Pensieri e parole...

BISOGNA ABBATTERE IL VECCHIO PER POTER COSTRUIRE IL NUOVO!


Le vicende susseguite ai funerali di Napolitano, con tanto di valanghe di insulti sul web da parte della gente comune, ha evidenziato. se mai ce ne fosse bisogno, quale distacco si è venuto a creare tra i comuni cittadini e la classe politica italiana, marcia e putrescente, oggi più che mai. Il sistema partitico italiano sin dagli inizi degli anni Cinquanta si è caratterizzato per un’estrema rigidità della sua struttura e della sua organizzazione. Tale sistema si è poi consolidato e protratto anche quando l’istituzionalizzazione del sistema democratico non richiedeva più quell’eccessiva stabilità che spesso si è tradotta in “immobilismo e inerzia del sistema stesso”.  Nel corso della storia repubblicana italiana, ai tradizionali partiti del secondo dopoguerra si sono affiancati soggetti politici e movimenti di matrice localista o di natura antisistemica, sorti negli anni Sessanta, Settanta e Ottanta, potenziali portatori di ideali e messaggi, espressione di un determinato momento storico. Le divisioni sociali, politiche e culturali, la separazione politico-ideologica imposta dal contesto internazionale della guerra fredda, e un sistema elettorale che garantiva la rappresentanza parlamentare anche con un numero molto esiguo di voti, hanno caratterizzato per decenni il sistema politico italiano. Il sistema partitico era contraddistinto da una bassissima volatilità e da un’elevata stabilità elettorale, da un’organizzazione dei partiti fin troppo ben definita e da una identificazione dei partiti con specifiche tematiche che si traducevano in messaggi e proposte precisi e ben distinguibili. L’identificazione partitica è sempre stata un valido strumento di rilevamento dei legami tra partiti e società civile; ideologia e polarizzazione, elementi sostenuti dalla propaganda di partito, sono stati i principali mezzi di catalizzazione del consenso. Oggi tutto questo non funziona più, le persone avvertono un distacco non più colmabile rispetto ai soggetti politici, nonostante ci siano stati tentativi di portare qualche novità nel panorama politico, rovinosamente naufragato, vedi l’esperienza tragicomica del M5S. Quindi? Oggi si avverte l’esigenza, per molti certo non per tutti, di evitare di affidarsi, tramite il consenso elettorale, a individui spesso poco preparati, nel migliore dei casi, quando a personaggi scaltri e legati a poteri forti o alla malavita, nel peggiore dei casi. Il popolo sente il bisogno di contare di più, di smetterla di assistere in maniera deludente, alle scialbe performance dei politici di turno, che promettono e propongono programmi elettorali ambiziosi e basati sulla difesa e valorizzazione delle classi più basse, quanto poi rimangiarsi tutto e adottare provvedimenti non condivisi neppure dalla base dell’elettorato di chi è confluito al potere. Insomma c’è da ripensare tutto, individuare una forma e modello nuovi di governo del Paese, dove le scelte non siano solo fatte da persone “contrattualmente” abilitate per un quinquennio a governate il Paese, nel bene e nel male. Tutto questo, al di là degli sviluppi a cui assisteremo fa ben sperare che si possa verificare quel cambiamento nelle forme di governo del Paese, più vicine alle esigenze di tutti, rispettose della Carta Costituzionale, che fino a che è in vigore, va onorata e rispettata, rispettose delle norme basilari etiche e morali, e non solo dettate da esigenze meramente economiche.