Snorki sarai tu!

Intervista a Caporezza


Indomabile Caparezza: "Ho peli dappertutto tranne che sulla lingua" E' uscito Fuori dal Tunnel, anche se non lo rinnega, ma sostanzialmente è rimasto lo stesso. Censore senza scrupoli dei vizi che la società moderna incarna, Caparezza, al secolo Michele Salvemini, nel nuovo album Habemus Capa va oltre la condanna incompresa del divertimento e non risparmia nessuno. Ne ha per la politica, per il giornalismo eccessivamente ottimista, ma anche per il bullismo adolescenziale. Abile equilibrista, nella sua doppia anima di critico e "cazzaro" rifiuta le etichette quanto la retorica, non ama scrivere d'amore "perché è difficile farlo bene". Habemus Capa, il suo nuovo album. Lo ha definito il disco postumo di un cantante ancora in vita. Ci spiega perché?Ho fatto finta di morire per provare l'esperienza di entrare in altri personaggi e poter esprimere opinioni in modo libero. E' solo questa la ragione?No, in realtà (e ride) i dischi postumi rendono molto anche economicamente. Gli esempi sono tantissimi, del resto.Perché tanta rabbia nelle sue canzoni?Semplicemente è la reazione alle cose che vivo ogni giorno, nella società. E' impossibile far finta che vada tutto bene.Ma qual è il brano dell'album che meglio la identifica?Sicuramente La mia parte intollerante. Parla di un ragazzo di sedici anni che combatte ogni giorno per essere accettato. Rappresenta in qualche modo il mio modo d'essere. Questo perché più vado avanti più mi tengo stretta la mia parte adolescenziale, un modo di fare che mi permette di non perdere il senso critico rispetto al mondo degli adulti.Il resto dell'intervista