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Informazioni per tesi su Sogliano al Rubicone (tesi conclusa con successo in Architettura)
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Il carattere dei romagnoli

"Il Romagnolo ricorda, per molti tratti del suo carattere, il cittadino del Comune.
I Romagnoli sono voraci mangiatori dotati di stomaci formidabili, amanti dei pranzi succulenti e delle buone libagioni, non meno attivi nelle funzioni amorose, come testimoniano i matrimoni spesso celebrati in età molto giovanile e, non di rado, per legalizzare nozze già consumate di fatto.
Il linguaggio rozzo e triviale, modi brutali, tendenza agli scherzi grossolani, suscettibilità traducentesi nel frequente ricorso alla violenza muscolare, impulsività sono tutte espressioni di una certa primitività, tanto spontanea quanto incontrollata.
Non mancano tuttavia, le qualità francamente positive: il coraggio personale, la laboriosità, il vivo senso dell'ospitalità, il carattere franco, aperto, allegro."
G. Ferrerò (1893)

 

 

« Messaggio #96 »

Santi in romagna

Post n°95 pubblicato il 12 Novembre 2007 da paola.pieri
 
Tag: LIBRI

Mario Tabanelli: Santi, Orazioni e Santuari in Romagna

[Per un esposizione completa e particolareggiata di tutti i santi venerati in Romagna si veda Umberto Foschi: la poesia popolare religiosa in Romagna]

 

S. Romualdo: nato da nobile famiglia a Ravenna nel 907 (oppure 951), da giovane vide il padre Sergio, uomo violento, uccidere un cugino. Ne fu colpito e si rifugiò nell’abbazia di Classe imponendosi 40 giorni di penitenza, successivamente si fece monaco di San Benedetto. Fu nel Veneto sotto la guida del rigido monaco Marino; e venne presentato al doge Orseolo che restò affascinato dalla sua parola. Andò in Spagna ove fece proseliti, e poi in Russia. Tornato in Italia ed eletto abate di Sant’Apollinare in Classe fondò alcuni monasteri fra i quali quello dell’isola del Pereo (Sant’Alberto) a nord di Ravenna, e l’altro più conosciuto di Camaldoli sulle montagne del Casentino che fu il primo dell’ordine benedettino camaldolese. La tradizione vuole che San Romualdo, saputo che nell’eremo di San Michele di Verghereto i monaci conducevano una vita non castigata si recò ivi per richiamarli all’ordine; ma questi lo fecero bastonare sì che egli tornò nei suoi passi. Scomparve a 120 anni nel monastero di Val di Castro nel 1027. San Pier Damiano ne scrisse la vita. La sua festa ricorre il 7 febbraio o il 19 giugno.

 

Santi particolarmente venerati in romagna

S. Giuliano, patrono di Rimini, protegge i pellegrini
Santa Barbara: patrona dei minatori
Santa Caterina

San Lorenzo, quello rapito nella culla
San Cristoforo (nella dizione romagnola è diventato Santo Stefano): traghettatore
San Martino (legato a Tours)
Sant’Antonio Abate: rappresentato con animali o maiali. Col grasso di maiale curava l’herpes zoster, detto anche fuoco di Sant’Antonio
Santa Eurosia: venerata nella vallata del rubicone ed è invocata dai contadini contro i temporali

Accanto alla Madonna del Monte a Cesena c’era un ospizio per pellegrini

Orazioni: espressioni più pure e ingenue della religiosità dei romagnoli. Traggono origine dalle laudi o da quei misteri medievali che nel 1200 e nel 1300 furono diffusi dalle compagnie degli ordini religiosi Disciplinati.

Romito di Santa Maria: orazione del pellegrino di bassa romagna:

Rumì, rumì ‘d Santa Marêia
Chi mi dà la bona veia
Bona veia e bona andî,
chi mi dà la bona stré
chi mi dà la sanité?
La sanité u m’la dà Idio
Parché a j epa e’timor di Dio.
La Madôna la v’abraza
La vi dà la su man dreta
Parché a siva banadeta
Banadet l’é San Pir
Ch’l’à al cev d’arvir e’ zil
E’ zil us va arvend
La Madôna la va ciàmend
E su fiol in Gerusalem
Chi c’la sa e u la dis tré volt
Int un fié
E paradis l’à guadagné

 
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