Pensieri e parole...

LA RAGIONEVOLEZZA DELLA FEDE.


"Come si evince anche dal famoso discorso di Ratisbona, per Benedetto XVI è sempre stato importante mostrare la ragionevolezza della fede e l'aiuto reciproco tra ragione e fede: la ragione aiuta la fede a non cadere nel fondamentalismo, la fede aiuta la ragione a non cadere nel totalitarismo". (dall'intervista di Martina Pastorelli allo storico della Chiesa e del Papato prof. Don Roberto Regoli)Vi invito a riflettere su queste parole. Non importa se siete credenti oppure atei, se avete avuto una buona oppure una cattiva opinione di Ratzinger, se amate o detestate la Chiesa cattolica. Resta questa comunque, una riflessione “fondamentale”, che non ha né appartenenza ad una casacca (la fede può benissimo essere concentrata nel Dio che preferite, al quale credete), né tempo, ma è utile per capire il pensiero moderno, e merita la vostra attenzione. La fede, il credere nello spirituale (in Dio per i cattolici), è stata via, via nel tempo sostituita dalla “fede acritica nella scienza e nella tecnica”, portata allo scientismo, quell'ingenua convinzione secondo cui la civiltà cammina naturalmente e in modo lineare verso il progresso e verso il Bene e la scienza è scevra da qualsiasi interesse economico, da qualsiasi condizionamento politico o ideologico, da qualsiasi credenza personale. Oggi milioni di persone affermano, senza contezza dell'ossímoro, di "credere (aver fede) nella scienza": di fatto con la scienza hanno sostituito Dio e lo spirituale, con l'OMS o con il televirologo di turno. La scienza è dialettica oppure non è scienza. Non può esistere vera scienza senza il ragionevole dubbio. E più ancora: una scienza che rifiuti aprioristicamente il confronto al proprio interno e allontani da sé il dubbio etichettandolo a priori come "pseudoscienza" o "disinformazione", presto o tardi cessa di essere al servizio dell'umanità e fatalmente si trasforma in qualcosa contro l'umanità. Diventa una scienza di pochi e per pochi.