Iva in aumento dal 1 ottobre 2013

Post n°12 pubblicato il 05 Febbraio 2014 da peppinolorenzulli

Iva in aumento dal 1 ottobre 2013: passerà dal 21% al 22%. Purtroppo diventa una realtà per tutti gli italiani che saranno messi di fronte a tanti aumenti, tra quelli più significativi troveremo carburanti e vari generi di prodotti di consumo, ma anche le bollette potrebbero subire un leggere aumento. A causa dell’aumento di un punto di percentuale dell’ Iva, il prezzo  della benzina salirà di circa 1,5 centesimi euro/litro, il diesel aumenterà di 1,4 centesimi e il gpl costerà 0,7 cent/litro in più. L’aumento sarà spalmato lungo tutta la settimana in funzione della rotazione delle scorte dei vari gestori delle pompe. Ricordiamo comunque, che gli aumenti dei carburanti sono inferiori a quelli che ci sarebbero stati se fosse passato il decreto per far slittare a gennaio l’aumento della terza aliquota.

L’Iva al 22%, anche se in minima parte, porterà anche un leggero aumento della bolletta del gas: tra aprile e agosto l’authority dell’energia aveva varato degli sconti importanti ma oggi, con il passaggio al 22% dell’aliquota, bisogna fare i conti da capo.
Ma c’è di più, perché l’aumento di un punto percentuale dell’imposta, secondo un calcolo effettuato dalla Codacons, toglierà dalle tasche degli italiani circa 350 euro a famiglia. La stessa Codacons dichiara  inoltre che: “Per effetto della maggiore Iva, gli acquisti delle famiglie registreranno una forte contrazione che potrà raggiungere quota -3 su base annua”. L’aumento dell’Iva potrebbe dunque aumentare la crisi nel settore del commercio con ricadute tragiche sullo stato economico del nostro paese.

 
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Abi, ancora in calo i prestiti alle famiglie italiane

Post n°11 pubblicato il 05 Febbraio 2014 da peppinolorenzulli

A novembre 2013 l’ammontare dei prestiti alla clientela erogati dalle banche operanti in Italia ammontava a 1.851 miliardi di euro, un valore nettamente superiore all’ammontare complessivo della raccolta da clientela, pari a 1.736 miliardi. A seguito del perdurare della crisi e dei suoi effetti, la rischiosità dei prestiti in Italia è ulteriormente cresciuta, le sofferenze nette sono risultate a ottobre pari a 77,4 miliardi e le lorde pari a 147,3. Sempre a ottobre il rapporto sofferenze nette su impieghi totali era del 4,18% (4,03% a settembre 2013; 3,15% ad ottobre 2012;0,86%, prima dell’inizio della crisi). Sono alcune delle principali evidenze contenute nell’ultimo rapporto mensile dell’Abi.
Il rapporto sofferenze lorde su impieghi è del 7,7% a ottobre (6,1% un anno prima; 2,8% a fine 2007), valore che raggiunge il 13,4% per i piccoli operatori economici (11,2% ad ottobre 2012; 7,1% a fine 2007), il 12,3% per le imprese (9,2% un anno prima: 3,6% a fine 2007) ed il 6,3% per le famiglie consumatrici (5,4% ad ottobre 2012; 2,9% a fine 2007).

In Italia diminuisce fortemente, su base annua, la raccolta a medio e lungo termine cioè tramite obbligazioni, (a novembre -9,3%, segnando una diminuzione su base mensile in valore assoluto di circa 1,1 miliardi di euro), mentre l’andamento della raccolta complessiva (depositi da clientela residente + obbligazioni) registra un incremento di 2,7 miliardi di euro rispetto al mese precedente, manifestando a novembre 2013 una variazione su base annua di +0,7% (+0,2% ad ottobre 2013). A novembre i depositi aumentano di 3,8 mld di euro rispetto ad ottobre (su base annua, +5,7% a novembre contro +5,1% di ottobre 2013). Dalla fine del 2007, prima dell’inizio della crisi, ad oggi la raccolta da clientela è passata da 1.513 a 1.736 miliardi di euro, segnando un aumento – in valore assoluto – di 223 miliardi.
A novembre 2013 il tasso medio sul totale della raccolta bancaria da clientela (depositi più obbligazioni più pronti contro termine in euro a famiglie e società non finanziarie) in Italia si è collocato all’1,91% (1,91% anche ad ottobre 2013; 2,89% a fine 2007). Il tasso praticato sui depositi è rimasto stabile a 0,99%, quello sulle obbligazioni si è attestato al 3,48% (3,46% a novembre), quello sui PCT è risultato pari a 1,98% (2,05% ad ottobre).

In flessione la dinamica dei finanziamenti a famiglie e imprese in Italia: meno 4% la variazione annua a novembre 2013, meno 3,7% a ottobre, pur rimanendo invariato l’ammontare in valore assoluto tra ottobre e novembre 2013. L’andamento risente del persistere della negativa evoluzione delle principali grandezze macroeconomiche (Pil e Investimenti). Tale andamento è confermato anche dai recenti dati pubblicati dall’Istat e relativi al terzo trimestre del 2013. Dalla fine del 2007, prima dell’inizio della crisi, ad oggi i prestiti all’economia sono passati da 1.673 a 1.851 miliardi di euro, quelli a famiglie e imprese da 1.279 a 1.426 miliardi di euro.

A novembre 2013, i tassi di interesse sui prestiti si sono assestati in Italia su livelli storicamente bassi: il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese si è posizionato al 3,48% (dal 3,51% di ottobre 2013; 5,48% a fine 2007), mentre il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni al 3,57% (dal 3,59% del mese precedente; 5,72% a fine 2007), il tasso medio sul totale dei prestiti è risultato pari al 3,80% (2 centesimi al di sotto del mese precedente; 6,18% a fine 2007). Lo spread fra il tasso medio sui prestiti e quello medio sulla raccolta a famiglie e società non finanziarie permane in Italia su livelli particolarmente bassi, a novembre 2013 è risultato pari a 189 punti base (191 punti base anche ad ottobre 2013), prima dell’inizio della crisi finanziaria tale spread superava i 300 punti, (329 punti percentuali a fine 2007).

 
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Istat, ad aprile l’inflazione scende ancora

Post n°10 pubblicato il 05 Febbraio 2014 da peppinolorenzulli

Pubblicati dall’Istituto di Statistica i dati relativi all’inflazione ad aprile 2013. In base alle stime preliminari ISTAT, l’indice dei prezzi al consumo, al lordo dei tabacchi, ad aprile è aumentato dello 0,1% su base mensile, cioè rispetto al dato di marzo di quest’anno. Su base annua, cioè confrontando il dato di questo aprile con quello dell’aprile dello scorso anno, l’indice dei prezzi al consumo ha subito un incremento dell’1,2%. A marzo scorso il dato su base annua parlava di un incremento dell’1,6%. Si registra dunque un ulteriore forte rallentamento e quella odierna è la settima rilevazione mensile consecutiva in decremento rispetto al dato del mese precedente.
Per l’Istat questo ulteriore rallentamento è imputabile per l’ennesima volta alla frenata della crescita dei prezzi dei prodotti energetici, che su base mensile (rispetto a marzo 2013) sono calati del 2% e su base annua (rispetto ad aprile 2012) dello 0,9%. La flessione accomuna la componete dei prodotti energetici regolamentati a quelli non regolamentati.

In particolare, ad aprile il prezzo della benzina è diminuito del 2% su base mensile e del 4% su base annua. Si tratta del più forte calo tendenziale registrato dall’ottobre del 2009. Scende anche il prezzo del gasolio per autotrasporto: -2,3% su base mensile, -3,6% su base annua. L’ormai lieve aumento congiunturale dell’indice generale dei prezzi, ossia il +0,1% su base mensile, è dovuto secondo l’ISTAT al rialzo dei prezzi dei servizi di telecomunicazione (+2,3% su base mensile) e dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,9% su base mensile). Meno caro anche il carrello della spesa degli italiani: il prezzo dei prodotti di maggior consumo è globalmente diminuito dello 0,1% su base mensile, ma il dato su base annua rimane in crescita: +1,5% rispetto ad aprile 2012. La crescita su base annua è però in fase di rallentamento: a marzo scorso era difatti pari al 2% e si è quindi ridotta ad aprile di uno 0,5%. L’inflazione acquisita per il 2013 resta fissata all’1%.

 
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Regalare il risparmio ai bambini (e lasciar loro un capitale a 18 anni)

Post n°9 pubblicato il 05 Febbraio 2014 da peppinolorenzulli

Mettere da parte un gruzzoletto per quando il figlio arriverà alla maggiore età. Un capitale che possa finanziare gli studi o a pagare l’anticipo di un appartamento. Sono tanti gli strumenti sul mercato che permettono, o meglio promettono, il raggiungimento di questi obiettivi. Ma ci sono alcuni prodotti che, vuoi per i costi o per i bassi rendimenti, sarebbe meglio evitare.
Quindi, prima di sottoscrivere qualsiasi tipo di prodotto è sempre bene leggere attentamente il foglio illustrativo e guardare tutti quei fattori che possono influenzare il risultato finale dell’investimento: quindi rischio, spese e tasso netto di rendimento. «Ma è altrettanto importante considerare l’orizzonte temporale – spiega Francesco Citta, dell’ufficio studi di Copernico Sim – Nel caso dell’investimento per un figlio, l’orizzonte è molto lungo e questo consente di avere una programmabilità e una tranquillità tale da non rivedere costantemente la nostra asset allocation».

Ma quali strumenti finanziari privilegiare? «Tendenzialmente tenderei a evitare i libretti di risparmio, sia bancari sia postali – risponde Citta – Sono prodotti a breve termine, che diventano interessanti solo se si vuole dare maggiore enfasi all’educazione, per far capire al figlio l’importanza del risparmio. Con un orizzonte di lungo periodo, invece, diventano interessanti i Bfp (Buoni fruttiferi postali, ndr) dedicati ai minori».

Buoni fruttiferi postali
I Bfp dedicati ai minori sono pensati apposta per chi ha un figlio con meno di 18 anni e vuole lasciargli in dote una somma di denaro da ritirare alla maggiore età. Sono intestabili solo ai minori da 0 a 16 anni e mezzo e restituiscono alla scadenza sempre il 100% del capitale investito maggiorato degli interessi maturati. I rendimenti? Variano in base al tipo di emissione e alla data di rimborso. Nei giorni scorsi, la Cassa depositi e prestiti ha emesso, attraverso gli sportelli di Poste Italiane, la nuova serie M89 di Bfp dedicati ai minori, con rendimenti che oscillano dallo 0,89% lordo, riconosciuto dopo 18 mesi, a un massimo del 4,90%, garantito nel diciottesimo anno dalla firma del contratto.

In soldoni, un capitale di 10mila € investito oggi in questa serie si trasformerà tra 18 anni in un gruzzoletto di 23.500 euro, che al netto della ritenuta fiscale del 12,50% corrisponde a un netto di 21.800 €. Da segnalare, poi, che i Bfp non sono soggetti a nessuna commissione, né di gestione né di negoziazione. A parte il prelievo fiscale, l’unica voce di spesa è rappresentata dall’imposta di bollo, pari allo 0,1% del capitale investito, per un importo minimo di 34,2 €.
Piani di accumulo del capitale
Gli investimenti per il figlio possono anche essere realizzati con la formula del piano di accumulo (Pac) «su strumenti con un grado di rischio più elevato, come i fondi comuni azionari – aggiunge Citta -. Il concetto di base è versare un piccola somma ogni mese (il minimo è 50 €, ndr) così da crearsi un patrimonio nel tempo. E prodotti più rischiosi sono più indicati a ottimizzare i risultati del Pac. Certo, si potrebbero considerare anche strumenti con un grado di rischio più basso, ma in questo caso anche i rendimenti saranno minori».

Facendo due calcoli, un investitore che avesse versato, negli ultimi 18 anni, 100 euro al mese in un piano di accumulo sull’Msci World (è l’indice dei mercati azionari globali), non prendendo in considerazione le variazioni dei tassi di cambio, si troverebbe oggi ad aver versato un totale di 21.700 € per un controvalore dell’investimento di 32.146,16 €. L’incremento totale, dunque, è del 48,14%, per un tasso di rendimento effettivo annuo del 4,19%.

La via del fondo pensione
«Da un punto di vista assicurativo, infine, un’altra via percorribile è quella del fondo pensione – conclude Citta – Si comincia ad accumulare un capitale che poi avrà un tempo maggiore per generare rendimento». I vantaggi di questa formula sono diversi, a partire dalla deduzione fiscale dei premi versati fino a un massimo di 5.165 € annui. Dopo otto anni dall’adesione, poi, è possibile chiedere un anticipo sui capitali versati per finalità differenti. Per esempio, è possibile disporre del 75% del montante (è la somma dei capitali versati e degli interessi maturati) per l’acquisto della prima casa, o del 30% per finanziare gli studi. Infine, c’è anche un vantaggio educativo: introduce il figlio all’accumulo di una pensione integrativa.

 
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Quattro suggerimenti per iniziare bene la giornata (fin dal mattino presto)

Post n°8 pubblicato il 07 Gennaio 2014 da peppinolorenzulli

Le mattine sono, per molti di noi, uno dei momenti della giornata più congestionati e movimentati. Appena alzati, infatti, dobbiamo lavarci i denti, controllare le nostre e-mail, vestire i bambini e fare una miriade di altre piccole azioni diverse che rischiano di non farci trovare alcuni minuti di tempo libero da dedicare alla pratica di rituali benefici utili per la nostra salute.

L'ayurveda, medicina olistica tradizionale indiana da più di 5000 anni che si occupa della cura delle patologie tanto quanto dello stato di salute normale delle persone, suggerisce un paio di tecniche ben note ed ampiamente praticate per iniziare la giornata in modo ottimale, a beneficio della salute e del benessere di tutto il corpo.

La loro pratica potrebbe richiedere di puntare la nostra sveglia con qualche minuto d'anticipo rispetto all'orario solito ma gli effetti che se ne trarranno ripagheranno abbondantemente questo piccolo sacrifico.

Allora se desideriamo rinascere e tornare nel pieno del nostro splendore, fisico e non solo, non ci rimane che leggere e mettere in pratica, fin da subito, questi 4 semplici consigli ayurvedici per le prime ore della nostra giornata.

1) Acqua calda e limone

Iniziare la giornata sorseggiando dell' acqua calda con il limone aiuta ad attivare il processo digestivo; questa combinazione infatti stimola il fegato a produrre la bile (acido necessario per la digestione) e permette l'eliminazione di scorie e tossine che si sono accumulate nel nostro corpo.

Inoltre la maggior parte di noi al risveglio, dopo una lunga notte, è abbastanza disidratata e questa bevanda aiuta a metterci bene in carreggiata per cominciare al meglio la nuova giornata.

Vediamo adesso nello specifico quali sono le molteplici proprietà benefiche, talvolta sconosciute, che il limone presenta per la nostra salute. Il limone è:

- Antibatterico, antivirale e stimolante del sistema immunitario;

- Digestivo e depurante per il fegato;

- Ricco di minerali e vitamine (magnesio, calcio e vitamina C) ed è un valido alleato nella lotta alle infezioni.

2) Oil Pulling

Mettete 1-2 cucchiai di olio di cocco, di sesamo o olio di oliva nella vostra bocca ed iniziate a farlo muovere all'interno della stessa, da una parte all'altra, facendolo passare attraverso i denti e le gengive per circa 20 minuti.

Se l'impegno di tempo vi sembra eccessivo, potete far durare questa attività di detersione e purificazione della bocca per circa 10 minuti. Al termine del tempo utile per l'esecuzione dei gargarismi, sputate l'olio nel contenitore per rifiuti (risparmiate il lavandino!), prestando attenzione a non ingerirlo perché sarà pieno di tossine e batteri che sono stati rimossi dalla vostra bocca. Subito dopo questo trattamento è opportuno sciacquare bene la bocca con acqua tiepida e lavare normalmente i denti.

I principali benefici derivanti dal lavaggio della bocca con l'olio sono:

- Denti più bianchi e brillanti in poco tempo;

- Rimozione dalla bocca di germi e batteri che sono i principali responsabili di carie e malattie gengivali;

- Incremento dell'energia;

- Alto potere disintossicante.

3) Abhyanga

Il tradizionale massaggio ayurvedico con oli caldi, da praticare la mattina prima di fare un bagno o una doccia, che viene considerato un ottimo metodo per ridurre le tensioni nervose e per eliminare lo stress. Per eseguirlo si possono utilizzare l'olio di sesamo, un olio per massaggi realizzato con infuso di erbe o un olio per massaggi aromatizzato, assicurandosi, in ogni caso, che la loro qualità sia buona.

La procedura è molto semplice. Per prima cosa, bisogna scaldare l'olio per massaggi ed applicarlo delicatamente con la punta delle dita sull'intero corpo, quindi lasciare assorbire lentamente l'olio per circa 4-5 minuti prima di riprendere a massaggiare il corpo esercitando una maggiore pressione attraverso i palmi delle mani e le dita. A questo punto non rimane che rilassarsi ed attendere per circa 10-15 minuti che l'olio possa penetrare all'interno pelle, prima di sciacquare l'intero corpo con un bagno o una doccia calda.

I maggiori benefici di questa antica arte del massaggio abhyanga con oli caldi sono:

- Azione nutritiva e concreta sul sistema nervoso, che può essere calmato o stimolato attraverso tecniche diverse;

- Stimolazione del funzionamento del sistema linfatico;

- Attivazione e normalizzazione della circolazione sanguigna;

- Effetto tonificante sui muscoli;

- Miglioramento dell'idratazione e della luminosità della pelle.

4) Fare una colazione leggera

Avrete sicuramente sentito molti esperti suggerire di non saltare assolutamente la colazione, perché essendo il primo pasto del giorno serve ad apportare una quota significativa del fabbisogno calorico giornaliero. Su questo siamo d'accordo, ma bisogna evitare gli eccessi, come di chi incautamente basa la propria colazione su piatti di salsicce, uova, pancetta, toast e patate fritte.

Tutto ciò non è salutare perché il fuoco digestivo, denominato agni nella secolare tradizione ayurvedica, nelle prime ore della giornata è in fase di risveglio, un pò come accade a noi appena alzati, quindi è necessario riaccenderlo delicatamente, senza sovraccaricarlo troppo.

Pertanto, si potrebbe provare ad iniziare la giornata con una colazione leggera a base di alcune proteine e carboidrati complessi (che sono principalmente contenuti in cereali, farinacei e rispettivi derivati) che riesca a mantenere soddisfatto ed appagato il corpo fino all'ora di pranzo.

Questi sono i consigli basilari che se seguiti quotidianamente, secondo l'ayurveda, consentono di migliorare la propria salute e rispettare il proprio corpo, raggiungendo la totale armonia fisica, mentale e spirituale.

Fonte: Vibrantwellnessjournal

 
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