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Messaggi del 11/02/2013
Non è possibile essere giudicati due volte per il medesimo reato. Sulla base di questo principio cardine dei diritto, Michele Briamonte e gli avvocati difensori hanno chiesto che il nuovo processo ex Ifil-Exor non si svolga. Briamonte: "Eccepiamo l'illegittimità costituzionale del processo", la sanzione comminata a suo tempo da Consob " è di natura afflittiva; oltre a 3 milioni di euro, l'ente ha ordinato per gli imputati la sospensione dalla capacità di rivestire ruoli in società quotate".
Ne bis in idem, non è possibile essere giudicati due volte per il medesimo reato. E' rifacendosi a questo principio cardine dei diritto - riconosciuto anche dalla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo -
che Cesare Zaccone e Michele Briamonte, difensori di Franzo Grande Stevens, unitamente a Franco Coppi e Marco Ferrero che difendono Gianluigi Gabetti e a Guglielmo Giordanengo che rappresenta Exor e l'accomandita Giovanni Agnelli, hanno chiesto che il nuovo processo ex Ifil-Exor non si svolga.
"Esiste un nuovo atto, datato 24 gennaio 2013, con cui la Corte europea dei diritti dell'uomo dichiara ricevibile il ricorso presentato da Franzo Grande Stevens sulla pretesa violazione" dell'articolo che prevede la non processabilità per lo stesso fatto nei confronti di chi è già stato giudicato, ha infatti puntualizzato Briamonte durante l'udienza di questa mattina.
"Eccepiamo l'illegittimità costituzionale del processo" ha proseguito ancora Briamonte, ricordando che la sanzione comminata a suo tempo da Consob " è di natura afflittiva; oltre a 3 milioni di euro, l'ente ha ordinato per gli imputati la sospensione dalla capacità di rivestire ruoli in società quotate".
FONTE: Milano Finanza
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Rivalta, inaugurata la scuola materna di Città di Brentino Belluno, costruita in soli dieci mesi. Classi a prova di sicurezza, fatte con materiali eco-sostenibili, scaldate e illuminate con energia da fonti alternative. All’evento ha partecipato, tra gli altri, la Senatrice Cinzia Bonfrisco.
Testo integrale dell’articolo apparso su larena.it del 17 settembre 2012.
«Bisogna amare i giovani perché sono migliori di quanto pensiamo e capaci di fare tanto bene. Amarli, lavorare per loro, pensare per loro è stata la mia missione». Così, citando in parte il cardinale Carlo Maria Martini il sindaco, Virgilio Asileppi, ha inaugurato la scuola per l’infanzia Città di Brentino Belluno. Un taglio del nastro rivolto al futuro, che ha richiamato a Rivalta una folla entusiasta di fare il primo passo verso quella Cittadella della cultura, che il sindaco vede quasi realtà. Infatti, in via La Val – dove ci sono già scuola primaria, impianti sportivi e ora la materna -, l’amministrazione conta di aprire pure un micro-asilo nido. Struttura per cui, il sindaco ha annunciato l’arrivo di un finanziamento statale. Per la scuola per l’infanzia, costruita in volata in dieci mesi, per non mancare la campanella di oggi, tra le 8 e le 9, c’erano tutti.
Tutti quelli che si sono mossi per arrivare al traguardo, rispondendo alle esigenze della comunità, incessantemente perorate da Asileppi. Oltre agli assessori Giuliano Dalle Vedove, Moreno Gamberoni, Alessandro Pasini e Massimo Zanga, c’erano la senatrice Cinzia Bonfrisco, il dirigente dell’ufficio scolastico provinciale Giovanni Pontara, Tiberio Veronesi di Calzedonia che ha contributo, i sindaci locali, una marea di genitori coi bimbi, le quattro maestre, il neo dirigente scolastico Giovanni Viviani con il predecessore Tiziana Chemotti, il maresciallo dei carabinieri Guido Vicentini. Tutti erano desiderosi di varcare la soglia della coloratissima scuola, passo fatto solo dopo la benedizione del vicario del vescovo, monsignor Callisto Barbolan, e del parroco don Giuseppe Brunetto. Tutti si sono complimentati per la velocità con cui la scuola è stata costruito e perché, il 7 agosto a un mese dall’apertura, ha avuto la statalizzazione. «Un riconoscimento che autorizza due sezioni, ciascuna per 25 bambini, delle 5 assegnate in provincia», ha rilevato Pontara. Poi Asileppi ha fatto da Cicerone: «L’area per la scuola è di 3000 metri quadri, di cui 500 coperti».
Ci sono il vano per accoglienza e attesa, la zona pasti, una stanza per giocare e stare insieme, le due aule, una tutta in verde e l’altra in arancione inondate di luce e arredate con deliziosi mobiletti di legno. Ampio il cortile, di cui una parte è pavimentata mentre l’altra diventerà un giardino. «Abbiamo deciso di fare questa scuola, dopo che, tra il 2008 e il 2009, la Congregazione delle Suore di Carità di Belluno, che gestiva il vecchio asilo, ci comunicò che avrebbe cessato l’attività per l’avanzata età e la mancanza di nuove sorelle», ha detto il sindaco. «Mentre la struttura era gestita dall’associazione Maria Bambini, formata da genitori, parrocchia, Comune e Fondazione San Zeno facente capo a Calzedonia, noi abbiamo deciso di costruirne una nuova, sognando una “cittadella della cultura”, che accogliesse i nostri bimbi dalla materna alla primaria». Ma il bilancio era all’osso: «Il progetto prevedeva una spesa di un milione e 260mila euro. Non saremmo arrivati qui se la Regione nel 2010 non ci avesse assegnato un primo contributo di 660mila euro e un secondo di 200mila e, se la famiglia Veronesi non ce ne avesse donati altri 400mila». Così, nell’ottobre 2011, i lavori sono partiti. In agosto è arrivata la statalizzazione. E oggi per quasi 50 piccini si sono aperte per la prima volte le porte delle prime classi della loro vita. Tutte a prova di sicurezza, fatte con materiali eco-sostenibili, scaldate e illuminate con energia da fonti alternative.
FONTE: L’Arena
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Inviato da: gianlucaderenzo
il 21/01/2013 alle 12:49
Inviato da: Rebuffa17
il 18/05/2012 alle 10:37
Inviato da: Rebuffa17
il 17/05/2012 alle 17:18
Inviato da: Rebuffa17
il 17/05/2012 alle 17:13
Inviato da: blue_led
il 16/05/2012 alle 19:57