Oggi 6 gennaio nella tradizione cristiana si festeggia l'Epifania del Signore!Cosa rappresenta effettivamente questa ricorrenza?È la "Manifestazione della divinità in forma visibile", nella tradizione cristiana, infatti, oggi si festeggia labricorrenza della manifestazione della divinità di Gesù ai Tre Magi in visita a Betlemme e il giorno commemorativo cade il 6 di gennaio.Perché si chiama così? Perché i Re Magi portano oro, incenso e mirra? Perché la Befana porta carbone e dolci? Scopriamo insieme il significato del termine e alcune curiosità su Re Magi e Befana.Il giorno dell’Epifania segna la conclusione ufficiale del periodo delle feste di natale. Il 6 gennaio è atteso soprattutto dai bambini per la tradizionale calza carica di doni, dokci e caramelle, che la Befana porta a tutti i bambini buoni, eppure l’Epifania è una festa la cui origine nulla avrebbe a che vedere con la vecchina sulla scopa.Cosa significa Epifania? Ripercorro brevemente le tradizioni del 6 gennaio, spiegando le origini della festa, l’etimologia della parola Epifania, il significato dei doni dei Re Magi (oro, incenso e mirra) e della Befana (carbone e dolci).L’Epifania non è un giorno di festa solo per i più piccoli, che dal giorno successivo torneranno tra i banchi di scuola, ma anche per i lavoratori: il 6 gennaio in Italia è un giorno festivo, così come Natale, Santo Stefano e il 1* gennaio. L’Epifania è una festa religiosa cristiana, che celebra il giorno in cui Dio rivelò agli uomini la nascita di suo Figlio, rivelazione che venne fatta ai Re Magi convocati da lontano a Betlemme dopo aver visto sorgere e seguito la stella annunciata dall’Antico Testamento. Il termine Epifania viene dal greco antico epìphaneia che significa appunto "manifestazione, rivelazione, apparizione".La celebrazione della festa è antichissima, sembra sin dal II secolo d.C. si possano ritrovare delle tracce di queste celebrazioni. In un primo momento le persone però festeggiavano il 6 gennaio il battesimo di Gesù. La setta degli gnostici riteneva infatti che durante il battesimo Cristo si fosse incarnato e non prima.In un secondo momento, intorno al IV secolo, la Chiesa riuscì a epurare la festa di queste credenze gnostiche e inserirla nei festeggiamenti religiosi dell’Occidente cristiano. Il giorno dell’Epifania si festeggia quindi ancora oggi, essendo legato ai riti cristiani e alle tradizioni religiose, che vedono la manifestazione del Figlio di Dio a tutte le genti. L'Epifania rappresenta la rivelazione al mondo e l'adorazione di Gesù da parte dei re Magi. Questa ricorrenza rappresenta infatti la manifestazione del Bambino Gesù come Dio a tutti i popoli (non solo agli ebrei) e quindi a tutta l’umanità. Il titolo di Re Magi è improprio, perché che fossero re è solo una tradizione popolare. Nel racconto canonico sono figure ben più alte di un re, personaggio politico che poteva anche aver condannato a morte qualcuno. Coloro che si rendono conto di quello che sta veramente succedendo, l’incarnazione di Dio in un bambino, sono dei saggi, sono talmente saggi da essere "magi", maghi: la loro spiritualità è talmente potente da trascendere la materia. Ne parla solo il Vangelo di Matteo: «Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. Alcuni magi giunsero da Oriente a Gerusalemme e domandavano: “Dov'è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo"». Arrivano con i piedi per terra e lo sguardo al cielo. Matteo dice «alcuni». Portano tre doni da cui si può dedurre che siano tre, e che portino un dono ciascuno, e questo è riportato in un vangelo apocrifo armeno e tardivo. I tre magnifici nomi sono stati ricuperati da una secolare tradizione orale da papa Leone nel V secolo, che afferma che i re fossero tre, uno per ognuno dei continenti conosciuti al tempo: l’Africa, rappresentata da Baldassarre, l’Asia da Melchiorre e l’Europa da Gaspare. I magi portano tre doni: l’incenso per la divinità che si manifesta, la mirra per la sacralità e l’oro, perché l’oro è dono lecito, cosí come la ricchezza è lecita perché permette il bene. L’oro diventa una maledizione quando è un fine, non quando è un mezzo per comprare grano, lana, formaggio, legna da ardere.I doni portati dai Re Magi a Gesù nell’episodio narrato nel vangelo di Matteo quindi non sono casuali:l’oro è un dono degno di un re e serve a simboleggiare la regalità di Gesù;l’incenso è una resina aromatica che sprigiona profumo quando bruciata ed è usato nelle chiese anche oggi nelle funzioni religiose. Quando bruciato l’incenso emana un fumo profumato che dalla terra può diffondersi nell’aria fino ad arrivare a Dio e, proprio essendo destinato a venerare Dio, come dono sta a simboleggiare la divinità di Gesù;la mirra è il dono più misterioso forse oggi, ma non ai tempi di Gesù, in quanto si tratta di una resina che si utilizzava sui morti per profumarli e per imbalsamare i cadaveri. Il dono simboleggia probabilmente l’umanità di Gesù.
NELLA TRADIZIONE CRISTIANA OGGI GESÙ SI MANIFESTA ALL’UOMO!
Oggi 6 gennaio nella tradizione cristiana si festeggia l'Epifania del Signore!Cosa rappresenta effettivamente questa ricorrenza?È la "Manifestazione della divinità in forma visibile", nella tradizione cristiana, infatti, oggi si festeggia labricorrenza della manifestazione della divinità di Gesù ai Tre Magi in visita a Betlemme e il giorno commemorativo cade il 6 di gennaio.Perché si chiama così? Perché i Re Magi portano oro, incenso e mirra? Perché la Befana porta carbone e dolci? Scopriamo insieme il significato del termine e alcune curiosità su Re Magi e Befana.Il giorno dell’Epifania segna la conclusione ufficiale del periodo delle feste di natale. Il 6 gennaio è atteso soprattutto dai bambini per la tradizionale calza carica di doni, dokci e caramelle, che la Befana porta a tutti i bambini buoni, eppure l’Epifania è una festa la cui origine nulla avrebbe a che vedere con la vecchina sulla scopa.Cosa significa Epifania? Ripercorro brevemente le tradizioni del 6 gennaio, spiegando le origini della festa, l’etimologia della parola Epifania, il significato dei doni dei Re Magi (oro, incenso e mirra) e della Befana (carbone e dolci).L’Epifania non è un giorno di festa solo per i più piccoli, che dal giorno successivo torneranno tra i banchi di scuola, ma anche per i lavoratori: il 6 gennaio in Italia è un giorno festivo, così come Natale, Santo Stefano e il 1* gennaio. L’Epifania è una festa religiosa cristiana, che celebra il giorno in cui Dio rivelò agli uomini la nascita di suo Figlio, rivelazione che venne fatta ai Re Magi convocati da lontano a Betlemme dopo aver visto sorgere e seguito la stella annunciata dall’Antico Testamento. Il termine Epifania viene dal greco antico epìphaneia che significa appunto "manifestazione, rivelazione, apparizione".La celebrazione della festa è antichissima, sembra sin dal II secolo d.C. si possano ritrovare delle tracce di queste celebrazioni. In un primo momento le persone però festeggiavano il 6 gennaio il battesimo di Gesù. La setta degli gnostici riteneva infatti che durante il battesimo Cristo si fosse incarnato e non prima.In un secondo momento, intorno al IV secolo, la Chiesa riuscì a epurare la festa di queste credenze gnostiche e inserirla nei festeggiamenti religiosi dell’Occidente cristiano. Il giorno dell’Epifania si festeggia quindi ancora oggi, essendo legato ai riti cristiani e alle tradizioni religiose, che vedono la manifestazione del Figlio di Dio a tutte le genti. L'Epifania rappresenta la rivelazione al mondo e l'adorazione di Gesù da parte dei re Magi. Questa ricorrenza rappresenta infatti la manifestazione del Bambino Gesù come Dio a tutti i popoli (non solo agli ebrei) e quindi a tutta l’umanità. Il titolo di Re Magi è improprio, perché che fossero re è solo una tradizione popolare. Nel racconto canonico sono figure ben più alte di un re, personaggio politico che poteva anche aver condannato a morte qualcuno. Coloro che si rendono conto di quello che sta veramente succedendo, l’incarnazione di Dio in un bambino, sono dei saggi, sono talmente saggi da essere "magi", maghi: la loro spiritualità è talmente potente da trascendere la materia. Ne parla solo il Vangelo di Matteo: «Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. Alcuni magi giunsero da Oriente a Gerusalemme e domandavano: “Dov'è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo"». Arrivano con i piedi per terra e lo sguardo al cielo. Matteo dice «alcuni». Portano tre doni da cui si può dedurre che siano tre, e che portino un dono ciascuno, e questo è riportato in un vangelo apocrifo armeno e tardivo. I tre magnifici nomi sono stati ricuperati da una secolare tradizione orale da papa Leone nel V secolo, che afferma che i re fossero tre, uno per ognuno dei continenti conosciuti al tempo: l’Africa, rappresentata da Baldassarre, l’Asia da Melchiorre e l’Europa da Gaspare. I magi portano tre doni: l’incenso per la divinità che si manifesta, la mirra per la sacralità e l’oro, perché l’oro è dono lecito, cosí come la ricchezza è lecita perché permette il bene. L’oro diventa una maledizione quando è un fine, non quando è un mezzo per comprare grano, lana, formaggio, legna da ardere.I doni portati dai Re Magi a Gesù nell’episodio narrato nel vangelo di Matteo quindi non sono casuali:l’oro è un dono degno di un re e serve a simboleggiare la regalità di Gesù;l’incenso è una resina aromatica che sprigiona profumo quando bruciata ed è usato nelle chiese anche oggi nelle funzioni religiose. Quando bruciato l’incenso emana un fumo profumato che dalla terra può diffondersi nell’aria fino ad arrivare a Dio e, proprio essendo destinato a venerare Dio, come dono sta a simboleggiare la divinità di Gesù;la mirra è il dono più misterioso forse oggi, ma non ai tempi di Gesù, in quanto si tratta di una resina che si utilizzava sui morti per profumarli e per imbalsamare i cadaveri. Il dono simboleggia probabilmente l’umanità di Gesù.