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CONSACRAZIONE ALLO SPIRITO SANTO O Santo Spirito Amore che procede dal Padre e dal Figlio Fonte inesauribile di grazia e di vita a te desidero consacrare la mia persona, il mio passato, il mio presente, il mio futuro, i miei desideri, le mie scelte, le mie decisioni, i miei pensieri, i miei affetti, tutto quanto mi appartiene e tutto ciò che sono. Tutti coloro che incontro, che penso che conosco, che amo e tutto ciò con cui la mia vita verrà a contatto: tutto sia benificato dalla Potenza della tua Luce, del tuo Calore, della tua Pace. Tu sei Signore e dai la vita e senza la tua Forza nulla è senza colpa. O Spirito dell’Eterno Amore vieni nel mio cuore, rinnovalo e rendilo sempre più come il Cuore di Maria, affinché io possa diventare, ora e per sempre, Tempio e Tabernacolo della Tua Divina presenza. |
Un uomo si sentiva perennemente oppresso dalle difficoltà della vita e se ne lamentò con un famoso maestro di spirito. Il maestro prese una manciata di cenere e la lasciò cadere in un bicchiere pieno di limpida acqua da bere che aveva sul tavolo, dicendo: "Queste sono le tue sofferenze". Tutta l’acqua del bicchiere s’intorbidì e s’insudiciò.
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Post n°35 pubblicato il 24 Aprile 2009 da alfa.omega_2008
1. CHE COSA È IL PECCATO. - Il peccato è una disobbedienza alla legge di Dio... Che cosa è il peccato? domanda il Crisostomo, e risponde: è l'abbandono spontaneo della nostra volontà al demonio, è una volontaria follia. - Che cosa è il peccato? è la completa degradazione dell'uomo, la somma sua miseria, il suo male supremo; perché pienamente opposto al bene supremo... Il peccato non è una sostanza, non è un essere, perché ogni essere è buono. Il peccato è la privazione dell'essere, è un non ente, come si esprime S. Agostino, un niente (Sentent.). Da ciò si comprende perché il profeta Amos dice ai peccatori, che essi si rallegrano nel niente (VI, 14). Il peccato è chiamato la negazione dell'essere, il niente: 1° perché in se stesso è un non so che di spregevole, di vile; 2° perché il diletto del peccato passa in un baleno e scompare; 3° perché conduce chi lo commette ad una specie di niente, cioè alla morte presente ed all'eterna; 4° perché è la negazione dell'essere per riguardo alla virtù, ossia al bene morale; 5° perché è una privazione di bene; ora una privazione non è cosa reale e positiva, ma nominale e negativa, cioè un niente; 6° il peccato mortale separa l'uomo da Dio che è l'essere per eccellenza, il creatore di tutto, senza il quale niente fu fatto e niente vivrebbe; quindi ne risulta che il peccato mena al niente. Signore, dice S. Agostino, siccome nessuna cosa è stata fatta senza di voi, facendo noi il peccato, che è il nulla; siamo divenuti un niente; fuori di voi pel quale fu fatta ogni cosa e senza il .quale niente fu fatto, noi siamo nulla. Misero me, divenuto così spesso un vero niente per causa del peccato! Io sono divenuto miserabile, sono stato ridotto al niente, e non l'ho saputo! Le mie iniquità mi hanno condotto al nulla. Non vi è niente di buono fuori del sommo bene; come la cecità non consiste che nella privazione della luce. Quindi il peccato è niente perché non è stato fatto. Ma se non è stato fatto, come mai può essere male? Perché il male è la privazione del Bene per il quale è stato fatto il bene. Essere senza il Verbo è male; è un non essere; senza il Verbo non c'è niente. Essere separato dal Verbo vuol dire essere senza via, senza verità, senza vita. Ecco perché senza di lui è il niente, e questo niente è il male, perché è separato dal Verbo, per il quale tutto ciò che è stato fatto è ottimo. Ma essere separato dal Verbo, per il quale ogni cosa fu fatta, non è altro che mancare, e dal fatto passare al non-fatto, poiché senza il Verbo non vi è niente (In Evang. S. Ioann.). In se stesso e di natura sua il peccato è niente, perché commettendolo, l'uomo si attacca alle creature, e mette in loro la sua felicità, opponendole al Creatore e preferendole a Lui; ma paragonate al Creatore, le creature non sono che l'ombra dell'essere, e per conseguenza il nulla. Ecco infatti l'essenza e il nome di Dio: «Io sono colui che sono» (Exod. III, 14). Io sono colui che solo posseggo l'essere vero; intero, immenso, infinito, eterno; le creature partecipano di me come un'ombra, perché così povero, così mal fermo, così rapido è il loro essere, che paragonato al mio si deve chiamare un niente anziché un essere. Ora posto che le creature non hanno il vero essere, non hanno nemmeno il vero bene, ma solamente l'ombra del bene; perché l'essere reale ed il bene vanno insieme uniti, e secondo l'essere e il grado di essere, si trova il bene e il grado del bene; infatti, il bene è l'intima proprietà dell'essere. Il vero bene, come il vero essere, appartiene a Dio solo e non all'uomo; perciò Dio è chiamato, nella Scrittura, solo saggio, solo potente, solo Signore, solo immortale, solo buono, solo grande, solo giusto, solo pio, solo glorioso, perché egli solo ha la sapienza, la potenza, l'immortalità, il dominio, la bontà, la grandezza, la giustizia, la santità, la gloria vera, infinita, increata. Quando pertanto il peccatore mette la sua felicità nelle creature, e non nel Creatore, gode di un'ombra, si rallegra del niente. - Ma quanto sembrano grandi all'uomo le ombre delle creature nelle tenebre di questa vita! Al tramontare del sole le ombre proiettate dai monti si allungano e coprono tutta la terra; così pure quando Iddio tramonta per un'anima, le ombre delle cose terrene si estendono sopra di essa e la involgono tutta; il mondano le ammira e loro tiene dietro, ma la sua voglia rimane digiuna. Deh! sorga, o Signore, il vostro giorno, il giorno della vostra eterna chiarezza, e si dileguino le ombre del giorno caliginoso di questo secolo, di questo giorno di vanità e di morte. Dissipate la nebbia che ci avvolge, affinché abbandoniamo le creature ed il peccato, e ci apprendiamo a voi che siete l'essere infinito ed il vero bene... Che cosa è il peccato? è un dolce veleno che uccide di morte angosciosissima il peccatore...; è una goccia di miele appestato che si cangia in un mare di fiele...; è una ferita alla quale non si può sopravvivere...; è una febbre accompagnata da delirio, che reca subitanea morte...; è il più formidabile nemico dell'uomo, che lo separa da Dio e lo fa schiavo di Satana... «Il peccato, dice S. Agostino, è la cagione di tutti i nostri mali» (De Morib.). «Il morto, dice S. Ambrogio, è da preferirsi al vivo, perché ha cessato di peccare; e chi non è nato si deve preferire a chi è morto, perché non ha mai saputo peccare (Serm.)». |
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Post n°33 pubblicato il 16 Dicembre 2008 da alfa.omega_2008
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Inviato da: coretlumenchristi
il 10/01/2012 alle 22:40
Inviato da: solopace.ale
il 27/01/2009 alle 18:18
Inviato da: Gianpiero69
il 19/09/2008 alle 17:44
Inviato da: coretlumenchristi
il 18/05/2008 alle 12:34