Creato da scricciolo68lbr il 17/02/2007

Pensieri e parole...

Riflessioni, emozioni, musica, idee e sogni di un internauta alle prese con la vita... Porto con me sempre il mio quaderno degli appunti, mi fermo, scrivo, riprendo il cammino... verso la Luce

 

Messaggi di Agosto 2022

AMERICANI MAI TROPPO RISPETTOSI.

Post n°1327 pubblicato il 31 Agosto 2022 da scricciolo68lbr

“Gli americani ci promisero che la Nato non sarebbe mai andata oltre i confini della Germania dopo la sua riunificazione ma ora che metà dell’Europa centrale e orientale ne sono membri, mi domando cos’è stato delle garanzie che ci erano state accordate? La loro slealtà è un fattore molto pericoloso per un futuro di pace perché ha dimostrato al popolo russo che di loro non ci si può fidare.".

Mikhail Gorbacev, ultimo presidente dell'Unione Sovietica, scomparso questa notte all'età di 92 anni. Intervista a “The Telegraph” del 6 maggio 2008.

 
 
 

Bulgari grati all'URSS

Post n°1326 pubblicato il 31 Agosto 2022 da scricciolo68lbr

La Romania era alleata di Hitler durante la 2^ Guerra mondiale, ma il popolo rumeno fu sempre contrario.

 

Il 31 agosto 1944, l'Armata Rossa occupò Bucarest senza combattere. La Romania si unì alla coalizione anti-Hitler, mentre le sue truppe, sotto il comando sovietico, intrapresero feroci battaglie contro i loro ex alleati.

 
 
 

SCACCHISTI NATI

Post n°1325 pubblicato il 31 Agosto 2022 da scricciolo68lbr

Il 31 agosto 1952, si conclusero a Helsinki le Olimpiadi degli scacchi, inaugurati il 9 agosto. Era la prima volta che partecipava anche la squadra sovietica, naturalmente gli scacchisti sovietici hanno vinto schiacciando tutti. I primi campioni sovietici furono Paul Keres, Vasily Smyslov, David Bronstein, Efim Geller, Isaac Boleslavsky e Alexander Kotov. Nei successivi 40 anni, la squadra nazionale dell'URSS ha perso il titolo di campione solo una volta.

 
 
 

Una società senza Dio è una società ingiusta!

Post n°1324 pubblicato il 30 Agosto 2022 da scricciolo68lbr

Luca 4,31-37

“In quel tempo, Gesù scese a Cafàrnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava alla gente. Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità. Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro; cominciò a gridare forte: «Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male. Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?». E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante”.

Quando l’essere umano, che è essere umano e divino, smette di invocare Dio, di cercarlo, di farsi consigliare da Lui, non è più centrato, smette di essere in equilibrio col centro di se stesso, ed allora cerca altri equilibri. 

“Che abbiamo a che fare con te, Gesù Nazareno?”. Questa è infatti l’accusa lanciata da quell'uomo posseduto (proprio perché “assente” di Dio). Perché Dio sei venuto ad immischiarsi nei nostri affari? La vita dell’uomo, nel bene e nel male, trova sempre un suo equilibrio. Anche quando Dio è assente dalla vita dell’essere umano, questi cerca e trova, a proprio modo una sorta di equilibrio. Ed ecco che Dio si immischia e viene a sconvolgere tale equilibrio. Perché è Padre buono, perché tiene alla sorte delle sue creature. Anche nel peccato, l’uomo può dare un certo equilibrio alla propria vita. Perciò l’intervento di Dio nella vita dell’uomo crea sempre un movimento di reazione, e paura. All’uomo non piace essere spinto: “Sei venuto a rovinarci?”. Se l’essere umano vivesse nella fede si muoverebbe con saggezza, la fiducia riposta nel Creatore gli permetterebbe di superare gli ostacoli. Ma in assenza dello Spirito che guida le vite degli umani, se Dio interviene, non lo fa per rompere l’equilibrio dell’uomo, ma per farlo partecipare alla sua pienezza. “E il demonio uscì da lui, senza fargli alcun male”.

 

 
 
 

C’E UN NUOVO CHE AVANZA...

Post n°1323 pubblicato il 30 Agosto 2022 da scricciolo68lbr

Una poesia in prosa dello statunitense Max Ehrmann scritta nel 1927. Le sue parole ci insegnano a vivere felici e ad affrontare un’esistenza serena. La parola Desiderata deriva dal latino e significa “le cose che si desiderano”. 

 

“Procedi con calma in mezzo al rumore e alla fretta e ricorda quanta pace può esserci nel silenzio. Per quanto ti è possibile, senza sottometterti, sii sempre in buoni rapporti col prossimo. Esprimi la tua verità con tranquillità e chiarezza e ascolta gli altri, anche gli ottusi e gli ignoranti: anch’essi hanno la loro storia. Evita le persone rumorose ed aggressive: opprimono lo spirito. Se ti paragoni agli altri potresti diventare vanesio e amaro; perché ci saranno sempre persone superiori o inferiori a te. Goditi i tuoi risultati così come i tuoi progetti. Conserva l’interesse per il tuo lavoro: per quanto umile sia; è ciò che realmente possiedi nella mutevole sorte del tempo. Sii prudente nei tuoi affari, perché il mondo è pieno di tranelli. Ma ciò non accechi la tua capacità di distinguere la virtù; molte persone lottano per grandi ideali e dovunque la vita è piena di eroismo. Sii te stesso. Soprattutto non fingere negli affetti e non essere memmeno cinico sull’amore; perché, nonostante tutte le aridità e le disillusioni esso è perenne come l’erba. Accetta benevolmente gli ammaestramenti che derivano dall’età e molla con un sorriso sereno le cose della giovinezza. Coltiva la forza di spirito per fartene scudo contro l’improvvisa sfortuna. Ma non tormentarti con l’immaginazione. Molte paure nascono dalla stanchezza e dalla solitudine. Al di là di una salutare disciplina, sii gentile con te stesso. Tu sei figlio dell’universo, non meno degli alberi e delle stelle; tu hai il diritto di essere qui. E che ti sia chiaro o no, non c’è dubbio che l’universo ti si sta schiudendo come deve. Perciò sii in pace con Dio comunque tu lo concepisca e quali che siano le tue lotte e le tue aspirazioni; conserva la pace dello spirito pur nella rumorosa confusione della vita. Con tutti i suoi inganni, le ingratitudini e i sogni infranti, questo è pur sempre un mondo stupendo. Stai attento e fa’ di tutto per essere felice”.


 
 
 

Grecia oggi: un cumulo di macerie.

Post n°1322 pubblicato il 28 Agosto 2022 da scricciolo68lbr

La Grecia è uscita ufficialmente dal regime di sorveglianza economica rafforzata disposto dall’Unione europea. Per anni, il sistema ha monitorato le diverse riforme a cui si è dovuta sottoporre Atene in seguito al “piano di salvataggio dal default” delineato da Bruxelles. Si è concluso così un ciclo di austerity sotto il controllo della Troika, che ha portato la Grecia a rispettare «duri impegni», come sottolineato dal primo ministro Kyiriakos Mitsotakis: tasse alte, tagli a salari e pensioni, all’istruzione pubblica e alla sanità. «Il Paese ora può guardare verso un nuovo orizzonte pulito, di sviluppo, unità e prosperità per tutti», ha aggiunto poi Mitsotakis, sottolineando implicitamente l’esistenza di un prima e dopo l’intervento di Bruxelles, che ha causato «ferite» che inevitabilmente faranno fatica a rimarginarsi, complice anche il comportamento discriminatorio e poco solidale dell’Unione e dei Paesi membri, lontani dagli ideali di manifesto.

Alla vigilia di ferragosto, la Commissione europea ha riconosciuto il rispetto, da parte di Atene, «della maggior parte degli impegni politici presenti nell’agenda di riforme efficaci» voluta da Bruxelles in cambio dei 241,6 miliardi di euro versati nelle casse greche per evitare il default, ovvero la condizione in cui il governo di un Paese non è in grado di pagare i debiti contratti. «La resilienza dell’economia greca è notevolmente migliorata e i rischi di ricadute sull’Eurozona sono notevolmente diminuiti», hanno dichiarato i commissari responsabili per l’Economia Paolo Gentiloni e Valdis Dombrovskis, confermando la fine del regime di sorveglianza economica rafforzata e il passaggio, prima, al ciclo di sorveglianza post-programma (SPP) e, dopo, al regolare semestre europeo per il monitoraggio della situazione economica, fiscale e finanziaria. Si tratta di un passaggio che segna la fine della crisi del debito greco e di un ciclo caratterizzato da pesanti tagli, soprattutto al welfare e quindi allo stato sociale. Una parentesi, quella della riduzione della spesa corrente (beni e servizi, redditi, prestazioni sociali), che tuttavia non è affatto chiusa all’interno dell’Unione europea, come dimostra l’indirizzo politico intrapreso da Bruxelles. Si pensi alla raccomandazione rivolta all’Italia e relativa all’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza(PNRR), che a maggio ha ricordato a Roma di “limitare la crescita della spesa corrente in vista di una politica di bilancio prudente”.

Prima di concentrarsi sul futuro – «pulito, di sviluppo, unità e prosperità per tutti» – il primo ministro greco Kyiriakos Mitsotakis ha ricordato il passato e il dolore che vi ha albergato, «frutto di una serie di obblighi relativi a tasse insopportabili e tagli agli stipendi e ai servizi pubblici». Alla stagnazione dell’economia si è aggiunta così anche un’evidente divisione della società, critica nei confronti dei provvedimenti imposti da Bruxelles (come dimostra l’esito del referendum del 2015, quando il 61% dei votanti si schierò contro le riforme chieste dai suoi creditori). I diversi fattori hanno portato all’emersione di innumerevoli ferite nella società greca, tra cui l’aumento della violenza, la debolezza istituzionale e la crescita del partito neonazista Alba Dorata, i cui esponenti sono stati condannati definitivamente nel 2020, anno della dissoluzione del movimento.

I 12 anni di austerity

È il momento di fare un passo indietro e ripercorrere i 12 di austerity vissuti dalle istituzioni e dal popolo greco. Il 2 maggio 2010, il primo ministro George Papandreou annuncia l’accettazione, da parte della Grecia, di un prestito di 110 miliardi di euro (in tre anni) per evitare il default, conseguenza diretta della crisi economica globale che ha colpito gli Stati Uniti tre anni prima e che ad Atene ha accentuato l’instabilità economica, aumentando il debito pubblico e il rendimento (quindi “l’interesse”) dei bond decennali greci, da 4,57 a 7,83%, degradati a livello junk, “spazzatura”. In cambio dei fondi, il governo si impegna ad attuare riforme di austerity sotto il controllo della Troika, un istituto che in seguito alla grande recessione (il periodo successivo alla crisi finanziaria del 2007-2008) si è occupato di formulare dei piani di intervento rivolti a Paesi in crisi e, dunque, alle prese con un debito pubblico elevato. Il do ut des era semplice: prestiti in cambio di politiche di austerità, quindi limitazione dei consumi privati e delle spese pubbliche. Così, rigettando l’ipotesi del default sul debito, la Grecia accetta l’intervento delle istituzioni finanziarie internazionali, con tutto ciò che consegue: tagli per 30 miliardi di euro rivolti soprattutto ai lavoratori nel settore pubblico, aumento dell’IVA e delle imposte, con l’introduzione di nuove tasse. Seguono negli anni nuovi accordi uniti dalla stessa logica: fondi in cambio di riforme. Questa volta tocca alla privatizzazione e alla ristrutturazione del sistema fiscale, in modo da “migliorare la competitività e attrarre investimenti esteri”.

Il tutto è accompagnato da proteste e malcontento popolare, che confluiscono nel referendum consultivo del 2015. Al governo c’è Alexīs Tsipras che, su pressione di Bruxelles, è costretto a non rispettare la volontà espressa dai cittadini a luglio e a raggiungere un accordo con i leader dell’Eurozona per un terzo pacchetto di prestiti da 86 miliardi di euro, nell’ambito del Meccanismo europeo di stabilità (MES), strumento al centro del dibattito comunitario durante i primi mesi di pandemia. Alla scadenza della misura, la Commissione pone la Grecia sotto sorveglianza rafforzata, fino appunto a sabato scorso, quando il primo ministro Kyiriakos Mitsotakis ha annunciato l’uscita da un tunnel dai costi politici e sociali enormi, che ha comportato «l’emarginazione della posizione della Grecia in Europa e nel mondo». Dal 2000 a oggi, la partecipazione alle elezioni parlamentari è crollata dal 75 al 58%. La fiducia nelle istituzioni pubbliche è bassissima: solo un cittadino su quattro si fida del governo e lo stesso vale per il Parlamento. Le manovre economiche hanno fortemente ridimensionato i sistemi di protezione sociale e i servizi pubblici, con il reddito mediano equivalente annuo, che tra il 2010 e il 2019 si è ridotto del 30%: da 11.963 a 8.195 euro.

[di Salvatore Toscano] - da il quotidiano L’Indilendente.

https://www.lindipendente.online/2022/08/21/la-grecia-dopo-12-anni-si-libera-della-troika-rimangono-le-macerie/

 
 
 

Il caldo e i suoi disagi.

Post n°1321 pubblicato il 27 Agosto 2022 da scricciolo68lbr

Con il caldo estivo, ansia, disagio e rabbia possono aumentare.

Nelle ultime settimane le temperature sono ben oltre le medie stagionali e hanno superato facilmente i 40 gradi in molte città italiane. Con questo caldo non è solo il corpo a soffrire. 

Il malessere fisico che può accompagnarci in questo periodo, con stanchezza, sonnolenza diurna e insonnia notturna, minor lucidità e prontezza mentale, mette purtroppo, a dura prova anche il benessere e la serenità della psiche.

Perché accade? Sentiamo cosa dice in proposito il professor Giampaolo Perna, direttore del Centro per i disturbi d’ansia e di panico di Humanitas San Pio X.

La psiche è collegata al corpo. Se il corpo sta male, anche la psiche vivrà di riflesso, un certo disagio. Il caldo eccessivo quello che continua a manifestarsi per giorni, come succede in questo periodo dell’anno, contribuisce a far emergere e accentuare alcune caratteristiche individuali di base che, in periodi di benessere fisico e mentale, sarebbero gestiti facilmente e mitigati dalla persona. Ad esempio, se una persona è di temperamento fumantino, facile ad arrabbiarsi ed irritarsi, tenderà ad accendersi più facilmente, anche per motivi magari considerati futili; similmente, chi tende alla depressione avrà un umore ancor più cupo; gli ansiosi vedranno aumentare lo stato d’ansia. Per quanto riguarda l’ansia, la vulnerabilità agli attacchi di panico delle persone ansiose è l’elemento centrale che può influenzare la salute mentale, in particolare in questo periodo. Malessere fisico e disturbo di panico, infatti, sono profondamente legati tra loro. Il disturbo di panico è una condizione caratterizzata da una sorta di difficoltà a sentirsi bene da un punto di vista fisico, condizione che, quando il caldo impatta in modo così profondo sul benessere fisico, si accentua e si esaspera. 

Questo caldo anomalo è arrivato in un periodo che già non è semplice da gestire per la nostra mente, una situazione sociale già tesa di suo, a causa della recente crisi sanitaria, ed ora la tensione tra Ucraina e Russia e la conseguente crisi energetica. Il caldo molto elevato, tipico della stagione estiva, insieme alla crisi, alla paura per gli effetti della siccità, all’incertezza per il futuro, e gli strascichi della crisi sanitaria ancora presenti, aumentano ulteriormente il senso di malessere generale. 

Temperatura elevata insieme questo sono vissute dalla nostra mente come un segnale di pericolo che attiva la parte emotiva, in particolare quella delle emozioni negative come disgusto, rabbia, tristezza, paura. Questa situazione rende quindi più difficile la gestione delle emozioni.

Se è risaputo che gli anziani sono le persone fisicamente più fragili con queste temperature, è importante ricordare che sono gli ansiosi ad avere la peggio quando le temperature non calano. Con il corpo che soffre, sono gli ansiosi a soffrire di più rispetto a chi non soffre di ansia e rispetto ad altri periodi dell’anno, e questo riguarda specialmente le persone che soffrono di ansia con attacchi di panico

Secondo una delle teorie principali, il panico è associato a una specie di falso allarme da soffocamento, perciò la mancanza d’aria, che in questo periodo di caldo è vissuto da molti come un fatto reale, per coloro che soffrono di ansia è motivo di ulteriore disagio. 

Essere molto ansiosi, oggi, non è però necessariamente un segnale di patologia mentale: può essere invece un segnale di una difficoltà di adattarsi a tutto il contesto, tra crisi sanitaria, crisi Ucraina, e crisi energetica il caldo, tutte cose che rendono quest’anno, il 2022 un anno particolarmente difficile per gli ansiosi!

Per questo, è consigliabile parlarne con un esperto quando la situazione diventa ingestibile e chiedere aiuto per non farsi sopraffare dalle emozioni negative, ritrovando un po’ di serenità.

 
 
 

La tecnologia realmente è al servizio dell’essere umano?

Post n°1320 pubblicato il 23 Agosto 2022 da scricciolo68lbr

Si sente così tanto parlare di transizione Green e digitale, ma siamo certi tutti di avere compreso cosa si nasconde dietro questa frase pronunciata da associazioni ed enti governativi, oltre che dai nostri politici? Io temo di no. Chi può con certezza senza temere di essere smentito, che la tecnologia abbia portato o porti nell’era attuale, benefici alla umanità? Io ho molti dubbi e qui spiego tutti i motivi che possono avvalorarli. Le condizioni del genere umano sono migliorate? Lo stile di vita della nostra attuale società è cambiato in meglio? Abbiamo (sarebbe meglio dire hanno) migliorato le nostre condizioni di vita, la possibilità di trovare un lavoro, la capacità di vivere in pace all’interno dello stato e nelle relazioni tra singoli Stati? Le strutture ospedaliere ad esempio, hanno beneficiato dell’innovazione tecnologica oppure la riduzione delle spese sanitarie dello stato e tutte le strutture chiuse sono il sintomo più lampante che la tecnologia ha fallito? La tecnologia non è il male, ma riflettere sui suoi effetti è sull’uso che ne è stato fatto e ne vien fatto è urgente. La tecnologia ha impresso alle nostre vite un’accelerazione sempre più crescente nel tempo, ma le molteplici interazioni con il medium tecnologico hanno generato sempre più crescenti ansie e timori. Le ansie non nascono soltanto dal timore di vedere violata la propria privacy o la riservatezza di dati e informazioni personali e sensibili. I timori non dipendono soltanto dal rischio crescente di essere vittime di furti di identità, attacchi cybercriminali e altre forme di violenza digitale come il cyberbullismo, e le fake news

Nuovj bisogni nascono in quelle fasce di società che mostrano ancora una capacita di riflessione critica finalizzata alla maggiore consapevolezza. Nascono anche e soprattutto, dalla necessità degli individui di riconquistare spazi privati di libertà personale, non mediati dalla tecnologia (si pensi ai social, alle chat, tanto per fare un esempio) oppure da determinati algoritmi binari e dalle scelte di chi li ha implementati. Spazi nei quali esercitare la propria capacità di scelta e il diritto alla “verità”, anche quando possa essere illusoria. Spazi nei quali tornare a sperimentare una “libertà” che non sia subita, come quella che nasce dal “consumismo sfrenato imposto da politiche neo liberiste” e dalla costante variabilità di messaggi, pubblicitari e non, subliminali, variabilità di prodotti e di opinioni. Una libertà non fasulla e ipocrita come quella suggerita da cookie, intelligenza artificiale dei motori di ricerca, assistenti personali e algoritmi, giochi di società ormai gestiti dalla rete, un libertà reale ed edulcorata da qualsiasi tentativo di condizionarla algoritmicamente. Una libertà che i potenti e i signori della terra vorrebbero circoscrivere per costringerci e trasformarci in semplici  “consumatori” e usufruitori di servizi, senza nessuna ulteriore capacità di critica e discernimento? 

È lecito aspirare ad una libertà che nasca dalla volontà di liberarsi dalla schiavitù dei social network, sempre meno democratici ed in cui le nostre opinioni sono soggette a censura, per poter esercitare il libero arbitrio, assumendosi tutta la responsabilità che ogni scelta impone? Aspirare ad una libertà che rifiuta la protezione e il controllo, dei privati ma soprattutto dello Stato, rifiutando all’unisono tutte quelle gratificazioni che rendono controllo e protezione accattivanti e accettabili, per lasciare emergere invece la creatività umana, idee nuove ed originali, elaborare nuovi pensieri e nuove opinioni, libertà per sperimentare nuovi spazi di consapevolezza e possibilità? Nell’era del disincanto, stanchi di subire una realtà manipolata dai media mainstream, che ci propinano false notizie, falsi contenuti e inganni digitali, cosa faranno gli internauti? Si Saranno capaci di intercettare nuovi strumenti per ricercare vie di fuga e alternative possibili? Cercheranno nuovi itinerari di viaggio più personali, che non siamo le destinazioni suggerite dai soliti Tripadvisor, Booking, Google Search? Per tutto questo occorre una consapevolezza, una emancipazione da questa tecnologia servita su piatti d’argento, illudendoci che sia per noi la pietanza migliore.

La consapevolezza che auspico stia nascendo è un modo per trovare le risposte “giuste” a queste e a tante altre domande, il primo passo da compiere verso la vera libertà. 

Una consapevolezza certo che non sia certo un rifiuto a prescindere finalizzato a staccare la spina o a rinunciare alle varie opportunità e vantaggi offerti dalla tecnologia

Una consapevolezza finalizzata unicamente ad abbattere quel velo e mostrare l’inganno che sottende a strumenti, piattaforme, modelli di business, algoritmi e soluzioni preconfezionati. Una consapevolezza che aiuti a comprendere meglio il “ruolo” di coloro che, con il pieno possesso delle principali piattaforme tecnologiche, hanno la possibilità di imporre i propri modelli di business monopolistici, guidati dalla unica ed accertata volontà di potenza e di dominio del mondo. Diventare consapevoli serve a comprendere quanto i nostri comportamenti e le nostre vite siano oggi, più o meno consciamente, manipolate e tecno-guidate con l’unico obiettivo certo di ingaggiarci, addestrarci e renderci tecno-dipendenti, in modo da poterci trasformare in merce o peggio numeri.

Certo è che dalla fase attuale di sviluppo tecnologico non si può tornare indietro, ma il futuro, non ancora scritto, può ancora essere nelle mani di tutti e ciascuno di noi. 

La consapevolezza è lo strumento. E si realizza solo attraverso la conoscenza, la riflessione, l’elaborazione di pensiero, la dissidenza nei confronti del conformismo diffuso, la fuga dall’apatia e dall’isolamento digitale, con il ritorno a nuove forme prettamente umane ed empatiche di socialità, una riflessione critica sull’uso che facciamo della tecnologia, il comprendere che qualcosa si è rotto e non funziona più nell’evoluzione di quello che ancora chiamiamo Homo sapiens, per molti versi diventato Homo stupidus, insipiens e insapienes, destinato ad estinguersi se non sarà capace di riprendere in mano il controllo del proprio destino all’interno di un futuro dominato sempre più dalla tecnologia.

 
 
 

PENSIERO POSITIVO.

Post n°1317 pubblicato il 20 Agosto 2022 da scricciolo68lbr
 

...The Best In Life Is Yet To Come...

 
 
 

PENSIERO POSITIVO.

Post n°1316 pubblicato il 19 Agosto 2022 da scricciolo68lbr
 

Quella dei pensieri positivi è una filosofia che fa discutere, ma è provato, e non servono studi scientifici, possiamo farlo tutti, nel nostro piccolo, e verificare i risultati sul campo, come la nostra mente possa avere degli effetti sorprendenti sulla nostra vita e persino sul nostro corpo. Il nostro intestino ad esempio è il primo dei nostri organi, ad essere condizionato dai pensieri che facciamo. 

Ci sono giorni, dove ci sembra che tutto vada storto e non desideriamo fare altro che stare soli con noi stessi, isolarci e crogiolarci nel nostro malessere. Tuttavia, i pensieri sono dei prodotti della nostra mente, non nascono così, siamo NOI che li produciamo. Quindi, se solo provassimo a cambiare punto di vista, potremmo notare immediatamente dei risultati. I cosiddetti "positive thoughts" sono lo stendardo di molte culture, molte filosofie, tutte le religioni, o quasi, sia occidentali che orientali. La filosofia che punta sulla positività può sembrare inopportuna in certi momenti della nostra vita, me ne rendo conto, eppure il più delle volte, rappresenta il retaggio di vecchie abitudini, magari apprese in famiglia da un nostro parente. In realtà il pensiero positivo, si rivela utile “anche” e soprattutto nei peggiori momenti di sconforto, dove tutto ci appare buio e irrisolvibile.  Per pensare positivo, gli esperti suggeriscono di tenere un “diario della gratitudine". Sulle pagine di questa agenda personale, bisognerebbe annotare ogni giorno, un fatto, un momento, un qualcosa per cui siamo grati. Così facendo, possiamo notare come il nostro vivere sia ricco di persone ed eventi che magari tendiamo a dare per scontati, ma che, invece, sono parte integrante della nostra esistenza e contribuiscono alla felicità quotidiana. Allo stesso modo, puoi provare a mettere in atto la "tecnica del ma". Dal momento che normalmente utilizziamo il termine "ma" per vedere il lato negativo di una certa situazione, questa tecnica suggerisce di fare l'esatto opposto: mettiamo all'inizio di una frase la parte negativa della situazione e concentriamo alla fine della stessa, l'aspetto positivo. Per esempio, "nella mia analisi ho sbagliato questo passaggio, ma ho fatto bene gli altri". Ecco che riusciamo a spostare in secondo piano tutto quello che viene prima del "ma", focalizzandoci invece sulla positività della parte migliore della realtà. 

Tutto nella vita è una questione di esercizio, anche il nostro vivere... provare, per credere.

 
 
 

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Le parole contano
dille piano...
tante volte rimangono
fanno male anche se dette per rabbia
si ricordano
In qualche modo restano.
Le parole, quante volte rimangono
le parole feriscono
le parole ti cambiano
le parole confortano.
Le parole fanno danni invisibili
sono note che aiutano
e che la notte confortano.
                                  i
 
 

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