Pensieri e parole...

Quello che non dicono sulle scie chimiche...


Non vi capita mai di alzare gli occhi al cielo, soprattutto al mattino, per proferire parole di ringraziamento verso il cielo e notare scie che formano una scacchiera? Possibile tutti quegli aerei che si incrociano in così breve lasso di tempo? Sono ormai molte le persone che mentre guardano un cielo sfregiato da ciò che rilasciano gli aerei... intuiscono come i conti non tornino affatto, e che non credono che quelle siano scie di condensazione... “Quelle che osserviamo nei nostri cieli sono semplicemente scie di condensazione chiamate anche contrails? No, quasi mai.In primo luogo chiediamoci: che cos’è una scia? È una zona di fluido (liquido o gassoso)situata immediatamente dietro un solido in movimento relativo rispetto al fluido stesso, caratterizzata dal fatto che in essa il moto è prevalentemente formato da vortici. Tipico esempio di scia è il solco di schiuma che un natante veloce lascia nell’acqua dietro di se: l’acqua è ferma e il solido è in moto. Le scie di condensazione in inglese sono chiamate “contrails”: il termine è l’abbreviazione di “condensation trails”. La loro formazione è legata a specifiche condizioni atmosferiche: temperatura inferiore a -40* C, umidità relativa non inferiore al 70%, altitudine superiore almeno agli 8000 metri, pressione atmosferica idonea. La pressione atmosferica è un parametro importante, cambia in riferimento alla temperatura. Quando questa è alta, la pressione atmosferica si abbassa perché l’aria calda tende a dilatarsi, diventando meno densa e più leggera. Ora è davvero improbabile che che si crei una contrail in regioni come quelle equatoriali dove l’aria è molto calda tutto l’anno. Inoltre ad alta quota l’aria è alquanto secca. Per questo motivo in queste zone le scie di condensazione possono verificarsi molto raramente. Gli aerei che tutti possono notare con la loro scia, più o meno lunga e persistente, volano a bassa o a bassissima quota, dove è impossibile che si manifesti il fenomeno della condensazione. Questo è un fatto dimostrato ed inconfutabile. Quelle scie effimere che osserviamo nelle giornate con il cielo del tutto sgombro di nubi - condizione indotta ed ottenuta artificialmente, tramite la diffusione di elementi chimici igroscopici che impediscono la formazione di cumuli da bel tempo - non sono il frutto della condensazione, ma il risultato della combustione di speciali carburanti ed additivi. Ciò determina la formazione di scie che di condensa non sono, ed anche la ricaduta di polimeri sotto forma di filament, spacciati per tele di ragno volanti. Le scie di condensazione, comunque, sono un fenomeno rarissimo, tanto che, nelle più rinomate enciclopedie, il lemma “scia di condensazione, è del tutto assente. Inoltre, i motori turbofan con high bypass in uso almeno dagli anni settanta del XX secolo, non possono produrre scie di condensazione, poiché l’80 per cento dell’aria che li attraversa, non entra nella camera di combustione. Allo scarico, quindi, i gas incombusti sono relativamente freddi. Ciò implica che gli attuali propulsori non possono in alcun modo produrre scie di condensazione, visto che la condensazione dipende da una sensibile differenza di temperatura tra due ambienti”. tratto dal libro: “Scie chimiche, la guerra segreta. Il controllo del clima, un sogno diventato un’atroce realtà”.autori: Rosario ed Antonio MarcianòUno editore - 2015