaboratore di un consigliere regionale. In queste settimane, indiscrezioni più o meno interessate fatte filtrare da ambienti dell'opposizione in Regione, hanno sempre sussurrato un nome, come persona indagata, quello dell'onorevole Domenico Crea (che non risulta indagato), approdato prima delle regionali da Forza Italia alla Margherita. «Non ho alcuna dichiarazione da fare - ci dice l'esponente politico -, chiedo soltanto che i magistrati svolgano con serenità e fino in fondo il loro compito, accertando per intero la verità. La Calabria non può sopportare questi sospetti». Il nome fatto dal pentito Piccolo collocherebbe il mandante mafioso dell'omicidio comunque fuori dal «contesto» di Locri.