«Questa Nato serve agli Stati Uniti, a noi europei no». A sbilanciarsi in questa cruda affermazione, a dare enfasi a questa semplice quanto diretta indicazione, è una delle autorità assolute nel campo della politica internazionale: il dott. Sergio Romano. Come politico e diplomatico, nella sua lunga e prestigiosa carriera, Romano ha ricoperto tra l’altro, il ruolo di ambasciatore presso la Nato e ambasciatore a Mosca (1985-1989), nell’allora Unione Sovietica. È stato visiting professor all’Università della California e a Harvard, e ha insegnato all’Università di Pavia, a quella di Sassari e alla Bocconi di Milano.L’ultimo suo libro ha un titolo che ben si attaglia alla realtà d’oggi: "La democrazia militarizzata. Quando la politica cede il passo alle armi" (Longanesi, 2023).Il 21 maggio dell'A.D. 2023 con il quotidiano l’Unità, l’ambasciatore Romano sviluppò una riflessione, che ancora oggi fa molto discutere, riflessione che concludeva un suo articolo rilasciato sul Corriere della Sera: «L’Alleanza atlantica ha avuto una parte utile e rispettabile. Ma la guerra fredda è finita, il comunismo è sepolto, gli Stati Uniti hanno avuto un presidente come Trump e sarebbe giunto il momento di fare a meno di un’istituzione, la Nato, che ha ormai perduto le ragioni della sua esistenza».Questa considerazione riprendeva ed ampliava quanto lo stesso Romano aveva sostenuto nel lontano 2016, in tempi non sospetti, quando la guerra d’Ucraina era molto in là a venire: «La sola scelta di sicurezza per l’Europa dovrebbe essere quella della neutralità. L’Europa non può essere una potenza militare interventista e aggressiva. Credo che se l’Europa scegliesse la strada della neutralità metterebbe in discussione l’esistenza della Nato». Ed ancora: «Oggi i compiti della Nato non sono più indispensabili, certi obiettivi non ci sono più e non c’è motivo di cercare di raggiungerli. Il patto è ancora in piedi perché gli Stati Uniti hanno interesse a mantenere la gestione militare di una grande parte del pianeta. L’Alleanza è una conquista americana, alla quale Washington non intende rinunciare. Sarei stato contento se la Nato fosse stata sciolta alla fine della Guerra Fredda».Sono pienamente d'accordo con le affermazioni di Sergio Romano. Ormai chiunque tra i leader provi a proporsi come “facilitatore” negoziale – sia esso il Papa, Lula, Xi Jinping viene subito colpito e affondato. E accusato di putinismo. Oggi dovrebbe essere privilegiato lo spazio negoziale senza affidare la risoluzione dei conflitti e delle dispute alle armi. Ma gli USA non sanno e non intendono proprio rinunciare a questo loro ruolo di esportatori di democrazia, fatta purtroppo a suon di bombe, con scarso ausilio delle vie diplomatiche. Gli americani a parole sembrerebbero imbastire buoni rapporti con tutti, in realtá hanno nemici e vedono nemici dappertutto, e precisamente in tutti coloro che potrebbero offuscare il loro ruolo di prima nazione economica e militare al mondo. Adesso però tutto sta cambiando, l'avvento dei Brics e la dedollarizzazione della economia mondiale costringerà gli USA a cambiare prospettiva e ridimensionerà talmente la loro economia, che non permetterà più agli USA di stampare dollari a iosa senza alcuna limitazione.Il mondo sta cambiando e pur se per ora sembra di essere di fronte ad un futuro indeterminabile in cui le armi debbano avere ancora spazio predominante, l'orizzonte è più roseo di quanto non sembri.La guerra tra Russia e Ucraina poteva essere evitata, gli USA più volte lo hanno impedito.Questa è una guerra che fondamentalmente è diventato un conflitto mondiale, che ha coinvolto tutta l'Europa e non solo una grande personalità da un lato - il presidente russo Vladimir Putin ed un pupazzo, il suo omologo ucraino Volodymyr Zelenski, dall'altro.Non sono pochi in Italia ad aver cercato in questo tempo di guerra, di andare oltre lo schema aggredito-aggressore e andare alle radici delle ragioni profonde, che non nascono certo il 24 febbraio 2022, della guerra, che sono nel 2014. Non è affatto vero che la Russia aspiri a ridiventare la grande potenza che è stata in passato, questa è solo una scusa inventata dagli USA e da altre medie potenze o addirittura in qualche caso piccoli Stati, fintamente preoccupati che questa grande Russia a un certo punto possa togliere loro qualche cosa. La Russia ha soltanto un “piccolo” problema da risolvere con l’Ucraina e non vuole approfittare di questa circostanza per diventare nuovamente una potenza imperiale. Washington ha finto che fosse questo il problema come ha finto che questo non gli andava giù. L'Europa, dovrebbe essere ormai una confederazione di Stati politicamente saggi e maturi, autonoma nelle sue decisioni, una grande potenza economica e sociale, una “grande Svizzera” composta da amici e reciproci clienti. Per l’efficacia di una tale confederazione tuttavia, la Russia non dovrebbe essere vista come un nemico, piuttosto un compagno di strada nel cammino verso un’Europa sempre più confederale ed indipendente dagli USA.L'Europa non dovrebbe farsi condizionare nelle scelte dagli USA e dalla NATO, dovrebbe vedere nella Russia non cime un pericoloso concorrente, quanto un utile interlocutore verso obiettivi che possono essere pacificamente condivisi. So bene che in tempi come questi potrebbe apparire un sogno, ma coltivarlo e provare a realizzarlo è doveroso.Attualmemte il solo ragionare di un superamento-scioglimento della Nato non sembra essere più un’eresia, una bestemmia e si dovrebbe smettere di additare chi prova a ragionarci su come un sodale di Putin. È inevitabile che gli Stati Uniti in questo momento si guardino attorno e vogliano mantenere ancora larghi consensi, quelle amicizie, quelle alleanze che avevano negli anni della Guerra fredda. Gli fa comodo mantenere una situazione come questa. La Guerra fredda nel frattempo, è finita, bisognerebbe accettarlo: la Guerra fredda è finita! Ma qualcuno ne vuole cominciare un’altra. Non è tanto la Russia ad avere ambizioni imperialistiche quanto Washington. Gli Stati Uniti hanno ambizioni imperialistiche da sempre e forse in questo momento tali ambizioni sono più realistiche di quelle della Russia. Gli Stati Uniti stanno praticando queste ambizioni imperiali e lo fanno utilizzando quegli strumenti che noi consideravamo divenuti inutili, come la Nato, in quanto la Guerra fredda è finita. Ma siccome la Nato è una istituzione in cui gli Stati Uniti hanno un enorme potere, ecco che la Nato diventa lo strumento per praticare queste ambizioni imperiali, al servizio di un Paese – gli Usa – che vuole conservare quella posizione che aveva all’epoca della Nato-Guerra fredda. Reiterare quella funzione, motivandola come la lotta delle democrazie liberali contro le autocrazie, a cominciare da quella russa è una finzione. Gli Stati Uniti stanno facendo appello a questi vecchi concetti che in questo modo possono essere rinfrescati e rimessi sul tavolo. Da un punto di vista europeo, questo discorso non ha più niente a che vedere con la Nato. Perché la Nato serve solo agli Stati Uniti. Non serve all'Europa. Poi se qualche stato europeo decide di essere più amico degli Stati Uniti di quanto sia necessario esserlo, a scapito dell'Unione europea di cui fa parte, probabilmente continuerà a suonare la musica che piace maggiormente a Washington. Io come i popoli di tante nazioni, non intendiamo unirci a questo coro. Sono invece favorevole ai negoziati subito e alla pace tra i popoli!
LA NATO NON HA PIÙ RAGIONE DI ESISTERE!
«Questa Nato serve agli Stati Uniti, a noi europei no». A sbilanciarsi in questa cruda affermazione, a dare enfasi a questa semplice quanto diretta indicazione, è una delle autorità assolute nel campo della politica internazionale: il dott. Sergio Romano. Come politico e diplomatico, nella sua lunga e prestigiosa carriera, Romano ha ricoperto tra l’altro, il ruolo di ambasciatore presso la Nato e ambasciatore a Mosca (1985-1989), nell’allora Unione Sovietica. È stato visiting professor all’Università della California e a Harvard, e ha insegnato all’Università di Pavia, a quella di Sassari e alla Bocconi di Milano.L’ultimo suo libro ha un titolo che ben si attaglia alla realtà d’oggi: "La democrazia militarizzata. Quando la politica cede il passo alle armi" (Longanesi, 2023).Il 21 maggio dell'A.D. 2023 con il quotidiano l’Unità, l’ambasciatore Romano sviluppò una riflessione, che ancora oggi fa molto discutere, riflessione che concludeva un suo articolo rilasciato sul Corriere della Sera: «L’Alleanza atlantica ha avuto una parte utile e rispettabile. Ma la guerra fredda è finita, il comunismo è sepolto, gli Stati Uniti hanno avuto un presidente come Trump e sarebbe giunto il momento di fare a meno di un’istituzione, la Nato, che ha ormai perduto le ragioni della sua esistenza».Questa considerazione riprendeva ed ampliava quanto lo stesso Romano aveva sostenuto nel lontano 2016, in tempi non sospetti, quando la guerra d’Ucraina era molto in là a venire: «La sola scelta di sicurezza per l’Europa dovrebbe essere quella della neutralità. L’Europa non può essere una potenza militare interventista e aggressiva. Credo che se l’Europa scegliesse la strada della neutralità metterebbe in discussione l’esistenza della Nato». Ed ancora: «Oggi i compiti della Nato non sono più indispensabili, certi obiettivi non ci sono più e non c’è motivo di cercare di raggiungerli. Il patto è ancora in piedi perché gli Stati Uniti hanno interesse a mantenere la gestione militare di una grande parte del pianeta. L’Alleanza è una conquista americana, alla quale Washington non intende rinunciare. Sarei stato contento se la Nato fosse stata sciolta alla fine della Guerra Fredda».Sono pienamente d'accordo con le affermazioni di Sergio Romano. Ormai chiunque tra i leader provi a proporsi come “facilitatore” negoziale – sia esso il Papa, Lula, Xi Jinping viene subito colpito e affondato. E accusato di putinismo. Oggi dovrebbe essere privilegiato lo spazio negoziale senza affidare la risoluzione dei conflitti e delle dispute alle armi. Ma gli USA non sanno e non intendono proprio rinunciare a questo loro ruolo di esportatori di democrazia, fatta purtroppo a suon di bombe, con scarso ausilio delle vie diplomatiche. Gli americani a parole sembrerebbero imbastire buoni rapporti con tutti, in realtá hanno nemici e vedono nemici dappertutto, e precisamente in tutti coloro che potrebbero offuscare il loro ruolo di prima nazione economica e militare al mondo. Adesso però tutto sta cambiando, l'avvento dei Brics e la dedollarizzazione della economia mondiale costringerà gli USA a cambiare prospettiva e ridimensionerà talmente la loro economia, che non permetterà più agli USA di stampare dollari a iosa senza alcuna limitazione.Il mondo sta cambiando e pur se per ora sembra di essere di fronte ad un futuro indeterminabile in cui le armi debbano avere ancora spazio predominante, l'orizzonte è più roseo di quanto non sembri.La guerra tra Russia e Ucraina poteva essere evitata, gli USA più volte lo hanno impedito.Questa è una guerra che fondamentalmente è diventato un conflitto mondiale, che ha coinvolto tutta l'Europa e non solo una grande personalità da un lato - il presidente russo Vladimir Putin ed un pupazzo, il suo omologo ucraino Volodymyr Zelenski, dall'altro.Non sono pochi in Italia ad aver cercato in questo tempo di guerra, di andare oltre lo schema aggredito-aggressore e andare alle radici delle ragioni profonde, che non nascono certo il 24 febbraio 2022, della guerra, che sono nel 2014. Non è affatto vero che la Russia aspiri a ridiventare la grande potenza che è stata in passato, questa è solo una scusa inventata dagli USA e da altre medie potenze o addirittura in qualche caso piccoli Stati, fintamente preoccupati che questa grande Russia a un certo punto possa togliere loro qualche cosa. La Russia ha soltanto un “piccolo” problema da risolvere con l’Ucraina e non vuole approfittare di questa circostanza per diventare nuovamente una potenza imperiale. Washington ha finto che fosse questo il problema come ha finto che questo non gli andava giù. L'Europa, dovrebbe essere ormai una confederazione di Stati politicamente saggi e maturi, autonoma nelle sue decisioni, una grande potenza economica e sociale, una “grande Svizzera” composta da amici e reciproci clienti. Per l’efficacia di una tale confederazione tuttavia, la Russia non dovrebbe essere vista come un nemico, piuttosto un compagno di strada nel cammino verso un’Europa sempre più confederale ed indipendente dagli USA.L'Europa non dovrebbe farsi condizionare nelle scelte dagli USA e dalla NATO, dovrebbe vedere nella Russia non cime un pericoloso concorrente, quanto un utile interlocutore verso obiettivi che possono essere pacificamente condivisi. So bene che in tempi come questi potrebbe apparire un sogno, ma coltivarlo e provare a realizzarlo è doveroso.Attualmemte il solo ragionare di un superamento-scioglimento della Nato non sembra essere più un’eresia, una bestemmia e si dovrebbe smettere di additare chi prova a ragionarci su come un sodale di Putin. È inevitabile che gli Stati Uniti in questo momento si guardino attorno e vogliano mantenere ancora larghi consensi, quelle amicizie, quelle alleanze che avevano negli anni della Guerra fredda. Gli fa comodo mantenere una situazione come questa. La Guerra fredda nel frattempo, è finita, bisognerebbe accettarlo: la Guerra fredda è finita! Ma qualcuno ne vuole cominciare un’altra. Non è tanto la Russia ad avere ambizioni imperialistiche quanto Washington. Gli Stati Uniti hanno ambizioni imperialistiche da sempre e forse in questo momento tali ambizioni sono più realistiche di quelle della Russia. Gli Stati Uniti stanno praticando queste ambizioni imperiali e lo fanno utilizzando quegli strumenti che noi consideravamo divenuti inutili, come la Nato, in quanto la Guerra fredda è finita. Ma siccome la Nato è una istituzione in cui gli Stati Uniti hanno un enorme potere, ecco che la Nato diventa lo strumento per praticare queste ambizioni imperiali, al servizio di un Paese – gli Usa – che vuole conservare quella posizione che aveva all’epoca della Nato-Guerra fredda. Reiterare quella funzione, motivandola come la lotta delle democrazie liberali contro le autocrazie, a cominciare da quella russa è una finzione. Gli Stati Uniti stanno facendo appello a questi vecchi concetti che in questo modo possono essere rinfrescati e rimessi sul tavolo. Da un punto di vista europeo, questo discorso non ha più niente a che vedere con la Nato. Perché la Nato serve solo agli Stati Uniti. Non serve all'Europa. Poi se qualche stato europeo decide di essere più amico degli Stati Uniti di quanto sia necessario esserlo, a scapito dell'Unione europea di cui fa parte, probabilmente continuerà a suonare la musica che piace maggiormente a Washington. Io come i popoli di tante nazioni, non intendiamo unirci a questo coro. Sono invece favorevole ai negoziati subito e alla pace tra i popoli!