"Tacchi a spillo ...

Rosso velluto


Antico lontano respiro, tradisce intimità inconfessate.Da dove vieni tu?Ti imploro.Tuttavia il mio grido è strozzato da emostatici silenzi.Spirano venti grevi di pregiudizio e una nenia spinge a cullarsi nei propri scialli.Un sicuro rifugio per la donna inaccessibile anche al mare.Buio, da far sopravvivere solo l’intuizione di corpi in movimento.Buio interviene, inopportuno, come variazione dell’ abituale melodia.Porge le dita frementi,adorne di rosso velluto e mi attira nelle sue stanze chiuse al pubblico. 
              Prendo la rincorsa per afferrare talune incertezze.Per disperderle all’ombra di questa facciata che pochi sguardi sanno indovinare.O per riporle in profondi cassetti foderati di oblio. Rifletto i lineamenti tatuati su queste mie povere ossa.Chi mi ha dipinta così sospesa da ogni terra?Stendo le membra di questa mia nazione, ma non raccolgo alcun nutrimento.Una sorta di rigetto mi pervade.Non voglio accettare alcun compromesso,neppure quello dettato dalla mia immagine.Oggi, no.