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Messaggi del 05/02/2013

Briamonte Michele: Mps, evitare strumentalizzazioni da campagna elettorale

Post n°737 pubblicato il 05 Febbraio 2013 da social.phinet
 

Mps, dopo sette ore di assemblea viene approvata la delibera del cda e il titolo riprende quota a Piazza Affari. Michele Briamonte, avvocato e consigliere indipendente della banca entrato in consiglio con l’ultimo rinnovo del cda, dichiara: «C’è il Montepaschi di ieri e quello di oggi, chi vuole tutelare i risparmiatori eviti strumentalizzazioni da campagna elettorale».

Michele Briamonte

Fabrizio Viola e Alessandro Profumo rassicurano soci, dipendenti e clienti sulla tenuta di Mps e incassano il via libera all’operazione Monti-bond. Nel giorno di una assemblea piuttosto tesa, durata oltre sette ore, i due manager della banca guardano con sollievo anche alla ripresa del titolo, che è salito dell’11%. Oltre sette ore di assemblea, con il tam-tam di polemiche mediatico-elettorali che è proseguito per tutta la giornata. La delibera, votata da oltre 370 soci (in rappresentanza di 942 aventi diritto, pari al 53,77%), è stata approvata dal 98,75% dei presenti, pari al 52,11% del capitale.

«Il rimbalzo a Piazza Affari - ha commentato l’amministratore delegato Viola - credo che sia una cosa naturale dopo aver fatto un meno 20% in tre giorni. Il mercato si sta rendendo conto che il problema c’è ma è gestibile». «C’è il Montepaschi di ieri e quello di oggi - ha detto invece Michele Briamonte, avvocato e consigliere indipendente della banca entrato in consiglio con l’ultimo rinnovo del cda - chi vuole tutelare i risparmiatori eviti strumentalizzazioni da campagna elettorale».

Intanto, a monitorare la situazione, oltre a inquirenti, Palazzo Koch e Consob, si è aggiunta anche la Commissione europea, che in queste ore ha riallacciato i contatti con le Autorità italiane. Bruxelles nelle scorse settimane aveva approvato gli aiuti di Stato e adesso attende, entro sei mesi, un piano di ristrutturazione «sulla base del quale dare il via libera definitivo al salvataggio», ha fatto sapere un portavoce.

Viola e Profumo, incontrando i giornalisti dopo l’assemblea, citano con soddisfazione le parole del governatore di Bankitalia, Ignazio Visco. Via Nazionale, ha detto il governatore, «non ha nulla da nascondere», ma Mps è una banca «stabile». In attesa di novità dal fronte giudiziario e dalle autorità, il primo azionista, la Fondazione Mps presieduta da Gabriello Mancini, ha aperto alla via dell’azione di responsabilità a tutela degli interessi propri e di tutti i soci. Sia Viola che il presidente Alessandro Profumo hanno ribadito quindi l’impegno a «rimborsare gran parte del debito» entro il 2015 con cassa, allontanato sempre più lo spettro della nazionalizzazione. Quanto ai dividendi, ha detto Viola, «si vedrà di volta in volta». A proposito dei titoli tossici, i due banchieri hanno ribadito che non si tratta di derivati ma di pronti contro termine e pertanto «il livello di rischio è molto più contenuto».

Le analisi «sono ancora in corso, entro la prima metà di febbraio il Cda fornirà al mercato i numeri nel dettaglio». La perdita per il 2012 resta ancora da valutare. Viola ha aggiunto poi di non essere «a conoscenza» di altre cassaforti da aprire e che «per poter dire la parole fine occorre terminare il lavoro. Ancora un po’ di prudenza ci vuole». Il clima preelettorale ha portato dentro l’assemblea una serie di polemiche. Così Michele Boldrin, economista e candidato per Fermare il declino, il movimento di Oscar Giannino, ha proposto la nazionalizzazione di Mps e la successiva cessione. Ma su tutti svetta il leader del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo. Protagonista di un battibecco con Profumo risoltosi in favore del manager, l’ex comico vede il caso Montepaschi «peggio di Parmalat e della tangentopoli di Craxi». Per non parlare poi dello stesso Profumo che a suo avviso «ha un curriculum inadatto per questo ruolo essendo indagato per frode fiscale» nell’ambito della vicenda Brontos risalente agli anni in Unicredit, mentre Mussari «è incapace anche di fare un bonifico».

FONTE: La Stampa

 
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Bonfrisco a sostegno delle donne, lettera al Presidente Van Rompuy

Post n°736 pubblicato il 05 Febbraio 2013 da social.phinet
 

Su iniziativa della senatrice Bonfrisco e dei parlamentari Emma Bonino, Paola Concia, Sandro Gozi e Francesca Marinaro, decine e decine di deputati e senatori italiani, francesi, tedeschi e spagnoli, assieme ad eminenti personalità italiane ed europee, hanno inviato una lettera al Presidente del Consiglio europeo Van Rompuy in merito alla nomina di un nuovo membro del Comitato esecutivo della Banca centrale europea.

Anna Cinzia Bonfrisco pari opportunità

Testo integrale della lettera inviata al Presidente del Consiglio Europeo Van Rompuy pubblicata su ilsitodelledonne.it.

Signor Presidente, Roma- Parigi-Berlino-Madrid, 19 novembre 2012
la nomina da parte del Consiglio europeo di un membro del Comitato esecutivo della Banca centrale europea, in base alla procedura prevista dall’articolo 283 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, merita un’attenzione particolare se, attraverso tale nomina, gravi aspetti di legittimità democratica vengono messi a rischio, provocando così un divario sempre più ampio tra istituzioni e cittadini europei.

In primo luogo, si tratta di mettere in atto un elemento essenziale dei valori stabiliti dall’articolo 2 del Trattato sull’Unione europea che fa riferimento ad una società caratterizzata dall’uguaglianza tra uomo e donna, ulteriormente rafforzato dall’impegno dell’Unione nella promozione di questa uguaglianza dall’articolo 3 e dall’attuazione di questo principio dall’articolo 157 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea. Questi valori sono confermati dall’articolo 23 della Carta come legalmente vincolanti per le istituzioni dell’Unione nonché per gli Stati membri nell’attuazione di norme derivanti dal diritto comunitario.

Come Lei sa, oltre alle prescrizioni previste dai Trattati, questo principio è stato alla base di un numero importante di decisioni della Corte di Giustizia che ne ha fatto uno dei perni della società europea e, di tutta evidenza, anche se il Consiglio europeo decidesse di nominare una donna tra i sei membri del Comitato esecutivo, questo principio non sarebbe che marginalmente rispettato.

Ma il conflitto aperto tra i due rami dell’autorità decisionale va ben oltre la questione del principio di uguaglianza tra uomo e donna e assume un significato istituzionale maggiore alla vigilia di dibattiti fondamentali sull’avvenire dell’Europa. Pertanto, sarebbe inaccettabile se questo conflitto venisse chiuso con un atto di arroganza da parte del Consiglio dell’Unione, poi ratificato da una maggioranza dei membri del Consiglio europeo.

Si tratterebbe in questo caso di un atto di grave mancanza di considerazione nei confronti della democrazia rappresentativa e siamo convinti che la Commissione europea, da parte sua, nel suo ruolo di custode dei Trattati e quindi di sorvegliante della corretta applicazione del diritto dell’Unione, ed essendo da sempre molto attenta al rapporto di fiducia con il Parlamento europeo, non farà mancare il proprio sostegno all’azione dei deputati europei.

Per quanto ci riguarda, indirizzeremo una comunicazione urgente ai nostri rispettivi governi per chiedere loro di non associare il proprio voto ad una decisione che va contro il parere del Parlamento europeo concorrendo, ove necessario, a creare una minoranza di blocco.

Le chiediamo dunque di avviare subito un dialogo costruttivo con il Parlamento europeo al fine di trovare un accordo sulla nomina di una personalità femminile con riconosciuta autorità ed esperienza professionale nel settore monetario e bancario.

Distinti saluti

FONTE: Ilsitodelledonne.it

 
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