Pensieri e parole...

Libertà di opinione ed informazione a rischio?


La notizia è ormai su tutti i portali: Julian Assange, fondatore di Wikileaks (WikiLeaks è un'organizzazione internazionale senza scopo di lucro che riceve in modo anonimo, grazie a un contenitore protetto da un potente sistema di cifratura, documenti coperti da segreto e poi li carica sul proprio sito web), potrebbe essere estradato dalla Gran Bretagna agli Stati Uniti.A darne notizia è stato l’Home Office del governo britannico, secondo cui il ministro inglese “deve firmare l’ordine di estradizione” se non vi siano motivi validi per impedirlo. E poiché tempo fa ormai i giudici di Sua Maestà avevano escluso la possibilità di non concedere l’estradizione, pare che la parabola di Assange si avvicini sempre di più al suo rimpatrio verso l’America. E dunque verso il possibile processoLa ministra dell’Interno britannica, Priti Patel, ha ordinato l’estrazione negli Stati Uniti di Julian Assange. Il via libera finale da parte della responsabile dell’Home Office, considerato scontato, arriva dopo che nel Regno Unito era stata completata la procedura giudiziaria sulla controversa vicenda dell’attivista australiano che rischia di scontare in un carcere Usa una pesantissima condanna per aver contribuito a diffondere tramite la piattaforma online Wikileaks documenti riservati contenenti anche informazioni su crimini di guerra commessi dalla forze americane in Iraq e Afghanistan. Il commento di WikiLeaks: “Un giorno buio per la libertà di stampa”. Noi di Info Data riproponiamo la puntata diThinkTallyTalk con protagonista Stefania Maurizi giornalista investigativa autrice del libro “Il potere segreto. Perché vogliono distruggere Julian Assange e Wikileaks” (Chiare Lettere editore)Nel corso della puntata insieme a Stefania Maurizi abbiamo parlato del piano della Cia per rapire Julian Assange, dell’eredità di Wikileaks e di quello che è successo e succederà all’uomo che nel XXI secolo ha hackerato il sistema dei media.Il cofondatore di Wikileaks infatti è accusato di spionaggio per un totale di 18 capi di accusa che, se confermati, potrebbero costringerlo a 175 anni di carcere. Il giornalista è accusato di aver trafugato, rivelato e passato alla stampa file riservati con segreti (anche militari) sui conflitti armati in Afghanistan e Iraq. Ma anche notizie sulla repressione cinese della rivolta tibetana, le violenze in Turchia. E ancora la corruzione nei Paesi arabi. Fino ad arrivare, come detto, agli Stati Uniti: il suo principale bersaglio, di cui ha rivelato abusi dei diritti umani commessi dalle forze armate americane. Famoso anche il coinvolgimento di Wikileaks nella rivelazione delle mail di Hillary Clinton durante la campagna presidenziale del 2016 che aprirono la strada a Donald Trump.Assange è rimasto per diverso tempo nell’ambasciata dell’Ecuador dove si era rifugiato. Nel maggio del 2019, il tribunale di Londra lo aveva condannato a 50 settimane di carcere per violazione delle condizioni di libertà vigilata. Dagli Stati Uniti nel frattempo è arrivata la richiesta di estradizione presentata al Regno Unito, che ora sembra disposta a concederla. Sia chiaro: Assange non rischia di essere caricato domani su un aereo per essere rispedito oltre oceano. Wikileaks ha già annunciato che presenterà ricorso, sebbene è difficile possa essere accolto dalla giustizia britannica. E poi potrebbe tentare la carta della Corte Europea dei Diritti umani di Strasburgo. Attualmente detenuto nel carcere di Belmarsh, Assange come i suoi legali non credono alle rassicurazioni americane sul trattamento che otterrebbe una volta estradato. Diverse Ong parlano di persecuzione politica. Per Amnesy International spedirlo negli Usa sarebbe “un messaggio agghiacciante ai giornalisti di tutto il mondo”. Melenchon, il candidato della sinistra francese, assicura che se verrà eletto darà la cittadinanza ad Assange. E anche Mosca, per bocca della portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, accusa l’Occidente di cercare una “vendetta” e la “distruzione del giornalista”.