Creato da scricciolo68lbr il 17/02/2007

Pensieri e parole...

Riflessioni, emozioni, musica, idee e sogni di un internauta alle prese con la vita... Porto con me sempre il mio quaderno degli appunti, mi fermo, scrivo, riprendo il cammino... verso la Luce

 

 

« JULIAN ASSANGE IL PRIMO ...

HA ANCORA SENSO ACCANIRSI CONTRO UNA VITA INERTE NON ANCORA IN GRADO DI DIFENDERSI?

Post n°1929 pubblicato il 29 Settembre 2024 da scricciolo68lbr

Spero di poter ancora affermare la mia modesta opinione, siamo e viviamo in un paese libero giusto? Anche se in certe circostanze coltivo dei seri dubbi, in prevalenza ritengo sia ancora possibile. E allora sono sdegnato nel leggere certe notizie su quatidiani che penso abbiano ai giorni nostri, veramente poco valore, soprattuto dal punto di vista morale e per il fatto di potere offrire degli spunti di riflessione.

E così ecco quali sono le battaglie morali, importanti e fondamentali per il genere umano, per gli italiani, per le coppie che vivono nel nostro Paese, che è possibile apprezzare su Ilfattoquotidiano, difendere a spada tratta il diritto all'interruzione di gravidanza (farmacologico).

La storia prende forma agli inizi di agosto quando il test di gravidanza di una coppia di giovani, residenti nella zona di Fermo nelle Marche, risulta positivo. Inizia la ricerca delle informazioni su come "abortire" (che letteralmente significa sopprimere una vita incapace di difendersi), preferibilmente con i farmaci.

Rimpallati da un servizio sanitario all’altro, espongono la questione e denunciano a ilfattoquotidiano.it, denunciando di essere riusciti nel loro intento (sopprimere una vita), dopo che sono trascorsi più di venti giorni e in una Regione diversa dalla propria. Un dramma... 

Una storia "esemplare", in negativo viene definita (sconvolgente, direi io, non avere la libertà di uccidere... incredibile...) così la definisce il quotidiano (che da adesso in poi mi riservo di non più nominare), che mostra gli ostacoli sul percorso per giungere all’interruzione volontaria di gravidanza in Italia.

Il quotidiano narra di: mancanza di informazioni, negligenze dei servizi, mancato accesso ai farmaci abortivi, balzelli e attese imposte per legge o per eccesso di zelo della classe medica, mancato adeguamento delle Regioni alle indicazioni di agenzie nazionali e internazionali.

Poi parla di mobilità per aborto... vergogna... criminalizzare e biasimare medici che si rifiutano di UCCIDERE, perchè obiettori di coscienza... vengono definiti negligenti? Un medico fa un giuramento, quello di Ippocrate, prendendo un impegno, quello di salvare vite, non di sopprimerle!

Poi il giornalino parla del caso delle Marche, dove il 30% circa di chi abortisce non può farlo nella propria zona di residenza. Poi si spinge oltre lamentando l'impossibilità di abortire al nono mese, quando già il feto è pronto e completo: "Qui gli ospedali continuano ad applicare un vecchio protocollo del 2016 che permette l’ivg farmacologica solo fino alla settima settimana (e non alla nona) e solo in un ospedale per provincia. Per questo, la percentuale di aborti farmacologici è inferiore al 37%, la più bassa insieme al Molise (dati ISTAT 2022)". Immagino che ci sia da vergognarsi, secondo il giornalino, non è vero?

Cosi il giornalino raccoglie la denuncia, ponendo la prima tappa nell’Ospedale di Senigallia: qui viene rimbalzata sul consultorio per avere il documento che attesta la volontà di abortire ed iniziare la procedura, richiesto dalla legge 194 del 1978.

Da una ricerca sul web, si evince che l'aborto possa praticarsi in un consultorio di Fermo. Dopo averli dunque contattati al telefono, alla coppia viene comunicato che “il consultorio non si occupa di interruzione volontaria di gravidanza ma di far "nascere i bambini”. Vivaddio!

Ne cercano un altro, per capire dove abortire con metodo farmacologico, telefonando ai centralini dei reparti di ginecologia delle singole strutture. Dall'ospedale di Macerata rispondono negativamente, lì l'aborto farmacologico non è disponibile.

Riescono a prendere appuntamento una settimana dopo con il consultorio del distretto di Porto San Giorgio, dove hanno un colloquio con assistente sociale e psicologa, che domanda loro il lerchè di questa scelta, domanda legittima credo no? Chiedono poi alla coppia come andasse il loro rapporto, e che se volevano, potevano portare avanti la gravidanza per dare il nascituro poi in adozione oppure ricevere un bonus.

Alla ragazza viene così rilasciato un foglio, che non è il fatidico certificato utile per andare in ospedale, quanto invece una sorta di relazione che deve essere consegnata alla ginecologa con cui hanno appuntamento la settimana successiva. Al momento dell’appuntamento però, la ragazza dimentica di portare il documento e la visita con annessa certificazione viene rimandata.

Intanto i giorni passano (che peso non poter togliere la vita a piacimento...) e quando, infine, la ragazza viene ricevuta dalla ginecologa, le viene rilasciato il certificato ma senza che vi sia scritta l’urgenza, che in base alla legge la persona incinta può richiedere ma che è il medico A VALUTARE.

C'è un problema: la ragazza infatti aveva manifestato volontà di procedere con metodo farmacologico, ma la gravidanza nel frattempo è alla SESTA SETTIMANA E CINQUE GIORNI. Nelle Marche nessuna struttura effettua un aborto farmacologico oltre le 7 settimane. Questo lo vengono a sapere quando si recano all’Ospedale di San Benedetto.

La dottoressa spiegò chiaramente che il certificato non aveva l’urgenza quindi non poteva essere rilasciato, perchè avrebbero sforato le 7 settimane, che nelle Marche non si poteva fare e diede loro il numero di Teramo”.

È un venerdì pomeriggio e a quel numero non risponde nessuno. Riprovano lunedì mattina, qualcuno risponde al telefono, ma in quel momento non ha tempo, promette che richiamerà più tardi, ma non succede. Il giorno successivo la coppia si attacca al telefono chiamando tutti i numeri che intercettano su internet fino a che, finalmente, riescono a trovare una risposta all’Ospedale Mazzini, dove viene fissato l’appuntamento per la prima delle due somministrazioni previste dalla procedura farmacologica. L’ospedale Mazzini di Teramo si trova in Abruzzo e a quasi un’ora di macchina dalla loro zona di residenza.

Entrano in scena le attiviste che si battono per l’accesso libero all’interruzione di gravidanza anche nelle Marche, e dicono che la responsabilità è innanzitutto politica. TI PAREVA, ATTACCO POLITICO AL GOVERNO MELONI, È TUTTA COLPA SUA!

Non c’è nessuna motivazione, né amministrativa né medica, per cui nelle Marche si resti nel limite delle 7 settimane per l’aborto con le pillole, viene affermato da Marte Manca, attivista di Pro-choice Rica. E’ ridicolo che avvenga solo in alcuni ospedali, viene spiegato.

E tutto questo avviene in violazione delle Linee di indirizzo ministeriali del 2020, della direttiva dell’Agenzia italiana del farmaco del 2020, delle Raccomandazioni dell’Istituto superiore di sanità, delle Linee guida OMS e in ultimo dalle recenti raccomandazioni delle società scientifiche SIGO e AOGOI.

Per smuovere la situazione si è costituito il Comitato #RU486Marche, che ha avviato una raccolta firme destinata a chi è residente in regione. L’appello è “Chiediamo un aborto moderno nelle Marche” e si può firmare online fino al 4 ottobre.

Interpellato da qualcuno del quotidiano, l’assessore regionale leghista alla sanità, Filippo Saltamartini, non ha rilasciato commenti. Il 25 giugno scorso, rispondendo ad un’interrogazione di Emanuela Bora (Pd) riguardante l’inadempienza sulla procedura farmacologica, l’assessore aveva scaricato le responsabilità sui dirigenti ospedalieri, dichiarando che “la direttiva del Ministero è pienamente applicabile, i dirigenti hanno il dovere di applicarla, i cittadini se ritengono che ci siano stati degli atti lesivi, hanno il diritto di tutelarsi giudizialmente. La Regione si deve conformare a queste disposizioni, tanto più per il fatto che se noi non avessimo ritenuto la circolare legittima, avremmo dovuto impugnarla davanti al giudice amministrativo”. Una ricostruzione che però viene smentita dai fatti: la delibera già predisposta e poi bloccata che avrebbe dovuto aggiornare le procedure in regione, la n. 34837725, non è ancora stata varata.

 

 

 
 
 
Vai alla Home Page del blog

AREA PERSONALE

 

RADIO DJVOCE

 

PAROLE

   

     IL TIBET NASCE LIBERO

  LASCIAMO CHE RESTI TALE

                             i

Le parole.

                       I

Le parole contano
dille piano...
tante volte rimangono
fanno male anche se dette per rabbia
si ricordano
In qualche modo restano.
Le parole, quante volte rimangono
le parole feriscono
le parole ti cambiano
le parole confortano.
Le parole fanno danni invisibili
sono note che aiutano
e che la notte confortano.
                                  i
 
 

ULTIME VISITE AL BLOG

scricciolo68lbrOroneibabboundolcesorrisoperte6surfinia60Desert.69cassetta2norise1there0perla88sQuartoProvvisoriom12ps12Kanty0sRico65moro
 

I LINK PREFERITI

DECISIONI.

 

 

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Settembre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
            1
2 3 4 5 6 7 8
9 10 11 12 13 14 15
16 17 18 19 20 21 22
23 24 25 26 27 28 29
30            
 
 

IMMAGINI DI TE

 

 

 

 

 

CONTATTO

 

 

PASSIONE

immagine


 

 

LIBERTÀ.

 

 

Affrontare ciò che ci spaventa

è il modo migliore per superare

ciò che ancora non si conosce.

 

 

 
 

ATTIMI

 

 

 

UN GIOCO!

 

 

EMOZIONI

 

 

 

 

 

PASSAGGI

Contatore accessi gratuito

 

 

ABBRACCIO

 

  

 

 

BOCCA

 

 

 

 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963