Voto Green Deal, la maggioranza Ursula non c’è più. Ue vira a destra?QuiFinanzaLa Commissione europea si è vista respingere dal voto in Parlamento una delle proposte portanti sulla sostenibilità nell’ambito del ‘Green Deal’, il piano per la transizione energetica. Popolari (Ppe) e liberali (Re) si sono infatti alleati con conservatori (Ecr) e sovranisti (Id) inviando un chiaro segnale politico all’esecutivo comunitario: la cosiddetta “maggioranza Ursula”, che ha sostenuto l’attuale Commissione, vaccilla. E a maggior ragione proseguono le manovre di avvicinamento fra Popolari e Conservatori che potrebbe portare ad un cambio della guardia nelle elezioni Europee previste a giugno del 2024, di cui il voto in questione potrebbe essere il primo segnale. Dunque una Unione Europea che è pronta a spostare sul centrodestra il proprio baricentro politico, con Manfred Weber(Popolari) che da settimane dialoga con Giorgia Meloni (a capo dei Conservatori) per tagliare fuori i socialisti.“Timmermans è un delinquente”: con queste parole Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, definiva poco prima del voto sulla legge europea sul ripristino della Natura, il Vice Presidente e n. 2 della Commissione Frans Timmermans, responsabile del progetto Green Deal e delle politiche sul Clima nella Commissione Von der Leyen; Timmermans è oramai arcinoteo, SI È DIMESSO qualche giorno fa ed è oggi candidato a diventare primo ministro nei Paesi Bassi per una coalizione tra socialisti e verdi (Partij van de Arbeid e Groen Links); questa inedita alleanza è in buona posizione nei sondaggi per le elezioni anticipate previste in autunno, che si annunciamo però totalmente imprevedibili e si giocheranno in buona parte sul tema dell’immigrazione oltre che sul clima.Frans Timmermans, socialista, è stato ministro degli esteri olandese, e non è nuovo a polemiche e controversie.Prima di arrivare a Bruxelles nel 2014, aveva pubblicato uno stranissimo documento di 54 punti sulle competenze da togliere alla Ue, per fortuna finito nel dimenticatoio: era il politico olandese più popolare e non esattamente un federalista. Commissario alle questioni istituzionali e ai diritti fondamentali tra il 2014 e il 2019 nella commissione Juncker, è stato protagonista di scelte totalmente sballate, come quella di eliminare con un tratto di penna in nome del principio “legiferare meglio” il primo, visionario pacchetto di norme sull’economia circolare, frutto di un attento e minuzioso lavoro del suo predecessore commissario Petrovic o quella di rimandare per anni l’azione contro il deterioramento delle democrazie ungherese e polacca, per poi comunque diventare la loro bestia nera quando si decise a intervenire anche per le insistenze del PE, chiedendo di attivare la cosiddetta procedura art.7, che, se adottata, permette di sospendere i diritti che derivano dall’essere membri della Ue. Non se ne fece nulla grazie all’impossibilità di raggiungere il necessario consenso al Consiglio e si decise, dopo altri anni, di agire attraverso la sospensione dei fondi.
LA MAGGIORANZA URSULA NON C’È PIÙ!
Voto Green Deal, la maggioranza Ursula non c’è più. Ue vira a destra?QuiFinanzaLa Commissione europea si è vista respingere dal voto in Parlamento una delle proposte portanti sulla sostenibilità nell’ambito del ‘Green Deal’, il piano per la transizione energetica. Popolari (Ppe) e liberali (Re) si sono infatti alleati con conservatori (Ecr) e sovranisti (Id) inviando un chiaro segnale politico all’esecutivo comunitario: la cosiddetta “maggioranza Ursula”, che ha sostenuto l’attuale Commissione, vaccilla. E a maggior ragione proseguono le manovre di avvicinamento fra Popolari e Conservatori che potrebbe portare ad un cambio della guardia nelle elezioni Europee previste a giugno del 2024, di cui il voto in questione potrebbe essere il primo segnale. Dunque una Unione Europea che è pronta a spostare sul centrodestra il proprio baricentro politico, con Manfred Weber(Popolari) che da settimane dialoga con Giorgia Meloni (a capo dei Conservatori) per tagliare fuori i socialisti.“Timmermans è un delinquente”: con queste parole Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, definiva poco prima del voto sulla legge europea sul ripristino della Natura, il Vice Presidente e n. 2 della Commissione Frans Timmermans, responsabile del progetto Green Deal e delle politiche sul Clima nella Commissione Von der Leyen; Timmermans è oramai arcinoteo, SI È DIMESSO qualche giorno fa ed è oggi candidato a diventare primo ministro nei Paesi Bassi per una coalizione tra socialisti e verdi (Partij van de Arbeid e Groen Links); questa inedita alleanza è in buona posizione nei sondaggi per le elezioni anticipate previste in autunno, che si annunciamo però totalmente imprevedibili e si giocheranno in buona parte sul tema dell’immigrazione oltre che sul clima.Frans Timmermans, socialista, è stato ministro degli esteri olandese, e non è nuovo a polemiche e controversie.Prima di arrivare a Bruxelles nel 2014, aveva pubblicato uno stranissimo documento di 54 punti sulle competenze da togliere alla Ue, per fortuna finito nel dimenticatoio: era il politico olandese più popolare e non esattamente un federalista. Commissario alle questioni istituzionali e ai diritti fondamentali tra il 2014 e il 2019 nella commissione Juncker, è stato protagonista di scelte totalmente sballate, come quella di eliminare con un tratto di penna in nome del principio “legiferare meglio” il primo, visionario pacchetto di norme sull’economia circolare, frutto di un attento e minuzioso lavoro del suo predecessore commissario Petrovic o quella di rimandare per anni l’azione contro il deterioramento delle democrazie ungherese e polacca, per poi comunque diventare la loro bestia nera quando si decise a intervenire anche per le insistenze del PE, chiedendo di attivare la cosiddetta procedura art.7, che, se adottata, permette di sospendere i diritti che derivano dall’essere membri della Ue. Non se ne fece nulla grazie all’impossibilità di raggiungere il necessario consenso al Consiglio e si decise, dopo altri anni, di agire attraverso la sospensione dei fondi.