Pensieri e parole...

I PROGRAMMI TV MISURANO IL VUOTO CHE AVANZA.


Che programma demenziali girano in TV! Già... credo sia anche per questo che sono più di due anni che non guardo più la scatola rettangolare. Tutti tarati sulla medesima lunghezza d’onda come Il grande fratello, l’isola dei famosi, Uomini e Donne, programmi che aiutano a realizzare un alto share, ma abbassano il livello morale e culturale del programma stesso.A cosa servono questi programmi, potreste domandarvi?È semplice, a testare il livello di evoluzione culturale, intellettuale, morale delle persone. I proprietari delle reti televisive, vere e proprie corporazioni mediatiche, studiano e commissionano studi relazionali sopra i dati dello share che raccolgono. La televisione da sempre, ha rispecchiato fedelmente la società, non bisogna meravigliarsi più di tanto quindi. Oggi più che mai, si è notevolmente abbassato ed involgarito il livello culturale ed intellettuale del Paese, inteso come massa che usufruisce dell’intrattenimento televisivo, la nostra TV è stata invasa dai format provenienti da ogni parte del mondo, che hanno ottenuto si, grande successo, opinabile a volte, ma offrendo nulla, ma proprio nulla in cambio. Ma quello che più desta preoccupazione è che i giovani hanno idealizzato personaggi tramutati in veri e propri miti che sono sicuramente negativi e per nulla idonei a ingenerare spunti di riflessione e di crescita. La persone sono diventate superficiali: piangono e ridono con facilità davanti allo schermo, amano interessarsi ai problemi degli altri, anziché ai propri, provano piacere ad entrare prepotentemente in maniera massiva e senza censura nella vita altrui, sono morbosamente curiose e voieriste. Basti pensare che alcune di loro trascorrono molte ore a guardare "Grande fratello" che non fa altro che trasmettere un vuoto assordante, la vita di venti ragazzi e ragazze (tutto tranne che autentica) chiusi in una casa, ad oziare tutto il giorno, a offrire spunti sessuali, e... poco più. Le persone guardano dal loro vuoto interiore affacciandosi verso un vuoto esteriore, solo per scorgere un'emozione, un pianto, un motivo di ilarità, un litigio, un bacio e via di seguito... In questo tempo ormai senza più eroi, né vere figure di riferimento di spessore etico e morale, vogliamo davvero che il vuoto di modelli che ci circonda sia colmato da simili sotto uomini e sotto donne? E anche se li guardano e ne pensano male, è comunque sano che le persone riempiano i propri vuoti, parlando di tempo libero, con altro vuoto?Questo non è moralismo. È sana preoccupazione. È senso di disagio. E sono sicuro che questo senso di disagio lo hanno provato anche molti dei giovani di cui ho parlato come passivi fruitori di alcuni imbarazzanti programmi TV. Ci sono persone più ed altre meno influenzabili, tra i giovani come tra i non più giovani, ma un altolà va lanciato ugualmente, secondo me. Se vogliamo migliorarci, e credo questa sia l’ambizione di ciascuna civiltà che si rispetti, quello che facciamo in genere ma anche e soprattutto nel nostro tempo libero, dovrebbe elevarci, non abbrutirci. E non sto parlando di censura pubblica. Affatto. Sto parlando di scelte che noi possiamo compiere. La frase "Nulla in TV" magari tornerà a significare che non c’è nulla che ci interessi particolarmente, invece di sembrare l’amara descrizione del deprimente palinsesto contemporaneo. E il tutto potrebbe essere paragonato ad una tragedia, non quella aristotelica, ma una di quelle autentiche. Aristotele parlava della tragedia greca come di una forma d’arte che eleva l’uomo, lo porta alla catarsi, alla purificazione, attraverso sentimenti come l’empatia. La tragedia imita la realtà, amplificandola in senso tragico, ma voluto per crearne una metafora, attraverso la "mimesi", l’imitazione, ed il "pathos". L’uomo, assistendovi, rivive certe situazioni reali amplificate e, in tal modo, le sublima, purificando e sollevando lo spirito.  Lo so, sto chiamando in causa teorie del IV secolo a.C., ma sono convinto che l’arte e l’intrattenimento possano e debbano, se non proprio innalzare lo spirito, almeno non abbrutirlo. E credo che noi possiamo scegliere cosa ritenere degno e cosa no, e che almeno possiamo e dobbiamo porci in maniera critica dinanzi alle brutture (ho inflazionato il termine, m ene rendo conto) che la TV (e non solo) ci propina, spacciandole per prodotti d’intrattenimento. Se libertà d’espressione come è giusto che sia, deve esserci, libertà d’opinione deve farle da contraltare. Ed invito tutti a farsela un’opinione, positiva o negativa che sia, ed evitare il più possibile di mettere il pilota automatico quando ci si abbandona sul letto o sulla poltrona preferita di casa, davanti ad uno dei programmi che ho citato (e non solo, purtroppo). Ci saranno pure i garanti e gli osservatori perché non si travalichino certi limiti, ma se parolacce e oscenità vengono censurate, multate o relegate in fasce orarie da adulti (come se a nessun genitore, in nessun momento sfuggisse il controllo sugli ormai sveglissimi figli), la sottile volgarità, la non-gentilezza, la bassezza ed il nulla non possono non essere censurabili. Dilagano. Ci annullano. Ed è solo con cervello, con il cuore e con senso critico, oltre che con una naturale, spero, pulsione verso l’auto-miglioramento, che possiamo e dobbiamo confrontarci e debellare certi programmi così poco educativi. Se lo vogliamo...