Pensieri e parole...

IL MONDO È GOVERNATO DAL SIONISMO!


Per molti versi ed aspetti, il nostro mondo, la nostra società, è governata dal sionismo! La finanza, i media del mainstream, lo soettacolo, la musica, il cinema... sono tutte nelle loro mani. Mani che servono individui senza cuore, senza anima, o per lo meno con anima ma avvokta dalle ombre e dall'oscurità senza soluzione di continuità. Esseri che per motivi a me sconosciuti, non hanno ricevuto amore nella loro infanzia, così sono cresciuti nel dolore, nel disprezzo, nella paura, nella rabbia e nell'odio tutti aspetti dell'essere umano che conducono all'assenza e negazione di Dio e nelle braccia di Satana, di Sauron, di Moloch... e dir si voglia. Sono imdividui i sionisti, che amano l'arte della guerra, della sottomissione delle altre razze, nel provocare quell'identico dolore che li lervade perennemente e nella mancanza del desiderio e della gioia di... ridere.Il riso... quella medicina naturale e gratuita che molti medici, quelli più saggi e non di meno onesti, consigliano ai loro pazienti. Il riso fa bene... e questa locuzione mi ricorda un libro il cui significato si è compreso poco, un best seller triller-medievale: “Il Nome della Rosa” di Umberto Eco. Qui, Guglielmo di Baskervill (chiamato così anche in onore di Guglielmo d’Ockam, il più radicale nominalista antitomistico del medioevo) ha una discussione con il frate anziano dell’abazia, il venerabile Jorge, appunto sul riso. Guglielmo gli dimostra, citando la poetica di Aristotele ed i Vangeli, che il riso non è peccato. L’anziano frate Jorge obietta, non sa rispondere, e lancia improperi su Aristotele e sul rivale citando rabbiosamente altri passi della Bibbia. Il libro che poi l’anziano benedettino nasconde, e per il quale uccide, non è altro che il libro perduto dello Stagirita dedicato al “RISO”. Nel suo celeberrimo romanzo “Il nome della rosa”, Umberto Eco, che pure era un uomo con un raro sense of humor, fa discendere la lunga serie di omicidi che avvengono in una abbazia di monaci benedettini, nell’epoca in cui molto potere avevamo consegnato alla Santa Inquisizione, all’odio che il bibliotecario Jorge da Burgos nutriva verso una fantomatica copia della Poetica di Aristotele, che si riteneva esser stata dedicata alla Commedia greca, dunque alla forma espressiva che porta al divertimento e al riso.Una delle scene più significative per il plot investigativo, vede Jorge rimproverare aspramente i monaci sorpresi a ridere. Eco fa dire al suo personaggio che il riso è una orribile smorfia che deforma il volto umano, rendendolo simile a una scimmia. “Il riso uccide la paura e senza la paura non ci può essere la fede. (Indi per cui, secondo Jorge, la paura porta alla fede). Senza paura del demonio non c’è bisogno del timore di Dio” fa dire con estrema chiarezza al vecchio monaco assassino, che pur di frenare il degrado fisico e morale insito, secondo lui, nell’atto di ridere, sceglie di macchiarsi addirittura del peccato di omicidio.Non scherziamo... Il riso è critica, e ironia, è decostruzione (vedi Nietzsche e Bataille), magari per costruire meglio, alle volte solo per il gusto di distruggere. Il riso è profondamente diabolico, quindi umano. Come dice l’anziano benedettino: il RISO cancella la paura, ed è sulla paura che si basa il timor di Dio e perciò la fede. Scrive Ortega: “quando insegni, insegna allo stesso tempo a dubitare di ciò che insegni “. Un clima di paura è reazionario, perciò non fa altro che conservare, inalterato, lo stato delle cose. Un ultimo riferimento libresco. Un importante studio di Le Goff sul medioevo, Il rito, il tempo, il riso è utile per mostrare il cambiamento della mentalità medievale all’origine della cultura moderna proprio facendo riferimento al mondo del gioco e del riso, sia nei conventi che nel mondo urbano e contadino.