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Aperte le urne, Israele sceglie il dopo Sharon


L'inizio ufficiale della consultazione è stato preceduto da un estremo appello rivolto ai connazionali dal presidente israeliano, Moshè Katzav, che li ha esortati a recarsi in massa alle urne per quella che ha definito «una delle occasioni più importanti nella storia del nostro Paese». Tutti i sondaggi danno di gran lunga favorito Kadima, la neonata formazione centrista fondata da Ariel Sharon prima che un duplice ictus lo riducesse in stato di coma vegetativo, togliendolo bruscamente dalla scena politica che aveva dominato fino all'inizio di quest'anno. Secondo le previsioni al nuovo partito andrebbero 34 dei 120 seggi del Parlamento, sufficienti a formare un governo di coalizione.Le elezioni sono considerate una sorta di referendum sul piano del premier ad interim Ehud Olmert, successore di Sharon alla guida del governo e dello stesso partito. Un voto di fiducia nel «consolidamento», termine con cui il premier definisce il piano unilaterale per fissare le frontiere definitive di Israele entro il 2010, attraverso la rimozione degli insediamenti più lontani in Cisgiordania e il rafforzamento delle enclavi maggiori.Olmert ha detto che tali iniziative, considerate dai palestinesi un tentativo per negare l'esistenza di un vero Stato della Palestina e annettere le terre che Israele ha occupato nella guerra in Medio Oriente del 1967, rappresenterebbero l'estrema ratio in mancanza di progressi per l'applicazione della «road map», il piano di pace sostenuto dagli Usa.I sondaggi prevedono inoltre che il Partito laburista, guidato dall'ex leader sindacale Amir Peretz, si piazzi al secondo posto, con 21 seggi circa, divenendo così un probabile alleato del Kadima.Al Likud, guidato dall'ex premier Benjamin Netanyahu, che si oppone a qualsiasi ritiro dalla Cisgiordania come già l'anno scorso era contrario al disimpegno da Gaza, andrebbero invece 14 seggi.Queste elezioni parlamentari sono le quinte in dieci anni in Israele, paese in cui nessun partito ha ottenuto sufficienti voti per formare una maggioranza di governo e le coalizioni sono spesso fragili.