Pensieri e parole...

Non ho un titolo, la rabbia e la delusione confondono...


La emergenza sanitaria, gli arresti domiciliari, i morti intubati, la guerra, le liste di proscrizione che contengono chi ama e desidera la pace... Stiamo proprio vivendo un momento estremamente difficile, che ha colto molti, tanti alla sprovvista, che ha coinvolto TUTTI NOI, e ci ha destabilizzato sotto tutti i punti di vista: emotivo, fisico, psichico.Mai, io per primo, mai avremmo immaginato di poter vivere una situazione simile, dove regna il caos più totale, dove ricercare la verità espone alla gogna mediatica, dove le persone smettono di socializzare, di abbracciarsi, amarsi, stringersi la mano, volersi bene, perché intorpidite dal timore, preoccupazione e incertezza per il presente e il futuro.Paura per la nostra salute, preoccupazione per la salute delle nostre famiglie ed incertezza per il nostro lavoro, per l’ambiente, le nostre città, la nostra società.Ma noi non molliamo e teniamo duro! Però ogni tanto ci si abbatte, negarlo non servirebbe.Ma dopo la rabbia o lo scoramento torna la voglia di vivere, e la paura, l’incertezza ed il timore timidamente tentano di lasciare il posto nuovamente alla speranza e alla voglia di resistere, di vivere e affrontare questo periodo di emergenza infinita con coraggio e determinazione, abbozzando un sorriso, e agendo al meglio che si può.Una frase latina, attribuita a Cicerone, mi torna alla mente, e la metto qui, per concludere il mio pensiero, una frase che viene utilizzata proprio per lamentare la difficoltà e la bruttezza di un certo periodo storico non proprio brillante e quindi, bene si adatta al tempo che stiamo vivendo. La frase completa recita: “Mala tempora currunt sed peiora parantur” che letteralmente vuol dire: “Corrono brutti tempi, ma se ne preparano di peggiori” e questa visione bene si adatta alla situazione che ci troviamo a vivere da circa due anni e passa. Temo che questa fase storica così ingarbugliata non si dipanerà in breve tempo, adesso l’entropia dell’universo è diretta verso la fase confusionale, caotica, irrazionale, la gente ancora una volta si divide tra preoccupati per il conflitto e quelli che scrollano le spalle e dicono: “Non posso farci nulla”, tirando dritto. Quanta confusione mescolata a pressapochismo.Personalmente non ho più voglia di parlare, tanto la gente non ascolta veramente; non ho più voglia di pregare perché so che Dio non si immischierà in queste diatribe terrene provocate dagli uomini; non ho più voglia di immaginare il futuro, perché il presente non rappresenta più una buona premessa. Ed allora mi rinchiudo in me, vago come un’anima sperduta, senza più legami col presente, né col passato, tantomeno con il futuro. E riaffiornao in me solo le bene auguranti parole di Rita Levi Montalcini, che esorcizzano, o forse sperano di esorcizzare, la crudeltà dei nostri lunghi giorni, sperando che lei dall’alto della sua saggezza (dall’alto in tutti i sensi), ancora una volta, abbia ragione:“Non temete i momenti difficili. Il meglio viene da lì”.