SoffiaSpiritoSanto

Parte prima


Intervista sulla preghiera Fratello, da quanto tempo insegna a pregare? Credo sia da trent’anni. Da quando ho capito che la preghiera è tutto, potrei dire che ho fatto solo questo: ho insegnato a pregare.  Ma è proprio convinto che la preghiera sia tutto? Sì, non dico che la preghiera risolva tutto, ma dico che dalla preghiera deve partire tutto. Senza la preghiera siamo degli stracci! Senza la forza di Dio l’uomo è niente.- L’uomo con la forza di Dio è una cosa formidabile. Quando la preghiera diventa arida e difficile, che cosa suggerisce per uscirne? che cosa fa lei?  La preghiera non è una caramella. Bisogna guardarsi dalla ghiottoneria spirituale. Bisogna aspettarsi che venga la lotta. Perché pregare è amare. E si ama soprattutto nel sacrificio. Per questo alle vollte Dio rende arida la preghiera. Però bisogna fare attenzione alle montature e anche, direi, alle nostre colpe. Qualche volta siamo noi stessi a creare difficoltà alla preghiera. Che cosa faccio nelle aridità? Faccio questo: aspetto che passino.  Ciò che mi blocca nella preghiera è la lontananza di Dio, che cosa fare? Sì, Dio spesso è lontano. E’ normale! La preghiera è una prova d’amore, bisogna aver pazienza. Chi non ha pazienza non fa nessun cammino serio nella preghiera. E’ come andare in montagna, sembra che quella benedetta vetta non arrivi mai, ma con la pazienza arriva. Un passo dopo l’altro si è scalato anche l’Everest. E pazientando, Dio spesso si fa vicino, ci fa gustare i primi frutti della preghiera, cioè la gioia della sua amicizia.  Quando ti accorgi che nella preghiera meni il can per l’aia , che cosa fare? E’ semplice! Non menarlo più. Fermati. Mettiti nella calma, cambia posizione, leggi, parla a Dio a voce distinta, canta se puoi. Se sei solo, prega a braccia aperte o prostrati profondamente con la fronte a terra. Ci sono mille modi per fermare la tua superficialità, scegli quello che ti va o quello che hai esperimentato che ti serve di più. E ricomincia con buona volontà.  Come fare a suscitare linteresse alla preghiera in chi non ce lha? Non lo so. La preghiera è un dono di Dio; uno non lo costruisce questo dono, né per sé né per gli altri. La cosa più sana è mettersi in ginocchio e implorarlo.  Che cosa dice lei a chi vede nella preghiera un auto-suggestione? Dico che potrebbe aver ragione. Certa gente, pregando, si autosuggestiona. Ma quella è preghiera falsa. Non è preghiera. La preghiera vera è esattamente l’opposto dell’autosuggestione, è tremenda concretezza. Se tu preghi sul serio, devi subito metterti a camminare coi piedi per terra, a dire pane al pane e vino al vino e a fare la verità dentro di te. Chi prega sul serio non scherza coi problemi. I santi hanno fatto cose sovrumane con la loro concretezza, perché erano gente che sapeva pregare.