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Creato da: raffaelladiega il 14/06/2013
blog sulla Madonna e sul Santo Rosario

 

 

Maria ai piedi della croce

Post n°13 pubblicato il 15 Giugno 2013 da raffaelladiega

Ai piedi della croce

L'evangelista Giovanni ci parla della presenza di Maria SS.ma sul Calvario, ai piedi della Croce, nell'ora suprema della Passione e Morte del Suo Figlio divino, e «la Tradicion - scrive il biblista G. Aranda Perez - ha visto en Maria al pie de la Cruz a la Nueva Eva, po­niendo asì de relieve la cooperacion activa de Maria en la obra de la Redencion».

« Stava presso la croce di Gesù sua madre » ( Gv 19,25). Il richiamo biblico interte­stamentario più immediato, e anche più profondo, è quello di Genesi 3,15 che ci ricorda il primo Adamo, la prima Eva e l'albero del loro peccato di progenitori. Nell'Eden, infatti, agli albori dell'umanità, i due progenitori dell'umanità, Adamo ed Eva, consumarono la rovina dell'umanità presso l'albero del frutto proibito (cfr Gn 3,1-6). Qui, sul Calvario, invece, i due progenitori del nuovo popolo di Dio, Gesù e Maria, nuovo Adamo e nuova Eva, hanno consu­mato la Redenzione dell'umanità presso l'albero della Croce con l'immolazione (Gesù) e la coimmolazione (Maria). Luminoso è il pensiero del Papa Pio XII quando parla del Calvario, dove si ritrovano «il novello Adamo e la novella Eva, che l'albero della Croce riunisce nel dolore e nell'amore a riparare la colpa dei nostri progenitori nell'Eden». E il Peinador, richiamandosi a Gn 3,15, sintetizza bene scrivendo che «la escena del Calvario es el cumpli­miento en su punto culminante del Protoevangelio».

Questo richiamo biblico retrospettivo non è soltanto pertinente, ma necessario, perché l'Eden profanato dal peccato delle origini viene appunto riscattato e restaurato dal Calvario su cui è innalzata la Croce che salva. La profezia di Gn 3,15 trova qui, infatti, il suo compimen­to per la cosiddetta "rivincita" o "ritorsione" contro il « serpente antico » ( Ap 12,9) che aveva vinto i progenitori Adamo ed Eva seducendoli e piegandoli ai suoi voleri di ribellione a Dio, per farli precipitare, con tutta l'umanità, « nelle tenebre e nell'ombra della morte » ( Lc 1,79).

La grande speranza della "rivincita", legata alla futura nuova coppia profetizzata da Gn 3,15, durata millenni di attesa e di preghiera, diventa ora realtà di grazia sul Calvario, passan­do attraverso la Passione del nuovo Adamo, Gesù Redentore, e la compassione della nuova Eva, Maria Corredentrice. «Il creatore - scrive il Battaglia - vedeva in questa nuova e miste­riosa coppia umana, composta dalla madre e dal figlio, lo strumento di riparazione della colpa che aveva inquinato il mondo. Ora quella coppia, dopo tanti secoli, appare sul Golgota a schiacciare la testa al maligno».

La sconfitta di Adamo ed Eva, con la caduta nel peccato e la conseguente rovina di tutti i discendenti condannati ad essere « figli dell'ira » di Dio ( Ef 2,3), vengono qui, sul Calvario, riscattate dal nuovo Adamo e dalla nuova Eva, che si trovano uniti nella stessa " inimicizia " contro il serpente infernale a cui schiacciano la testa. «Ci troviamo qui - afferma il Papa Giovanni Paolo II - al centro stesso dell'adempimento della promessa, contenuta nel Proto­vangelo: "La stirpe della donna schiaccerà la testa al serpente"» ( RM 23).

La presenza di Maria sul Calvario non si spiega «senza un disegno divino», è detto nella Lumen Gentium 53; ed è detto a ragione, perché Maria è inseparabile dal Figlio, essendo stata predestinata « uno eodemque decreto » con il Figlio, come insegna l' Ineffabilis Deus , a lui legata, perciò, « da uno stretto e indissolubile vincolo », come insegna la Lumen Gentium (ivi), che la fa partecipe di tutta la missione redentiva del Figlio con la vittoria sul serpente.

Come scrive il Pietrafesa in una breve pagina di esegesi densa e lucida, appare chiaro che «la presenza della Madonna era, secondo i decreti divini, necessaria, indispensabile sul Calva­rio... L'appuntamento di Maria sotto la croce è il punto culminante della missione di lei, già preannunziata nel paradiso terrestre ( Gn 3,15) agli stessi progenitori del genere umano. Sotto la croce Maria doveva essere proclamata Corredentrice del genere umano, la nuova Eva, la vincitrice del serpente infernale.

Come per Gesù l'apparente sconfitta sulla croce doveva segnare in realtà il suo trionfo e la riuscita della sua missione redentrice, così per Maria quella presenza e quell'insondabile dolore ai piedi della croce, doveva costituire il trionfo della sua missione di Corredentrice».

Di fatto, concretamente, il compimento della Redenzione universale da parte di Cristo sulla croce si realizza in unità con la Corredenzione universale da parte di Maria che si trova con l'« anima trapassata » (cfr Lc 2,35) ai piedi della Croce, «Nossa Co-redentora junto à cruz», come scrive B. Olivera. Qui siamo al " farsi " oggettivo completo della Redenzione univer­sale in atto primo. Il Redentore crocifisso e la Corredentrice dall'anima trafitta sono il nuovo Adamo e la nuova Eva che riparano la rovina del peccato originale acquistando la grazia che rigenera le anime morte. I chiodi e la lancia, le piaghe e le spine che lacerano il corpo divino di Gesù fanno unità con le sofferenze indicibili della Madre che ha l'anima devastata fibra a fibra dalla spada profetizzata da Simeone. «Corredentrice, - scrive il Cantinat - Maria è la Madre dei dolori celebrata dalla Liturgia e cantata da Iacopone da Todi, nel secolo XIII, col suo Stabat Mater dolorosa ».

Il mistero della sofferenza di Maria fa unità e sinergia perfetta con il mistero della sofferenza di Cristo. Redentore e Corredentrice sono segnati entrambi dal dolore vivo che riscatta dal peccato e dalla morte. Noi siamo stati «generati sul Calvario - afferma F. Asensio - con il sangue del Figlio e con le lagrime della Madre, " saziata di amarezza ed abbeverata con assenzio" ». Soltanto con la sofferenza si ha la Redenzione, lo sappiamo: « Senza effusione di sangue non c'è remissione » ( Eb 9,22), e per questo Gesù « diede se stesso in riscatto per tutti » ( 1 Tm 2,6). E anche «Maria, pur concepita e nata senza macchia di peccato - ha scritto il Papa Giovanni Paolo II con chiarezza e fermezza di linguaggio - ha partecipato in maniera mirabile alle sofferenze del suo divin Figlio, per essere Corredentrice dell'umanità». «La Missione di Maria - scrive il Laconi -, benchè tutta avvolta dal soprannaturale, è caratterizzata da un elemento costante: il dolore, che a fianco di Gesù sofferente la consacra Corredentrice». Il Padre Allegra scrive che «la cooperazione di Maria alla nostra Redenzione è tale che Maria meritò il titolo di Corredentrice. Le afflizioni di Maria e quelle di Gesù furono una sola afflizione, che faceva soffrire due cuori ... La Compassione di Maria accresceva le pene di Gesù e la Passione di Gesù era la sorgente dei dolori di Maria. Questa offerta duplice redense il mondo». Il Ruotolo, a sua volta, sembra penetrare nell'intimo dell'anima affranta dell'Addolorata scrivendo che «Maria SS.ma era là e pregava per le anime di tutti i secoli, unendosi al sacrificio del suo Figliuolo. Era Corre­dentrice e compiva questo nobilissimo ufficio implorando pietà per i peccatori».

A questo punto, per cogliere in profondità altri contenuti del mistero del Calvario, è utile soffermarsi anche su un particolare di grande valore nell'esegesi del testo giovanneo 19,25: è il particolare del termine Donna adoperato da Gesù dall'alto della croce nel rivolgersi a Sua Madre per dirle: « Donna, ecco tuo figlio ».

I più grandi richiami biblici intertestamentari del termine Donna riferito a Maria SS.ma sono il Protovangelo ( Gn 3,15), le Nozze di Cana ( Gv 2,4), la Donna dell'Apocalisse ( Ap 12,1). Sono tre richiami a eventi collegati tra di loro e di portata eccezionale nel disegno di Dio, e in ognuno di essi c'è un riferimento ben solido alla soteriologia, e quindi alla missio­ne corredentiva di Maria SS.ma .

È stato già detto del Protovangelo in precedenza, e si dirà per esteso del testo apocalit­tico in seguito. Qui vogliamo solo accennare alla Nozze di Cana, dove Gesù operò il Suo primo miracolo pubblico nell'ordine della natura, ossia la trasformazione dell'acqua nel vino, per venire in aiuto all'indigenza di una coppia di sposi novelli .

Ricordiamo, anzitutto, che il termine Donna va inquadrato anche qui nel contesto dell'episodio evangelico delle Nozze di Cana, che ha un significato di grande valore. Noi sappiamo, infatti, che il Protovangelo ci presenta il dramma dei progenitori e la grande pro­messa di Dio riguardante una Donna vincitrice con il Figlio sul serpente ingannatore; il Calva­rio ci presenta il compimento della Redenzione universale nel suo atto primo da parte dell'uo­mo-Dio, Cristo Gesù, e della Donna Madre di Dio e degli uomini; la Donna dell'Apocalisse ci presenta la Donna nella sintesi terminale del grandioso disegno salvifico di Dio. Aggiungiamo, ora, per le Nozze di Cana , che esse danno l'avvio alla missione pubblica redentiva di Cristo per la salvezza di tutta la famiglia umana (simboleggiata dagli sposi novelli) bisognosa soprat­tutto del sangue che redime (simbolo, il vino, che richiama al Sangue eucaristico) da versare nell' " ora " stabilita (l'Ora del Calvario, con la fondazione della Chiesa e dei sacramenti) .

Ed è Lei, la "Donna", la "Madre di Gesù", lì presente, a smuovere le cose provocando Gesù a quel miracolo perché «la conversion del agua en vino - scrive il Peinador - prefiguraba la mutuacion de la antigua economia en la nueva obrada en el Calvario» .

Il termine Donna presente in questi quattro testi biblici fondamentali sta ad indicare e confermare quel che la Chiesa ha già definito nella Bolla dogmatica Ineffabilis Deus sulla predestinazione di Maria « uno eodemque decreto » con il Figlio (D-S 2800), e nella Lumen Gentium 53, dove presenta la Madonna legata al Figlio da « uno stretto e indissolubile vincolo »: Maria, dunque, è sempre presente come figura unica associata attivamente e immediatamente al Figlio; Ella è sempre l'« adiutorium simile sibi » ( Gn 2,18) del nuovo Adamo, Cristo, uomo-Dio Salvatore .

Con l'espressione " Donna, ecco tuo figlio ", Gesù proclama la Maternità spirituale e universale di Maria SS.ma, svelando nello stesso tempo anche l'aspetto materno della Redenzione, riflesso dal volto e dalla persona di Maria, la Vergine Madre . Qui scopriamo la Maternità di Maria quale Maternità salvifica, corredentiva. Maria SS.ma cioè è diventata nostra Madre quale Corredentrice, perché ha offerto il Figlio all'immolazione e ha voluto «soffrire col Figlio suo morente in croce... per restaurare la vita soprannaturale delle anime» ( LG 61). «Essa si unì intimamente al suo Filgio morente sulla Croce quale nostra Corredentrice», scrive ilPadre Allegra. Questo è stato «il duro prezzo - afferma il Laconi - con cui conquistava il titolo di Correden­trice».

Sacrificare i propri «diritti materni» , offrendo il Figlio e se stessa a Dio per ottenere la grazia della rigenerazione per l'umanità di tutti i tempi: c'è interscambio dinamico, in questo senso, tra Maternità e Corredenzione in Maria SS.ma, per cui, secondo il disegno di Dio, l'una non sta senza l'altra, e ciò ab initio , ossia fin dall'Annunciazione. Sintetizza con chia­rezza questo punto il Pietrafesa scrivendo che Maria SS.ma «lì, ai piedi della Croce offriva con autorità di madre il suo unico Figlio come vittima al Padre celeste ed in tale maniera, a titolo speciale, diveniva Madre Corredentrice dell'umanità. Come Gesù s'immola per gli uomini che adotta come fratelli, così Maria offre il Figlio e se stessa al Padre dei cieli per divenire madre universale di tutti i redenti. Il "fiat" del Calvario completa quello dell'Annunciazione». E il Rabanos delinea con efficacia un quadro esegetico dell'offerta che Maria fa del Figlio e di se stessa sul Calvario per completare la missione salvifica con l'atto supremo della Redenzione (la Passio del Figlio crocifisso) e della Corredenzione (la Compassio della Madre trapassata dalla spada).

Non sfugga, infine, la riflessione sul valore specifico della Maternità di Maria - Mater­nità verginale, divina e corredentiva - nel piano salvifico di Dio. È un valore eminente di taglio antropologico che colloca al suo giusto posto centrale la femminilità nella sua espressione più alta e feconda, quella materna, non separando mai la mulier dal vir per il quale Ella è stata fatta « adiutorium simile sibi » ( Gn 2,18) .

«Nel quadro soteriologico rivelato - scrive infatti il Cignelli - la promessa e l'attuazio­ne della salvezza messianica sono legate effettivamente alla donna madre» . Il Protovangelo in Gn 3,15, Maria sul Calvario in Gv 19,25-6, la Donna vestita di sole in Ap 12,1, ci presen­tano sempre, di fatto, la donna madre quale donna- salvezza dell'umanità. Più espressamente, o ufficialmente, se si vuole, è sul Calvario che Maria offre con il Figlio lo stesso sacrificio espia­torio per i peccati del mondo «a titolo di Madre e con cuore di Madre», come afferma il Rabanos .

E con questa Maternità divina e corredentiva di Maria noi abbiamo la Chiesa, famiglia dei redenti, realtà anch'essa divina e umana, personale e sociale, di cui Maria SS.ma è prototipo o causa esemplare, ed è Madre vera o causa efficiente. È causa esemplare della Chiesa perché «la precede nel tempo - spiega il Cignelli - e la supera nel grado, presentando in se stessa l'immagine ideale e perfetta dell'umanità redenta. Come Corredentrice è invece concausa e madre della Chiesa. In piena dipendenza da Dio Uno e Trino e dal Cristo Nuovo Adamo, ella corredime e rigenera l'umanità decaduta, dandole la sua stessa impronta e facen­dola partecipe della sua missione soterica e materna. La Chiesa dipende perciò da Maria e ne è come l'emanazione e il prolungamento sul piano ontologico ed operativo» .

La Maternità di Maria è corredentiva - è bene precisarlo ancora qui - perché non riguarda solo il campo della distribuzione della grazia che salva e santifica i membri della Chiesa, ma si estende anzitutto «per volontà divina - spiega bene il Bertetto - allo stesso compimento della redenzione oggettiva o acquisitiva, e quindi alla costituzione stessa della Chiesa, frutto dei dolori redentori di Gesù e di quelli corredentori di Maria».

E possiamo concludere, ora, con le parole luminose del Papa Giovanni Paolo II che collega ab intus le due maternità, quella di Maria e quella della Chiesa: «Le parole che Gesù pronuncia dall'alto della Croce significano che la maternità della sua genitrice trova una "nuova" continuazione nella Chiesa e mediante la Chiesa , simboleggiata e rappresentata da Giovanni. In questo modo, colei che, come "la piena di grazia", è stata introdotta nel mistero di Cristo per essere sua madre, cioè la Santa Genitrice di Dio , per il tramite della Chiesa perma­ne in quel mistero come la "donna" indicata dal libro della Genesi (3,15) all'inizio e dall' Apocalisse (12,1) al termine della storia della salvezza. Secondo l'eterno disegno della Provvidenza la maternità divina di Maria deve effondersi sulla Chiesa, come indicano afferma­zioni della Tradizione, per le quali la maternità di Maria verso la Chiesa è il riflesso e il pro­lungamento della sua maternità verso il Figlio di Dio».

 

 
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Messaggio del 25 agosto 1997

Post n°12 pubblicato il 15 Giugno 2013 da raffaelladiega
 

25 agosto 1997

"Cari figli, Dio mi concede questo tempo quale dono per voi, perché possa ammaestrarvi e guidarvi sulla via della salvezza. Ora, cari figli, non comprendete questa grazia; ma presto verrà il momento in cui rimpiangerete questi messaggi. Perciò, figlioli, vivete tutte le parole che vi ho dato durante tutto questo tempo di grazia e fate rivivere la preghiera finché essa non diventerà per voi gioia. Invito, in modo particolare tutti coloro che si sono consacrati al mio Cuore Immacolato, a diventare esempio per gli altri. Invito tutti i sacerdoti, i religiosi e le religiose a recitare il Rosario e ad insegnare agli altri a pregare. Figlioli, il Rosario mi è particolarmente caro; attraverso esso, voi mi aprite il vostro cuore ed Io posso aiutarvi. Grazie per aver risposto alla mia chiamata".

 

 
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Pensiero mariano

Post n°11 pubblicato il 15 Giugno 2013 da raffaelladiega

Dio nel suo progetto ha reso Maria necessaria
alla nostra santificazione,
l'ha voluta come mezzo efficace,
via più breve per raggiungere Lui.


(Padre Luigi Faccenda)

 
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Messaggio del 1 marzo 1985

Post n°10 pubblicato il 15 Giugno 2013 da raffaelladiega

(Messaggio dato al gruppo di preghiera)
Figli cari! Quando siete raccolti voi riuscite pregare ad alta voce. Ma quando i vostri pensieri si mettono a volare lontano, allora subito la vostra preghiera diventa silenziosa. Questo è il segno che il vostro corpo prende il sopravvento sullo spirito. Perciò, cari figli, pensate sempre a ciò per cui pregate. Impegnatevi di tanto in tanto a sottomettere il vostro corpo, così diventerete forti e coraggiosi, e potrete pregare e amare anche quello che prima non riuscivate ad amare. Se non vi sentite di pregare, lottate con voi stessi per riuscire a pregare. Se non amate una persona, se non potete sopportarla, se non riuscite ad andare d'accordo con lei, voi in fondo non fate altro che ciò che la vostra volontà preferisce. Ma quello che è secondo la volontà di Dio, pure se a voi non piace, fatelo anche sforzandovi, anche con violenza su di voi, perché così troverete la pace.

 
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Il magnifico canto di Maria: Magnificat

Post n°9 pubblicato il 15 Giugno 2013 da raffaelladiega

«L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l'Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre».

 
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Un pensiero di Escrivà

Post n°8 pubblicato il 15 Giugno 2013 da raffaelladiega

Volgi i tuoi occhi alla Vergine e contempla come vive la virtù della lealtà. Quando Elisabetta ha bisogno di Lei, il Vangelo dice che accorre «cum festinatione», con gioiosa sollecitudine. Impara! (Solco, 371)

 
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Maria di Medjugorje

Post n°7 pubblicato il 14 Giugno 2013 da raffaelladiega

 
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Cuore Immacolato di Maria

Post n°6 pubblicato il 14 Giugno 2013 da raffaelladiega

 
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Pensiero mariano

Post n°5 pubblicato il 14 Giugno 2013 da raffaelladiega

Ognuno si sforzi non tanto di cambiare l'ambiente,
quanto di migliorare se stesso,
di avvicinarsi personalmente all'Immacolata,
sicchè tutti accostandosi a Lei si avvicinino reciprocamente tra loro.

(San Massimiliano Kolbe)

 
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Messaggio di Maria di Medjugorje - 25 luglio 1997

Post n°4 pubblicato il 14 Giugno 2013 da raffaelladiega
 

"Cari figli, oggi v'invito a rispondere al mio invito alla preghiera. Io desidero, cari figli, che in questo tempo troviate un angolo per la preghiera personale. Desidero guidarvi verso la preghiera del cuore. Solo così, capirete che la vostra vita è vuota senza la preghiera. Il senso della vostra vita lo scoprirete, quando scoprirete Dio nella preghiera; perciò, figlioli, aprite la porta del vostro cuore e capirete che la preghiera è la gioia, senza la quale non potete vivere. Grazie per aver risposto alla mia chiamata".

 

 
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Preghiera a Maria

Post n°3 pubblicato il 14 Giugno 2013 da raffaelladiega
 

O Maria ! Fin dal primo istante dell'esistenza, Tu sei stata preservata dal peccato originale in forza dei meriti di Gesù, di cui dovevi diventare la Madre. Su di Te il peccato e la morte non hanno potere. Dal momento stesso in cui fosti concepita, hai goduto del singolare privilegio di essere ricolmata della grazia del Tuo Figlio benedetto, per essere Santa come Egli è Santo. Per questo il Celeste Messaggero, inviato ad annunciarti il Disegno Divino, a Te si rivolse salutandoTi: "Rallegrati, o piena di grazia". Sì, o Maria, Tu sei la piena di grazia, Tu sei l'Immacolata Concezione. In Te si compie la promessa fatta ai progenitori, primordiale vangelo di speranza, nell'ora tragica della caduta: "Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe". La Tua stirpe, o Maria, è il Figlio benedetto del Tuo seno, Gesù, Agnello immacolato, che ha preso su di sè il peccato del mondo, il nostro peccato. Tuo Figlio, o Madre, ha preservato Te, per offrire a tutti gli uomini il dono della salvezza. Per questo di generazione in generazione, i redenti non cessano di ripeterti le parole dell'Angelo: "Rallegrati, piena di grazia, il Signore è con Te". Tu sei tutta bella,o Maria. Sii Tu a guidarci verso il futuro, con tutta la speranza, perché Tu, o Maria, sei la Madre della speranza.
Giovanni Paolo II, 8/12/1998

 
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Cuore Immacolato di Maria e Giglio

Post n°2 pubblicato il 14 Giugno 2013 da raffaelladiega

 
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Post N° 1

Post n°1 pubblicato il 14 Giugno 2013 da raffaelladiega
 
Foto di raffaelladiega

Ave Maria, piena di grazie, il Signore è con te. Tu sei Benedetta fra le donne e Benedetto è il frutto del tuo seno:Gesù. Santa Maria Madre di Dio, prega per noi peccatori adesso e nell'ora della nostra morte. Amen

 
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