I dati presentati all'eCommerce Forum di Milano, il più autorevole evento dell’anno dedicato all’ eCommerce promosso da Netcomm, consorzio del commercio elettronico italiano, dimostrano che il commercio elettronico potrebbe salvare molte piccole e medie imprese italiane. Roberto Liscia, presidente Netcomm: «Tra le proposte per le imprese chiederemo la detassazione parziale dei ricavi delle PMI da eCommerce internazionale B2C e la concentrazione dei fondi europei su priorità coerenti con gli obiettivi dell’Agenda Digitale».Secondo molti esperti e ricercatori il commercio elettronico potrebbe salvare molte piccole e medie imprese italiane. Se ne è discusso ieri in occasione dell’eCommerce Forum 2012 organizzato da NetComm, la più importante associazione italiana che raggruppa le aziende che operano nel settore delle venite di prodotti e servizi online. Il mercato eCommerce italiano infatti tiene bene la crisi e, a dispetto della sfiducia generalizzata, può al contrario rivelarsi uno dei principali motori per il rilancio del nostro Paese. Crescono dell’11% gli utenti attivi online da aprile 2011 raggiungendo quota 10 milioni negli ultimi tre mesi 2012 (fonte Human Highway), cresce il fatturato, a ritmo costante, e l’export. “Secondo le stime, la crescita del commercio elettronico italiano per il 2012 si manterrà intorno al 18%, un valore poco distante da quello dello scorso anno, per un fatturato previsto di circa 9,5 Miliardi di euro – ha dichiarato Alessandro Perego, Responsabile Scientifico Osservatorio B2c Netcomm-Politecnico di Milano – L’export, composto per il 55% dal turismo e per il 33% dall’abbigliamento, cresce del 21% e raggiungerà a fine 2012 un valore totale di oltre 1,6 Miliardi di euro”.Il rovescio della medaglia è rappresentato dal ritardo dell’Italia a confronto con gli altri paesi in termini di alfabetizzazione digitale, acquisti online, banda larga, vendite crossborder. Gli italiani che usano la rete nelle fasce d’età tra i 55 e i 74 anni sono infatti il 22%, contro una media europea del 40%; quelli tra i 25 e i 54 anni sono il 60%, contro una media del 76%; quelli tra i 16 e i 24 anni sono l’81%, contro una media del 91%, ben 10 punti percentuali in meno.
eCommerce Netcomm Forum: Il commercio elettronico può salvare le Pmi italiane.
I dati presentati all'eCommerce Forum di Milano, il più autorevole evento dell’anno dedicato all’ eCommerce promosso da Netcomm, consorzio del commercio elettronico italiano, dimostrano che il commercio elettronico potrebbe salvare molte piccole e medie imprese italiane. Roberto Liscia, presidente Netcomm: «Tra le proposte per le imprese chiederemo la detassazione parziale dei ricavi delle PMI da eCommerce internazionale B2C e la concentrazione dei fondi europei su priorità coerenti con gli obiettivi dell’Agenda Digitale».Secondo molti esperti e ricercatori il commercio elettronico potrebbe salvare molte piccole e medie imprese italiane. Se ne è discusso ieri in occasione dell’eCommerce Forum 2012 organizzato da NetComm, la più importante associazione italiana che raggruppa le aziende che operano nel settore delle venite di prodotti e servizi online. Il mercato eCommerce italiano infatti tiene bene la crisi e, a dispetto della sfiducia generalizzata, può al contrario rivelarsi uno dei principali motori per il rilancio del nostro Paese. Crescono dell’11% gli utenti attivi online da aprile 2011 raggiungendo quota 10 milioni negli ultimi tre mesi 2012 (fonte Human Highway), cresce il fatturato, a ritmo costante, e l’export. “Secondo le stime, la crescita del commercio elettronico italiano per il 2012 si manterrà intorno al 18%, un valore poco distante da quello dello scorso anno, per un fatturato previsto di circa 9,5 Miliardi di euro – ha dichiarato Alessandro Perego, Responsabile Scientifico Osservatorio B2c Netcomm-Politecnico di Milano – L’export, composto per il 55% dal turismo e per il 33% dall’abbigliamento, cresce del 21% e raggiungerà a fine 2012 un valore totale di oltre 1,6 Miliardi di euro”.Il rovescio della medaglia è rappresentato dal ritardo dell’Italia a confronto con gli altri paesi in termini di alfabetizzazione digitale, acquisti online, banda larga, vendite crossborder. Gli italiani che usano la rete nelle fasce d’età tra i 55 e i 74 anni sono infatti il 22%, contro una media europea del 40%; quelli tra i 25 e i 54 anni sono il 60%, contro una media del 76%; quelli tra i 16 e i 24 anni sono l’81%, contro una media del 91%, ben 10 punti percentuali in meno.