Creato da scricciolo68lbr il 17/02/2007

Pensieri e parole...

Riflessioni, emozioni, musica, idee e sogni di un internauta alle prese con la vita... Porto con me sempre il mio quaderno degli appunti, mi fermo, scrivo, riprendo il cammino... verso la Luce

 

Messaggi del 31/08/2024

BIG PHARMA CI VUOLE MALATI E CONTENTI!

Post n°1917 pubblicato il 31 Agosto 2024 da scricciolo68lbr
 

Le materie prime per fabbricare i farmaci, non giustificano mai gli alti costi dei farmaci messi sul mercato. Eppure Big Pharma in questo settore ha mani libere, visto che sono le aziende farmaceutiche che stabilisco i prezzi.

Questi fatti, evidenziano l’enorme potere e libertà d’azione che ha Big Pharma. Una forza che più di una volta è stata utilizzata per corrompere personaggi politici e dirigenti ministeriali in tutto il mondo, compresi gli esperti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Basti vedere quello che è accaduto durante la psico-info-pandemenza.

Fa un certo effetto però scoprire che il medico o nel leggiore delle ipotesi, lo specialista, al quale hai affidato la cura della tua salute, ha ricevuto un compenso economico sotto banco, da una azienda farmaceutica per promuovere il suo prodotto e la sorpresa aumenta enormemente, quando ti accorgi che anche l’ospedale superspecializzato, dove ti sei recato, riceve anch’esso fondi dalla stessa multinazionale. Provi a consolarti pensando che costoro ti prescrivono medicine e esami di controllo validati da enti scientifici al di sopra di ogni sospetto. È la scienzah... no???

Poi invece scopri che a ricevere finanziamenti dalla stessa azienda/multinazionale farmaceutica, sono anche varie facoltà di medicina e le stesse società scientifiche che compiono gli studi e che poi in moltissimi casi, orientano le scelte dei cittadini malati, società scientifice che hanno in soldoni, il compito di aggiornare le linee guida indicando le migliori terapie per ogni patologia; non manca nemmeno l’Istituto Superiore di Sanità, organismo scientifico del Ministero della Salute, che ha il dovere di controllare le sperimentazioni in atto.

A quel punto di certezze non ne rimangono più, anzi una si... dire NO!

Ricordo nel 2019, il Codacons “decise di pubblicare la lista dei medici italiani e delle fondazioni/università/istituti finanziati dalla casa farmaceutica Glaxo-Smith-Kline, così come diffuso dalla EFPIA (European Federation of Pharmaceutical Industries and Associations)… la Glaxo-Smith-Kline – scrisse Codacons – ha reso pubblici, fra le altre cose, anche gli elenchi dei medici italiani che nel 2015/2016/2017 hanno ricevuto finanziamenti (a titolo di servizi, consulenze, eventi vari)… il totale elargito dalla Glaxo-Smith-Kline appariva in crescita: più di 11 milioni nel 2015, più di 13 milioni nel 2016, quasi 15 milioni nel 2017.

E se qualcuno pensasse che le cose non siano peggiorate, si sbaglia di grosso. Basti vedere sempre cosa accaduto durante la psico-info-pandemenza. Non mi ripeterò qui, perchè lo sapete bene!

Ora la domanda è lecita: a cosa servono tutti questi soldi?

Tra Università, Fondazioni e Aziende Ospedaliere stupisce, in particolare – proseguiva Codacons – leggere il nome dell’Istituto Superiore di Sanità (125.660,00 nel 2016, 93.940,00 euro nel 2017 per “servizi e consulenze”) scriveva ancora Codacons: appare quanto meno inopportuno infatti che l’organo tecnico-scientifico del Servizio Sanitario Nazionale rientri nella lista, e sarebbe davvero il caso di spiegare le ragioni di questi trasferimenti” [Radio Popolare, trasmissione “37e2”, la denuncia del presidente di Codacons, dal minuto 27,58].

La Glaxo ovviamente non è l’unica azienda farmaceutica a sviluppare una simile politica, ed infatti in una successiva puntata Codacons pubblicò i dati relativi ad altre protagoniste di Big Pharma quali: Abbvie, Almirall, Merck, Msd, Hospira, Pfizer, Pfizer Italia, Pierre Fabre Pharma, Pierre Fabre Italial.

Alla denuncia del Codacons fece seguito una ricerca pubblicata dalla Fondazione Gimbe nel febbraio 2019 “Trasferimenti di valore 2107 dall’industria farmaceutica a operatori e organizzazioni sanitarie”: “Le analisi sono state effettuate sui trasferimenti di valore di 14 aziende farmaceutiche che, insieme, rappresentano il 51,5% del fatturato totale di settore nel 2017 (10.997€ / 21.337 milioni €)” in quell’anno “le 14 aziende hanno trasferito complessivamente € 288,1 milioni – dei quali- € 45,9 milioni (15,9%) sono stati destinati ad operatori sanitari, € 124,8 milioni (43,3%) ad organizzazioni sanitarie e € 117,3 milioni (40,7%) alla ricerca e sviluppo”.

Sul quotidiano il manifesto (questo quando i quotidiani avevano ancora un briciolo di dignità e qualche notizia in favore del cittadino, ancora la pubblicavano), del 9 settembre 2018, Andrea Capocci citava una ricerca del 2016 pubblicata su BMJ Open, secondo la quale il 65% delle associazione mediche italiane è sponsorizzata da società farmaceutuche, ma solo il 6% di esse "inserisce" questi fondi nel proprio bilancio annuale.

Perchè non li inseriscono nei bilanci? Si vergognano? Sono fondi indirizzati a scopi malevoli?

Per ogni essere umano la salute è il bene più grande; andrebbe garantita una totale trasparenza su tutto quello che riguarda il mondo della medicina, nessun malato, quando un medico gli prescrive una cura, dovrebbe avere il dubbio che dietro a quella compressa ci possa essere un "interesse economico" dell'azienda/multinazionale produttrice.

E’ urgente che, il mondo scientifico, le istituzioni nazionali ed internazionali tutte intervengano, ognuno nel suo ambito, con provvedimenti che possano mettere al riparo la nostra salute dai danni provocati dalla voracità del potere farmaceutico.

Sappiamo bene che questo, per ora, è assai improbabile...

 
 
 

2025: LA GEOINGEGNERIA USATA COME ARMA MILITARE?

Post n°1916 pubblicato il 31 Agosto 2024 da scricciolo68lbr
 

I fenomeni atmosferici potranno essere adoperati come armi per scopi militari? Fantascienza? Sembra di no, quindi probabilmente assisteremo prossimamente a fenomeni catastrofici provocati dall'uomo per nuocefe ad altri esseri umani. Si probabilmente i fenomeni atmosferici saranno trasformati in armi offensive, li vedremo, dato che ci sono Stati che lo hanno dichiarato, e ci stanno seriamente lavorando. Tutto il pianeta è considerato come materia per esperimenti. Anche l'Italia, dove è in atto una sperimentazione, iniziata nel 2003. Gli accordi in proposito, furono stipulati a margine del G7 di Genova, 19/22 luglio 2001, dall'allora premier italiano Berlusconi e dall'allora presidente degli USA George W. Bush jr. Tale sperimentazione si concluderà nel 2025. Appunto.

Immediatamente dopo la Seconda guerra mondiale, accanto agli innumerevoli esperimenti con armi nucleari, test realizzati da un pò tutti gli Stati, che hanno devastato il pianeta, parallelamente sono iniziate, e portate avanti su scala sempre più ampia, le sperimentazioni militari sul clima.

Un esempio significativo del progetto di dominio e controllo del clima a scopi bellici è il rapporto condotto nel 1996 dal Department of Defense School Environment of Academic Freedom e presentato alla Air Force degli Stati Uniti dal titolo: Weather as a Force Multiplier: Owning the Weather in 2025 (Il clima come forza di moltiplicazione. Possedere il clima nel 2025).

Entro il 2025 i ricercatori militari prevedono di poter dominare il clima a livello planetario e di proseguire nella sperimentazione all’ombra del segreto militare. Il rapporto, che è passato al vaglio “delle autorità preposte alla sicurezza” prima di essere reso pubblico, si sofferma su alcune delle potenzialità militari del controllo del clima e in particolare slle modificazioni della ionosfera, ma tace sulle applicazioni della geoingegneria nella guerra del Vietnam e nella guerra del Golfo e si limita a ipotizzare modificazioni del clima “localizzate” e a breve termine. L’interesse del documento pertanto non risiede nella ricostruzione delle sperimentazioni e delle loro applicazioni quanto nella logica alla base della manipolazione del clima che domina il pensiero, le ambizioni e le strategie militari. Così si legge nel sommario del rapporto:

Nel 2025 le forze dello spazio aereo statunitense possono “possedere il clima”, avvalendosi delle nuove tecnologie e indirizzando lo sviluppo di quelle tecnologie verso applicazioni di guerra combattuta. Una tale capacità offre al combattente strumenti per modificare lo spazio bellico in modi che non sono mai stati possibili prima.

Negli Stati Uniti nel 2025 la modificazione del clima diventerà parte integrante della strategia militare. Citando le parole del generale Gordon Sullivan, i ricercatori militari scrivono: “La tecnologia è là e aspetta che noi la mettiamo insieme. Nel 2025 avremo il possesso del clima. Nel 2025 la nuova arma post-nucleare sarà una realtà.

Già nel 1957 la commissione consultiva del Presidente degli Stati Uniti sul controllo del clima riconosceva esplicitamente il potenziale militare della modificazione del clima e prevedeva che sarebbe stata un’arma più importante della bomba atomica (p. 3).

L’impresa, naturalmente, è rischiosa, continuano i ricercatori, ma le straordinarie potenzialità militari devono ricevere la più alta considerazione. Ideologia del rischio, controllo, dominio, supremazia, termini che ritornano costantemente nel rapporto, emergono con chiarezza ad ogni passo:

Come impresa ad alto rischio e ad alta ricompensa, la modificazione del clima presenta un dilemma non dissimile dalla scissione dell’atomo. Mentre alcuni segmenti della società saranno sempre riluttanti ad esaminare questioni controverse, come la modificazione del clima, le straordinarie potenzialità militari che possono risultare da questo campo sono ignorate (p. VI).

L’accettazione del rischio, ovvero le conseguenze distruttive per il pianeta, trova la sua giustificazione nella supremazia militare. La capacità di controllare il clima, si legge, avrà un effetto moltiplicatore e potrà essere utilizzato in tutte le fasi di un conflitto. Interventi volti a provocare siccità, impedire il rifornimento di acqua pura, intensificare la forza distruttiva di temporali e altre perturbazioni atmosferiche, indirizzando grandi masse di energia verso un obiettivo militare portano all’estremo la guerra alla natura e alla popolazione civile.

Benché nel 1977 l’assemblea generale delle Nazioni Unite avesse adottato una risoluzione che proibiva l’uso ostile delle tecniche di modificazione ambientale, la ricerca non si è mai arrestata e le sperimentazioni, condotte con determinazione, sono andate ben oltre il laboratorio.

“[Per la modificazione del clima] la determinazione esiste […]. La motivazione esiste. I potenziali benefici e il potere sono estremamente lucrativi e allettanti per coloro che hanno le risorse per svilupparlo. Questa combinazione di determinazione, motivazione e risorse alla fine produrrà la tecnologia della manipolazione del clima” (p.35).

Il rapporto si conclude con una riaffermazione del principio della deterrenza:

“La storia dimostra che non possiamo permetterci di non avere la capacità di modificare il clima se la tecnologia è sviluppata e usata da altri. Anche se non abbiamo intenzione di usarla, altri l’avranno. Per richiamarsi ancora una volta all’analogia con le armi atomiche, abbiamo bisogno di dissuadere o contrastare questa capacità con la nostra propria capacità” (ivi).

Se la soluzione diventa la geoingegneria

Il progetto di usare la Terra come una mega-macchina ha creato e creerà profitti e potere.

Alla conferenza di Copenhagen sul cambiamento climatico, nel 2010, ha scritto Rosalie Bertell (2018, p.) i geoguerrieri ebbero il loro momento di gloria mascherando la geoingegneria come una “soluzione al problema del cambiamento climatico”, presentato anche come un problema di sicurezza, una minaccia per lo Stato che può avere un effetto moltiplicatore: afflusso di grandi masse di profughi, destabilizzazione sociale, accelerazione dei conflitti per le risorse sempre più scarse. I discorsi sulla sicurezza inducono un senso di impotenza e di paura e in definitiva incoraggiano soluzioni autoritarie, militari e tecnico-scientifiche dove sono possibili forti guadagni e che prevedono maggiore crescita e sviluppo anziché maggiore precauzione e umiltà sui limiti dell’azione umana.

 

Bruna Bianchi

Da unsplash.com 

 

 
 
 

AREA PERSONALE

 

RADIO DJVOCE

 

PAROLE

   

     IL TIBET NASCE LIBERO

  LASCIAMO CHE RESTI TALE

                             i

Le parole.

                       I

Le parole contano
dille piano...
tante volte rimangono
fanno male anche se dette per rabbia
si ricordano
In qualche modo restano.
Le parole, quante volte rimangono
le parole feriscono
le parole ti cambiano
le parole confortano.
Le parole fanno danni invisibili
sono note che aiutano
e che la notte confortano.
                                  i
 
 

ULTIME VISITE AL BLOG

scricciolo68lbrm12ps12Ninfea_candidaOroneibabboundolcesorrisoperte6surfinia60Desert.69cassetta2norise1there0perla88sQuartoProvvisorioKanty0s
 

I LINK PREFERITI

DECISIONI.

 

 

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Novembre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
        1 2 3
4 5 6 7 8 9 10
11 12 13 14 15 16 17
18 19 20 21 22 23 24
25 26 27 28 29 30  
 
 

IMMAGINI DI TE

 

 

 

 

 

CONTATTO

 

 

PASSIONE

immagine


 

 

LIBERTÀ.

 

 

Affrontare ciò che ci spaventa

è il modo migliore per superare

ciò che ancora non si conosce.

 

 

 
 

ATTIMI

 

 

 

UN GIOCO!

 

 

EMOZIONI

 

 

 

 

 

PASSAGGI

Contatore accessi gratuito

 

 

ABBRACCIO

 

  

 

 

BOCCA

 

 

 

 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963